A Officina questo week end “Lettere d’amore a Stalin”

Un lavoro di Juan Mayorga (Premio Ubu 2008)

 

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Anni Trenta, Unione Sovietica. Anche al noto drammaturgo Bulgakov il regime vieta ogni possibilità di lavoro e di espressione. Non resta che scrivere a Stalin, affinché restituisca all’autore la sua libertà. Così, a seguito della lettera, giunge a Bulgakov una telefonata dello stesso Stalin, che gli prospetta la possibilità di un incontro.

Da questo avvenimento realmente accaduto prende le mosse “Lettere d’amore a Stalin” di Juan Mayorga (Premio Ubu 2008), spettacolo che andrà in scena questo sabato (ore 21) e domenica (ore 19) a Officina Teatro, nello spazio artistico di via degli Antichi Platani, a San Leucio, diretto da Michele Pagano. Un lavoro in cui si raccontano le speranze e le ossessioni di un uomo. Cosciente che la propria vita potrebbe per sempre appartenere ad altri, per salvare se stesso e sua moglie, nell’attesa dell’incontro, Bulgakov cerca di comporre la lettera perfetta. Ma la caduta è inevitabile e l’incubo ha inizio: la realtà è ormai annullata, e Bulgakov si allontana dal sogno di una nuova vita, rifugiandosi nel mondo delle proprie visioni.

Presentato da Fondazione Salerno Contemporanea e Tinaos, l’allestimento si avvale della traduzione di Antonella Caron e della presenza in scena di Sabrina Jorio, Silvio Laviano, Peppe Papa. La regia è di Tommaso Tuzzoli.

Lettere d’amore a Stalin è una storia d’amore nella quale agiscono tre personaggi: un uomo, una donna e il diavolo. È una riflessione sulla necessità dell’artista di essere amato dal potere, una necessità forte quanto quella del potere di essere amato dall’artista. È una fantasia basata sulla terribile esperienza di Michail Bulgakov, grandissimo scrittore, condannato al silenzio dallo stalinismo.

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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