SANTA MARIA LA FOSSAPROGETTO ANZIANI ? … SOLO UN RICORDO.

di Peppino PASQUALINO

     Era il settembre del 1997 quando ebbe inizio lo svolgimento di un progetto finanziato grazie alla Legge Regionale n. 21 del 1989, fortemente voluto dall’allora Assessore alle Politiche Sociali, nonché vice-sindaco, Antonio Caimano: il progetto sociale a favore degli anziani ultrassessantacinquenni presenti sul territorio.

     Il lavoro dei servizi sociali fu intenso e, dopo una lunga serie di contatti con l’assessorato regionale, finalmente il <Progetto Anziani> ricevette il finanziamento per assistere a domicilio sessantatre persone ultrassessantacinquenni con particolare riguardo per quelli più avanti in età, con patologie e in condizioni sociali più disagiate.

L’Istituto San Giuseppe, struttura di proprietà dell’Opera del Divino Amore di Napoli, successivamente donato all’Ente parrocchiale, fu sede progettuale presso il quale fu destinata la cucina per fornire i pasti a domicilio, una sala per le riunioni degli operatori e una per le attività ricreative, quest’ultima tante volte utilizzata per fare socializzare gli anziani inseriti nell’attività progettuale.

     Per l’espletamento a domicilio di tutte le attività legate all’aspetto assistenziale, così come prevedeva la normativa regionale, furono attinti dalle liste di collocamento otto operatori, due assistenti geriatrici e sei operai generici; in pratica si trattò del bacino di LSU (Lavoratori Socialmente Utili) che utilizzava lavoratori e lavoratrici iscritti nelle liste di collocamento e disoccupati.

     Pulizia della persona, pulizia dell’ambiente domestico, aiuto nelle pratiche amministrative, assistenza sanitaria presso il servizio di medicina di base, collaborazione nell’inserimento sociale degli anziani assistiti. Per quelli più efficienti fu prevista una attività di vigilanza all’ingresso e all’uscita delle scuole (tra l’altro promessa in campagna elettorale dall’attuale Lista “Insieme” e sancita al punto 12 del programma presentato), attività di giardinaggio presso le ville comunali e ogni inizio di autunno (iniziativa ancora oggi vigente) un periodo di due settimane di trasporto gratuito per cinquantadue persone ultrasessantacinquenni presso uno stabilimento termale per praticare cure terapeutiche secondo le esigenze individuali.

     Un <centro per anziani> per la socializzazione è l’unica struttura rimasta in piedi ancora aperta e ridotta a semplice punto di incontro per la quotidiana partitella con le carte da gioco; nella prima fase progettuale era stato previsto un <centro> per assistere gli anziani dal punto di vista amministrativo e pensionistico con l’intervento delle forze sindacali di settore.

     Penosamente il progetto è svanito nel tempo: niente pasti caldi, niente assistenza domiciliare, niente sostegno amministrativo, nessuna attività di socializzazione, nessuna pulizia della persona, nessuna pulizia della casa e i LSU destinati ad altre attività.

     Adesso che la giunta “Federico” si accinge al giro di boa del suo mandato, sarebbe il caso che il settore amministrativo iniziasse a lavorare in tal senso: ogni “promessa elettorale” è “debito” e gli anziani sono una “cosa seria”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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