9 maggio: IL SORRISO DI UNA MADRE
a cura di Giuseppe Paolo
Come sono belli quei quadri in cui si veÂde la Madonna sorridere a Gesù, stringerseÂlo al petto, proprio come fanno tutte le mamÂme col loro bambino! È bello crescere sotto i suoi sguardi! No, non si può fare a meno di una mamma! Osserviamo la differenza tra un bambino che cresce con la sua mamma e un bambino che cresce in un brefotrofio. In un brefotrofio, il bambino ha tutto: cure, igiene, latte, vestitini, medicine, assistenza… ma gli manca qualche cosa; anzi gli manca tutto: gli manca il sorriso della mamma. Le infermiere sono brave, bravissime: ma a volte stanÂno li solo per lo stipendio. Finite le loro ore, se ne vanno e lasciano i bambini ad altre. La mamma non ha orario, e non è stipendiata. La sua ricompensa sta nel sorriso del suo bambino… Il bambino può fare a meno di tante cose, ma non della mamma. Ecco ciò che un giovane delinquente, incise con un chiodo, sulla parete della sua cella, in un carcere minorile: “Senza la mamma, la vita non ha scopo”. “Il Santo” di Fogazzaro (celebre romanzo) non doÂvrebbe essere un santo cattolico, perché non dimostra un particolare amore alla Madonna. Si racconta che quando venne eletto Papa Leone XI, nel 1605, il cerimoniere che lo aiutava a rivestire i sacri paramenti, voleva slegargli lo scapolare di Maria. “Fermati, gli disse il Papa. lasciami Maria perché Maria non lasci me!”.
Fioretto: Invocherò Maria che è la Madre fedele in moÂdo che le sue mani materne possano riaccendere le lamÂpade spente dei suoi figli.
Giaculatoria: “Di un sorriso la mia vita ha bisogno ed è per questo che a te sempre ricorro”.
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10 maggio: RALLEGRA I NOSTRI CUORI
Padre Caterini ci ricorda che, quando dirigeva i pelleÂgrinaggi dall’Italia alla Salette, si fermava per la messa e il pranzo nel devoto Santuario di N.S. del Laus. Qui si veÂnera una bellissima statua in marmo bianco: la Madonna con un braccio tiene Gesù Bambino e con l’altro allontana da noi un frutto. La spiegazione è semplice: ci allontana il frutto della morte, e ci offre Gesù, il frutto della vita. Del resto, la prima volta che nel Vangelo si incontra il nome delÂla Madonna, è subito indicato come un annuncio di gioia. L’Angelo dell’Annunciazione dice a Maria: rallegrati… gioisci, o piena di grazia! Quando poi va da S. Elisabetta, riempie quella casa di una gioia sconfinata: persino il bamÂbino in seno a S. Elisabetta sussulta di gioia. E Maria canÂta la sua gioia col suo festoso Magnificat! Ecco che cos’è la devozione alla Madonna, causa nostrae laetitiae.
  È una bella invocazione nelle Litanie lauretane: CauÂsa nostrae laetitiae. La devozione alla Madonna, oltre a tutto quello che stiamo dicendo in questo mese, ha un non so che di festoso, di gioioso, che non hanno le altre devoÂzioni. Tutti i 31 giorni del suo bel mese, sono i giorni di festa. Basta entrare in un Santuario mariano: quant’aria di festa con le campane, i fiori, gli stendardi. I Santi hanno detto che perfino il nome rallegra e ricorrono a quel cuÂrioso artificio: Ave – Eva. “Eva” rappresenta le spine, il dolore, il pianto; “Ave” rappresenta le rose, la gioia, il canÂto. Eva ci ha fatto perdere il paradiso quaggiù; Ave ce lo ha riportato, portando Gesù. Eva ha aperto la valle delle lacrime; Maria ha aperto la valle della felicità .
Fioretto: Cercherò di vivere la presenza di Gesù e di Maria, fonti della vera gioia. Pregherà se la tristezza è in agguato.
Giaculatoria: Madre della gioia, prega per noi e per tutti i figli tuoi.
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