SAN MARCO TROTTI.LA BIBLIOTECA SAN MARCO – fondo librario don Ciccio Perrotta

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SAN MARCO TROTTI. S. ECC. MONSIGNOR ANTONIO

DI DONNA, MONSIGNOR FRANCESCO MARIA PERROTTA E

DON MICHELE GROSSO HANNO INAUGURATO

LA BIBLIOTECA SAN MARCO – fondo librario don Ciccio Perrotta –

di Paolo Pozzuoli

Alzi la mano chi, vicino oppure oltre la soglia della quarta fase degli ‘anta’, giura di non essersi mai emozionato davanti una qualsiasi libreria, intesa come il mobile utilizzato quale custodia di libri, considerato che, all’epoca, era difficile avere l’idea, anche minima, di una Biblioteca. Alzi la mano chi afferma di non aver provato nessuna sensazione nel leggere il titolo di un libro e/o ammirarne la curata rilegatura. Alzi la mano chi sostiene di non aver subito il fascino del libro Cuore, uno dei romanzi di narrativa più popolari scritto per i ragazzi, e d’averne desiderato una copia. Altra epoca, altri tempi! Comunque, prescindendo da quanto si sarebbe potuto fare e non è stato fatto negli anni a venire, va detto che ogni biblioteca è fonte di crescita, di sapere a tutto tondo; ed il libro, allettante dono offerto oppure ricevuto, è stato sempre un valido, insostituibile compagno di viaggio. In proposito, e sempre in riferimento alla particolare attenzione che suscita la promozione della lettura e della cultura, ci piace evidenziare che: a) a Campolongo di Cadore,nei primi anni cinquanta, i libri (sussidiario e lettura) venivano dati in comodato d’uso agli alunni con obbligo di restituzione alla fine di ogni anno scolastico; b) a Baucina, in provincia di Palermo, in un recente passato, ‘per diffondere cultura, si distribuivano libri a tutti i ragazzi delle scuole prima delle vacanze’; c) a Taranto, ultimamente, è nata una libreria ecologica che, in cambio di bottiglie di plastica, dona libri.

Benvenuta, dunque, BIBLIOTECA SAN MARCO – fondo librario don Ciccio Perrotta – alla cui inaugurazione, particolarmente emozionante, coinvolgente e gioiosa, tenutasi presso la Parrocchia dedicata a San Marco, il santo patrono della frazione, è accorsa numerosa la comunità locale nella consapevolezza di assistere ad un evento speciale, imperdibile e vivere una serata memorabile, encomiabilmente coordinata del Parroco don Michele Grosso. Anche qui, invitiamo vivamente ad alzare la mano chi, sebbene invitato alla cerimonia di inaugurazione della Biblioteca e, avendola disertata, abbia almeno immaginato cosa si sia perduto. Don Michele ha esordito tratteggiando la nascita e la crescita della Biblioteca: “personalmente amo le biblioteche per il silenzio che c’è; una realtà contraria ed opposta alla civiltà di oggi, dove i giovani, in cerca di alternative effimere, si allontanano dal silenzio; questa nostra Biblioteca, fonte di crescita e di sapere non solo ai fini culturali, oltre ad essere un bel vedere, è nata per l’esigenza di dare un sostegno socio-culturale alla nostra comunità e per la rinascita di San Marco; in verità, è stato faticoso superare certe resistenze, in modo particolare di quanti non credevano a questo progetto; ma, stimolati e motivati da don Ciccio, una volta organizzati, abbiamo cominciato nel mese di giugno scorso; a don Ciccio, uno ‘scolaretto’, attorniato da giovani, sempre presente fin dall’inizio, l’importanza per quello che ha fatto anche con la donazione del suo patrimonio, il patrimonio della sua via; posso dire che don Ciccio in tutta la sua vita, con i suoi risparmi, ha collezionato più di 25.000 volumi”.

Sono seguiti i ringraziamenti a S. Ecc. Monsignor Antonio Di Donna, “non solo per quanto ci ha donato, ma anche perchè viene sempre con piacere e la sua presenza mi commuove”; ai Sindaci di Santa Maria a Vico, Andrea Pirozzi, e San Felice a Cancello, Giovanni Ferrara; alla Protezione Civile ed alla Polizia Municipale, a Carmine De Lucia, Giuseppe Basilicata, Rossella Grieco ed ai volontari, “per la fattiva e proficua opera svolta, un impegno straordinario: non si sono per nulla risparmiati”.

È poi intervenuto il Sindaco di Santa Maria a Vico che ha manifestato il proprio “orgoglio di essere qui, nella nostra comunità di San Marco, dove abbiamo l’esigenza di portare avanti il nostro patrimonio culturale e poter ringraziare don Michele, sempre pronto a prodigarsi, al servizio della Parrocchia e dei parrocchiani; bisogna essere insieme e fare comunità per lavorare nell’interesse dell’intera popolazione; siamo qui, a San Marco, per capire i vostri suggerimenti e far sì che la Parrocchia, centrale che unisce, promuova iniziative idonee per poter operare in serenità”. Indi, il Sindaco San Felice a Cancello, latore anche dei saluti della città aS. Ecc. Monsignor Di Donna, a don Ciccio, “l’anima di questa Biblioteca dove i ragazzi avranno la possibilità di ritrovarsi per studiare e socializzare”, e a don Michele; infine, nel sottolineare che “l’inaugurazione della Biblioteca è un avvenimento”,ha assicurato di “esserepronto ad accettare qualsiasi consiglio, suggerimento, per il bene della comunità”. È stata poi la volta di Giuseppe Basilicata e Rossella Grieco i quali, nell’attestare che la loro opera per la realizzazione della Biblioteca, “una realtà culturale concreta e duratura”, è “da ritenersi effettuata nell’esclusivo interesse della Parrocchia”, hanno ringraziato i volontari ed i ragazzi tutti che si sono prodigati per la nascita della Biblioteca, nonchè gli amministratori per il valido e fattivo contributo volto alla rinascita di San Marco.

Quindi, don Ciccio. Dopo aver accennato che “sopra, dove abbiamo collocato la Biblioteca, era tutto abbandonato e, per tanti, questo nostro impegno era inutile, anacronistico”, ha accennato all’inizio della “storia della Biblioteca “S. Marco” che va fatta risalire al 19 marzo 2014, festa di                                                                                             S. Giuseppe”, quando ebbe modo di accorgersi che “alla Comunità parrocchiale di S. Marco, a me affidata in cura pastorale dal nostro Ecc.mo Vescovo D. Antonio Di Donna, mancavano alcuni sussidi fondamentali, strettamente legati alla crescita integrale dei suoi figli: tra questi una biblioteca fornita di sussidi solidi, variegati, mirati alla formazione. E, neppure una carta! I santi non hanno mai rimandato a domani: Cras. Hanno sempre praticato lo hic et nunc; hanno sempre fatto bene quello che la volontà di Dio li chiamava ad operare. Non potevo, non dovevo perdere tempo.

E, come si dice: a nomme ‘e Dio cominciai a lavorare. Mi fermo, adesso, alla biblioteca. Abbiamo circa 6.000 volumi. La maggior parte di essi sono di formazione generale; moltissimi sono specifici per studi particolari, approfondimento, stesura di tesi di laurea. Ricco è il settore enciclopedico e di dizionari; settore generico o specifico. Elenco parte delle opere principali: Enciclopedia, Editore Einaudi; Dizionario Europeo della Garzanti (15 vv.); Enciclopedia Cattolica; Dizionario enciclopedico UTET (43 voll.); Grande dizionario De Mauro; Vocabolario Universale Tramater /Negretti; Dizionario enciclopedico italiano (16 voll.); Lessico universale                                                                                                                                                                                                                                                                         italiano (25 vv.); Enciclopedia Treccani (60 voll.); Storia Universale dei                                                                                                                                    Popoli e delle Civiltà UTET (27 vv.).                                                                                   

Specifici di diverse materie ci sono dizionari relativi agli oceani, al mare, alla musica, alla salute o benessere, alla terra, al folklore, ai ragazzi, all’uomo. Ci sono ancora il Dizionario enciclopedico (16 voll.) e i 25 voll. del Lessico Universale; l’Enciclopedia Motta (14 voll.). Molto ricco è il settore storico: ricordo, tra le altre, le seguenti opere: Storia della Medicina (9 voll.); Storia d’Italia della Einaudi (87 voll.); Storia di Roma (UTET 17 voll.); Storia Universale (22 voll.); Storia di Napoli (13 voll.); Storia Universale Vallardi (22 voll.); Storia del Mezzogiorno (19 volumi); Propilei (Mondadori, 11 volumi); Hyerarchia catholica (8 voll.).

Per i giovani laureandi ci sono: REGESTI (42 voll.); Registri cancelleria                                                                                                                                                                                                                     angioina; Fonti Aragonesi (7 voll.); Regii Neapolitani Archivi Monumenta                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        (5 voll.); di Lorenzo Giustiniani c’è il Dizionario geografico-ragionato in 13 voll.; Notizie sulla Città di Napoli delle Edizioni Stim Italiane (voll.7); Testi dialettali napoletani (9 voll.).

 Numerosi i volumi di Storia locale. Abbastanza nutrito il settore della Sacra                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Scrittura. Ricordo solo l’opera di Cornelius a Lapide, splendido commentario della S. Scrittura e la cosiddetta S. Bi Sacra Bibbia del Garofalo, opera con apparato critico, nella triplice versione italiana, greca, latina. Completano la lista altri 200 e più volumi, ben noti; tra questi, quelli del Cardinale Ravasi. Basta nominare i volumi dei Salmi. Per la filosofia, oltre ai Dizionari, abbiamo l’Enciclopedia della Garzanti in 60 voll. e, al momento, 31 volumi di opere di noti filosofi. Di grande importanza per gli studiosi sono i volumi della Fondazione Lorenzo Volla, fondazione in fieri; attualmente sono 178 i nostri volumi. Abbiamo i Nobel (59 voll.); Oscar della narrativa; classici italiani (31 voll.); i grandi maestri (33 voll.); 38 volumi della Letteratura Italiana della Ricciardi; 13 voll. dei Meridiani…

Completano questo elenco l’opera settecentina, originale degli Annali d’Italia di Ludovico AntonioMuratori: sono 15 volumi; e Napoli Nobilissima 51 volumi. Abbiamo anche 10 grossi volumi relativi alla Giustizia penale e 4 grossi volumi delle Lettere e Arti d’Italia. Legato intimamente alla Biblioteca è un archivio veramente importante perchè ha materiale documentario, che interessa uomini ed eventi della nostra Valle Suessolana. Mi fermo solo ad indicare i Catasti Onciari, gli scritti del cattedratico Nicola Valletta e a far nome degli                                                                                      scritti del Sacerdote arienzano Pietro Maria Contegna e dei poliglotti e magnifici della famiglia Carfora: Lelio, Carlo e fratelli. Solo un accenno particolare intendiamo fare ai documenti del fondo Catasti Onciari, conservati originali, in Archivio di Stato di Napoli. Abbiamo in copia i Volumi delle RIVELE, degli APPREZZI, del Catasto e delle:

1) Università di Arienzo (1741-1747); 2) Università di Santa Maria a Vico: stessi anni e/o qualche decennio dopo; 3) Università di Acerra; 4) Università di Maddaloni; 5) Università di Durazzano; 6) Università di Licignano, parte integrante da sempre della nostra Diocesi; 7) Università di Vitulazio; 8) Università di Bellona. È una documentazione singolare che ci fa conoscere, che fotografa famiglie, beni, patrimonio zootecnico; consistenza patrimoniale; mestieri, età ed altro ancora degli abitanti dei vari Comuni,                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         allora chiamati Università dalla partecipazione universale degli aventi diritto alla formazione dei rispettivi annuali governi. I fasci di documenti, in copia, coprono un territorio vasto. Sono più di 50 i grossi faldoni; tutti manoscritti: del ’700. Finora sono state fatte quattro tesi di laurea in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Di Nicola Valletta abbiamo, in copia, circa mille schede, quasi tutte inedite, di manoscritti suoi.

Chiudo: la Biblioteca non deve fornire solo l’aiuto, la fruizione dei libri. Ritengo                                                                                               che le Biblioteche debbano pensare anche ad altro: allestire mostre, dibattiti, studi, conferenze, cineforum relativi alla conoscenza e risoluzione dei problemi esistenziali del territorio.                                                                                                            

A Sua Eccellenza il nostro Vescovo un grazie, grande assai, per la paterna presenza con la quale ha accompagnato, incoraggiato e sostenuto questa nostra fatica. Può stare sereno; continueremo ad operare per il bene della Chiesa, con discrezione, dignità, senso di presbiterale responsabilità. Un grazie vogliamo esprimere a don Michele Grosso.

Don Michele, a te rivolgiamo questa preghiera: falla crescere la Biblioteca. È una delle pratiche di carità – quella intellettuale – che sei chiamato ad esercitare quotidianamente per i tuoi figli di S. Marco.                                         

Un grazie all’architetto Rossella Grieco e a Giuseppe Basilicata. Se la biblioteca già funziona, il merito è vostro. Avete dato un aiuto grande, concreto. Insieme con i vostri meravigliosi giovani state seminando nella nostra Diocesi un mondo di bene. Un grazie a chi, come noi, ha fatto dono di libri: al compianto Prof. Gaetano Aceto, a Francesco Masi; anche a mia sorella Maria e a mio nipote Andrea. Insomma, a tutti, anche a chi non ho nominato.

Vedo presenti i sindaci. A voi un pensiero di particolare riconoscenza per la                                                                                         fatica che dovete sostenere, quotidianamente, nell’esercizio del vostro Ministero; servizio, peraltro, mai sufficientemente capito e ricompensato. Aiutateci a crescere; e, quando potete, aprite le casse magre del Comune; dateci, ogni tanto, almeno qualche segno di solidarietà. L’augurio finale? Che la nostra modesta Biblioteca e le altre che operano nella nostra Valle vivano, crescano, fioriscano!

S. Ecc. Monsignor Antonio Di Donna, Vescovo della Diocesi di Acerra così ha concluso la serie degli interventi: “don Michele ha chiesto ed io ho messo a disposizione i locali dov’è stata collocata la Biblioteca; pochi giorni fa abbiamo celebrato il 40° convegno ‘Memoria e Profezia’ dove ho auspicato e pregato per riuscire a dedicare più tempo e risorse al pensare cosa fare, per evitare che il mondo vada per conto proprio, mentre noi ci affanniamo in tante cose; fare memoria è un dovere nei confronti di chi ha scritto la storia passata e per le nuove generazioni perchè possano apprendere, riflettere e non rinnegare, rifiutare il passato; è vero che è tutto ‘in fieri’ ma, senza conoscere il passato, le nostre radici, i nostri errori, le nostre conquiste, difficilmente potremmo vivere un futuro equo, sereno, tranquillo; la nostra è una realtà che deve crescere, rinascere dopo la pandemia; il 7 novembre celebreremo la Giornata regionale del ringraziamento, sappiamo come prepararla, e lui sarà presente; so che di queste cose San Marco è capace; grazie, don Michele, don Ciccio e giovani; si parte dal fondo librario di don Ciccio: dire don Ciccio è dire, voler dire Biblioteca; è la stessa cosa; ha recuperato e raccolto migliaia di libri con i quali ha realizzato la Biblioteca; un’opportunità per i giovani, i ragazzi del territorio, un luogo di aggregazione e associazione; anche per i laureandi che forse non trovano a casa propria quelle risorse che necessitano e di cui hanno bisogno; ma, sono qui, se ne servono qui, a San Marco, luogo caro a don Ciccio che è ritornato dopo tanti anni, inviato da me; e qui, nei sette anni che vi è stato, ha cominciato ad operare alacremente come solo lui sa fare; un elogio alla cultura: finalmente una Biblioteca moderna; rimane il concetto di cultura che fa crescere; senza cultura un popolo non cresce, rimane arretrato; dire cultura significa pensare; oggi si parla di pensiero debole perchè a volte si pensa con la mente degli altri; la cultura è fatica, è una scocciatura; soltanto con la cultura viene il gusto della ricerca; Cartesio diceva ‘cogito ergo sum’ (io esisto perchè penso); oggi invece è totalmente ribaltato: sono, esisto perchè digito, batto cioè la tastiera di un computer; è la digitazione che si è inserita nella nostra mente; oggi sono contento e dico più biblioteche e meno sale giochi, sale scommesse; più palestre e meno posti di spaccio; è una mirabile realtà quella percepita questa sera; si parla di cambiamento, di adeguamento ai tempi che mutano vorticosamente, ma, ci si incammina sulle vie che promuovono e inneggiano al consumismo più smodato e appetibile e ci si lascia incantare dall’aspetto esteriore, dal voler apparire a tutti i costi; don Ciccio mette a disposizione la sua saggezza e la sua cultura, dona i suoi libri, cerca e crea l’alleanza con i giovani; con don Ciccio, giovane tra e per gli altri giovani è la tradizione che si rinnova; la tradizione – da tradere, trasferire – che gli anziani trasmettono, consegnano ai più giovani; e quando questa consegna non avviene, si interrompe la staffetta ed è pericolosissimo; bisogna avere buone radici per crescere; Biblioteca, luogo di incontro anche per eventi culturali al fine di recepire qualcosa di più per diventare colti; ed è qualcosa di cui abbiamo bisogno; auspico che tutte le biblioteche del territorio possano allargarsi, migliorarsi, prolificare, investire in cultura, in avvenimenti culturali; oggi si cerca spasmodicamente di trarre immediato profitto da qualsiasi cosa si faccia; gli ospedali sono diventati aziende come se dovessero partorire profitti; sullo stesso livello la scuola che è stata e rimane un investimento per il futuro; investimento vuol dire aspettare, di là da venire; che oggi non vale perchè quello che conta è l’immediato, il ritorno tempestivo, sollecito nel senso che deve subito produrre il contraccambio; vita lunga e prospera alla Biblioteca di San Marco e l’augurio che possano fiorire e svilupparsi centri culturali; una volta le parrocchie erano centri di cultura e la chiesa maestra; dobbiamo recuperare il fare cultura; ora, dire grazie è poco; grazie don Ciccio; vi dico grazie da parte della Diocesi, delle Chiese della Diocesi.

Non è finito qui l’indimenticabile pomeriggio vissuto a San Marco per l’inaugurazione della BIBLIOTECA SAN MARCO – fondo librario don Ciccio Perrotta. Il cerimoniale ha, infatti, previsto il taglio del nastro, la benedizione impartita da S. Ecc. Monsignor Antonio Di Donna ai locali e ai presenti, e – per concludere – un ricco e variegato buffet all’aperto, in un’atmosfera molto conviviale.

Paolo Pozzuoli

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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