Acque in deroga
Â
Le deroghe per le acque potabili:
l’evoluzione del problema, i territori coinvolti, la mancata
informazione ai cittadini e gli interventi necessari
Luglio 2012
A cura di:
Tiziana Toto,
Cittadinanza AttivaViviana Valentini e Giorgio Zampetti,
LegambienteSi ringraziano le amministrazioni comunali e regionali che hanno risposto al questionario di
Legambiente e Cittadinanza Attiva fornendo i dati riportati nel dossier.
Indice
Premessa
1- Acqua potabile: i parametri di qualita e le deroghe
2 – Le deroghe chieste dal 2001 al 2010
3 – La terza richiesta di deroghe all’Unione Europea
3.1 – La prima richiesta nel 2010: semi-bocciatura da parte dell’UE
3.2 – Le deroghe concesse a marzo 2011
4 – La situazione attuale
5 – Gli interventi per il ripristino della qualita dopo la terza tornata di deroghe
5.1 – Regione Campania
5.2 – Regione Lazio
5.3 – Regione Lombardia
5.4 – Regione Toscana
5.5 – Regione Umbria
5.6 – Provincia Autonoma di Bolzano
5.7 – Provincia Autonoma di Trento
2
Premessa
Nel 2012 saranno poco meno di 1 milione gli italiani che non potranno avere acqua di rubinetto
conforme ai limiti di legge. Tanti sono, infatti, gli abitanti dei 112 Comuni che ancora per
quest’anno usufruiscono delle deroghe su alcune sostanze, boro, fluoruri e soprattutto arsenico,
presenti in concentrazioni superiori a quelle stabilite dalla legge. Ancora 7 mesi per mettersi in
regola nei confronti della normativa vigente sulle acque potabili, termine che a fine anno non sara
piu possibile rimandare. La deroga ai valori limite, entrata in vigore con il Dlgs 31/2001 e
inizialmente prevista solo come misura transitoria, e stata presto trasformata in un espediente per
alzare i limiti di legge rispetto ad alcuni parametri critici che non rientravano nei limiti previsti dalla
normativa. Per fermare questa cattiva abitudine e dovuta arrivare nel 2010 la bocciatura della
Commissione europea, chiamata in causa dall’Italia per ottenere la concessione del terzo triennio di
deroga, mentre per i primi due serviva solo il parere del Ministero della salute. In seguito
all’intervento dell’Europa e delle richieste di verifica e informazioni che sono succedute fino a
marzo del 2011, sul fronte delle deroghe nelle acque potabili sono emerse imperdonabili
sottovalutazioni, inqualificabili omissioni e la solita tentazione di risolvere “all’italiana†un
problema importante e gia noto da anni.
Ma fortunatamente a distanza di poco piu di un anno dalla bocciatura dell’Europa la situazione sta
progressivamente migliorando, a dimostrazione che la questione della non conformita dei valori dei
parametri di qualita dell’acqua potabile puo essere affrontata e risolta con i giusti investimenti e gli
opportuni interventi, senza ulteriori e ingiustificabili ritardi. Questo e il quadro che emerge dal
dossier di Legambiente e Cittadinanza Attiva, in cui sono riportati i dati raccolti attraverso un
questionario mandato alle Regioni e ai Comuni interessati con l’obiettivo di ricostruire tutta la
questione delle deroghe per l’acqua potabile.
Dal 2003, primo anno di richiesta delle deroghe, al 2009 sono state 13 le regioni che hanno chiesto
deroghe (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna,
Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto) in momenti diversi e su un totale di 13
parametri (arsenico, boro, cloriti, cloruri, fluoro, magnesio, nichel, nitrati, selenio, solfato,
trialometani, tricloroetilene, vanadio).
Dopo sei anni, alcune regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige e
Umbria), non avendo ancora risolto in modo definitivo le cause dello sforamento dei limiti, hanno
chiesto una terza deroga per arsenico, boro e fluoruri, richiesta che la Commissione Europea ha
accolto solo parzialmente. In particolare sono state rifiutate per la terza volta deroghe al parametro
arsenico superiori ai 20 μg/litro, limite indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanita come
non pericoloso per la salute se assunto per periodi limitati. Il rifiuto, giunto inaspettato, ha
riguardato 128 comuni e una popolazione di circa un milione di persone, cogliendo le autorita
italiane decisamente impreparate e responsabili di imperdonabili sottovalutazioni e inqualificabili
omissioni. In particolare l’omissione da parte delle istituzioni italiane, centrali e locali, consiste nel
non aver dato alcun allarme ufficiale, da fine ottobre, quando era stato reso noto all’Italia lo stop
della Commissione Europea. Inoltre non e seguita al provvedimento europeo, da parte delle Autorita
competenti, un’adeguata campagna di informazione rivolta ai cittadini coinvolti per spiegare le
conseguenze della decisione della Commissione, con una particolare attenzione ai bambini e ai
soggetti piu sensibili.
Il provvedimento europeo ha pero provocato, come si diceva, un’accelerazione degli investimenti e
degli interventi di ripristino della qualita realizzati o in corso di realizzazione in Campania, nel
Lazio, in Lombardia, in Toscana e in Trentino Alto Adige, che hanno portato alcuni comuni a non
richiedere piu una nuova deroga, mentre altri ancora l’hanno ottenuta per valori piu bassi nella
3
seconda tranche di deroghe concesse dall’UE a marzo 2011.
Una parte di questi provvedimenti e scaduta a dicembre 2011, e Lombardia e Umbria, insieme alle
Provincie autonome di Bolzano e Trento hanno completato gli interventi e riportato la qualita
dell’acqua sotto i limiti di legge. Anche la Campania, con il completamento dell’acquedotto Sistema
Alto ha risolto la questione dei fluoruri in provincia di Napoli e non ha chiesto nuove deroghe per il
2012. Nel frattempo sono scadute anche le deroghe in Sicilia per il vanadio nei comuni etnei, in
Toscana per i trialometani (in 3 comuni) e nel Lazio per vanadio e trialometani (14 e 2 comuni
rispettivamente). Ad oggi quindi rimangono in vigore deroghe nel Lazio (arsenico, fluoruri),
Toscana (arsenico e boro) e in un comune in Campania per il fluoruro, che in totale interessano
circa 1 milione di cittadini.
Ci auguriamo che presto il capitolo delle deroghe sulle acque potabili possa chiudersi definitivamente.
Intanto pero e fondamentale che, dove sono ancora in vigore, i Sindaci siano garanti e promotori
di un’operazione di trasparenza e comunicazione nei dati di qualita dell’acqua potabile, e di
eventuali anomalie o situazioni di criticita puntuali, per assicurare la tutela della salute dei cittadini.
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Luglio 2012
A cura di:
Tiziana Toto,
Cittadinanza AttivaViviana Valentini e Giorgio Zampetti,
LegambienteSi ringraziano le amministrazioni comunali e regionali che hanno risposto al questionario di
Legambiente e Cittadinanza Attiva fornendo i dati riportati nel dossier.
Indice
Premessa
1- Acqua potabile: i parametri di qualita e le deroghe
2 – Le deroghe chieste dal 2001 al 2010
3 – La terza richiesta di deroghe all’Unione Europea
3.1 – La prima richiesta nel 2010: semi-bocciatura da parte dell’UE
3.2 – Le deroghe concesse a marzo 2011
4 – La situazione attuale
5 – Gli interventi per il ripristino della qualita dopo la terza tornata di deroghe
5.1 – Regione Campania
5.2 – Regione Lazio
5.3 – Regione Lombardia
5.4 – Regione Toscana
5.5 – Regione Umbria
5.6 – Provincia Autonoma di Bolzano
5.7 – Provincia Autonoma di Trento
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Premessa
Nel 2012 saranno poco meno di 1 milione gli italiani che non potranno avere acqua di rubinetto
conforme ai limiti di legge. Tanti sono, infatti, gli abitanti dei 112 Comuni che ancora per
quest’anno usufruiscono delle deroghe su alcune sostanze, boro, fluoruri e soprattutto arsenico,
presenti in concentrazioni superiori a quelle stabilite dalla legge. Ancora 7 mesi per mettersi in
regola nei confronti della normativa vigente sulle acque potabili, termine che a fine anno non sara
piu possibile rimandare. La deroga ai valori limite, entrata in vigore con il Dlgs 31/2001 e
inizialmente prevista solo come misura transitoria, e stata presto trasformata in un espediente per
alzare i limiti di legge rispetto ad alcuni parametri critici che non rientravano nei limiti previsti dalla
normativa. Per fermare questa cattiva abitudine e dovuta arrivare nel 2010 la bocciatura della
Commissione europea, chiamata in causa dall’Italia per ottenere la concessione del terzo triennio di
deroga, mentre per i primi due serviva solo il parere del Ministero della salute. In seguito
all’intervento dell’Europa e delle richieste di verifica e informazioni che sono succedute fino a
marzo del 2011, sul fronte delle deroghe nelle acque potabili sono emerse imperdonabili
sottovalutazioni, inqualificabili omissioni e la solita tentazione di risolvere “all’italiana†un
problema importante e gia noto da anni.
Ma fortunatamente a distanza di poco piu di un anno dalla bocciatura dell’Europa la situazione sta
progressivamente migliorando, a dimostrazione che la questione della non conformita dei valori dei
parametri di qualita dell’acqua potabile puo essere affrontata e risolta con i giusti investimenti e gli
opportuni interventi, senza ulteriori e ingiustificabili ritardi. Questo e il quadro che emerge dal
dossier di Legambiente e Cittadinanza Attiva, in cui sono riportati i dati raccolti attraverso un
questionario mandato alle Regioni e ai Comuni interessati con l’obiettivo di ricostruire tutta la
questione delle deroghe per l’acqua potabile.
Dal 2003, primo anno di richiesta delle deroghe, al 2009 sono state 13 le regioni che hanno chiesto
deroghe (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna,
Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto) in momenti diversi e su un totale di 13
parametri (arsenico, boro, cloriti, cloruri, fluoro, magnesio, nichel, nitrati, selenio, solfato,
trialometani, tricloroetilene, vanadio).
Dopo sei anni, alcune regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige e
Umbria), non avendo ancora risolto in modo definitivo le cause dello sforamento dei limiti, hanno
chiesto una terza deroga per arsenico, boro e fluoruri, richiesta che la Commissione Europea ha
accolto solo parzialmente. In particolare sono state rifiutate per la terza volta deroghe al parametro
arsenico superiori ai 20 μg/litro, limite indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanita come
non pericoloso per la salute se assunto per periodi limitati. Il rifiuto, giunto inaspettato, ha
riguardato 128 comuni e una popolazione di circa un milione di persone, cogliendo le autorita
italiane decisamente impreparate e responsabili di imperdonabili sottovalutazioni e inqualificabili
omissioni. In particolare l’omissione da parte delle istituzioni italiane, centrali e locali, consiste nel
non aver dato alcun allarme ufficiale, da fine ottobre, quando era stato reso noto all’Italia lo stop
della Commissione Europea. Inoltre non e seguita al provvedimento europeo, da parte delle Autorita
competenti, un’adeguata campagna di informazione rivolta ai cittadini coinvolti per spiegare le
conseguenze della decisione della Commissione, con una particolare attenzione ai bambini e ai
soggetti piu sensibili.
Il provvedimento europeo ha pero provocato, come si diceva, un’accelerazione degli investimenti e
degli interventi di ripristino della qualita realizzati o in corso di realizzazione in Campania, nel
Lazio, in Lombardia, in Toscana e in Trentino Alto Adige, che hanno portato alcuni comuni a non
richiedere piu una nuova deroga, mentre altri ancora l’hanno ottenuta per valori piu bassi nella
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seconda tranche di deroghe concesse dall’UE a marzo 2011.
Una parte di questi provvedimenti e scaduta a dicembre 2011, e Lombardia e Umbria, insieme alle
Provincie autonome di Bolzano e Trento hanno completato gli interventi e riportato la qualita
dell’acqua sotto i limiti di legge. Anche la Campania, con il completamento dell’acquedotto Sistema
Alto ha risolto la questione dei fluoruri in provincia di Napoli e non ha chiesto nuove deroghe per il
2012. Nel frattempo sono scadute anche le deroghe in Sicilia per il vanadio nei comuni etnei, in
Toscana per i trialometani (in 3 comuni) e nel Lazio per vanadio e trialometani (14 e 2 comuni
rispettivamente). Ad oggi quindi rimangono in vigore deroghe nel Lazio (arsenico, fluoruri),
Toscana (arsenico e boro) e in un comune in Campania per il fluoruro, che in totale interessano
circa 1 milione di cittadini.
Ci auguriamo che presto il capitolo delle deroghe sulle acque potabili possa chiudersi definitivamente.
Intanto pero e fondamentale che, dove sono ancora in vigore, i Sindaci siano garanti e promotori
di un’operazione di trasparenza e comunicazione nei dati di qualita dell’acqua potabile, e di
eventuali anomalie o situazioni di criticita puntuali, per assicurare la tutela della salute dei cittadini.
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Luglio 2012
A cura di:
Tiziana Toto,
Cittadinanza AttivaViviana Valentini e Giorgio Zampetti,
LegambienteSi ringraziano le amministrazioni comunali e regionali che hanno risposto al questionario di
Legambiente e Cittadinanza Attiva fornendo i dati riportati nel dossier.
Indice
Premessa
1- Acqua potabile: i parametri di qualita e le deroghe
2 – Le deroghe chieste dal 2001 al 2010
3 – La terza richiesta di deroghe all’Unione Europea
3.1 – La prima richiesta nel 2010: semi-bocciatura da parte dell’UE
3.2 – Le deroghe concesse a marzo 2011
4 – La situazione attuale
5 – Gli interventi per il ripristino della qualita dopo la terza tornata di deroghe
5.1 – Regione Campania
5.2 – Regione Lazio
5.3 – Regione Lombardia
5.4 – Regione Toscana
5.5 – Regione Umbria
5.6 – Provincia Autonoma di Bolzano
5.7 – Provincia Autonoma di Trento
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Premessa
Nel 2012 saranno poco meno di 1 milione gli italiani che non potranno avere acqua di rubinetto
conforme ai limiti di legge. Tanti sono, infatti, gli abitanti dei 112 Comuni che ancora per
quest’anno usufruiscono delle deroghe su alcune sostanze, boro, fluoruri e soprattutto arsenico,
presenti in concentrazioni superiori a quelle stabilite dalla legge. Ancora 7 mesi per mettersi in
regola nei confronti della normativa vigente sulle acque potabili, termine che a fine anno non sara
piu possibile rimandare. La deroga ai valori limite, entrata in vigore con il Dlgs 31/2001 e
inizialmente prevista solo come misura transitoria, e stata presto trasformata in un espediente per
alzare i limiti di legge rispetto ad alcuni parametri critici che non rientravano nei limiti previsti dalla
normativa. Per fermare questa cattiva abitudine e dovuta arrivare nel 2010 la bocciatura della
Commissione europea, chiamata in causa dall’Italia per ottenere la concessione del terzo triennio di
deroga, mentre per i primi due serviva solo il parere del Ministero della salute. In seguito
all’intervento dell’Europa e delle richieste di verifica e informazioni che sono succedute fino a
marzo del 2011, sul fronte delle deroghe nelle acque potabili sono emerse imperdonabili
sottovalutazioni, inqualificabili omissioni e la solita tentazione di risolvere “all’italiana†un
problema importante e gia noto da anni.
Ma fortunatamente a distanza di poco piu di un anno dalla bocciatura dell’Europa la situazione sta
progressivamente migliorando, a dimostrazione che la questione della non conformita dei valori dei
parametri di qualita dell’acqua potabile puo essere affrontata e risolta con i giusti investimenti e gli
opportuni interventi, senza ulteriori e ingiustificabili ritardi. Questo e il quadro che emerge dal
dossier di Legambiente e Cittadinanza Attiva, in cui sono riportati i dati raccolti attraverso un
questionario mandato alle Regioni e ai Comuni interessati con l’obiettivo di ricostruire tutta la
questione delle deroghe per l’acqua potabile.
Dal 2003, primo anno di richiesta delle deroghe, al 2009 sono state 13 le regioni che hanno chiesto
deroghe (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna,
Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto) in momenti diversi e su un totale di 13
parametri (arsenico, boro, cloriti, cloruri, fluoro, magnesio, nichel, nitrati, selenio, solfato,
trialometani, tricloroetilene, vanadio).
Dopo sei anni, alcune regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige e
Umbria), non avendo ancora risolto in modo definitivo le cause dello sforamento dei limiti, hanno
chiesto una terza deroga per arsenico, boro e fluoruri, richiesta che la Commissione Europea ha
accolto solo parzialmente. In particolare sono state rifiutate per la terza volta deroghe al parametro
arsenico superiori ai 20 μg/litro, limite indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanita come
non pericoloso per la salute se assunto per periodi limitati. Il rifiuto, giunto inaspettato, ha
riguardato 128 comuni e una popolazione di circa un milione di persone, cogliendo le autorita
italiane decisamente impreparate e responsabili di imperdonabili sottovalutazioni e inqualificabili
omissioni. In particolare l’omissione da parte delle istituzioni italiane, centrali e locali, consiste nel
non aver dato alcun allarme ufficiale, da fine ottobre, quando era stato reso noto all’Italia lo stop
della Commissione Europea. Inoltre non e seguita al provvedimento europeo, da parte delle Autorita
competenti, un’adeguata campagna di informazione rivolta ai cittadini coinvolti per spiegare le
conseguenze della decisione della Commissione, con una particolare attenzione ai bambini e ai
soggetti piu sensibili.
Il provvedimento europeo ha pero provocato, come si diceva, un’accelerazione degli investimenti e
degli interventi di ripristino della qualita realizzati o in corso di realizzazione in Campania, nel
Lazio, in Lombardia, in Toscana e in Trentino Alto Adige, che hanno portato alcuni comuni a non
richiedere piu una nuova deroga, mentre altri ancora l’hanno ottenuta per valori piu bassi nella
3
seconda tranche di deroghe concesse dall’UE a marzo 2011.
Una parte di questi provvedimenti e scaduta a dicembre 2011, e Lombardia e Umbria, insieme alle
Provincie autonome di Bolzano e Trento hanno completato gli interventi e riportato la qualita
dell’acqua sotto i limiti di legge. Anche la Campania, con il completamento dell’acquedotto Sistema
Alto ha risolto la questione dei fluoruri in provincia di Napoli e non ha chiesto nuove deroghe per il
2012. Nel frattempo sono scadute anche le deroghe in Sicilia per il vanadio nei comuni etnei, in
Toscana per i trialometani (in 3 comuni) e nel Lazio per vanadio e trialometani (14 e 2 comuni
rispettivamente). Ad oggi quindi rimangono in vigore deroghe nel Lazio (arsenico, fluoruri),
Toscana (arsenico e boro) e in un comune in Campania per il fluoruro, che in totale interessano
circa 1 milione di cittadini.
Ci auguriamo che presto il capitolo delle deroghe sulle acque potabili possa chiudersi definitivamente.
Intanto pero e fondamentale che, dove sono ancora in vigore, i Sindaci siano garanti e promotori
di un’operazione di trasparenza e comunicazione nei dati di qualita dell’acqua potabile, e di
eventuali anomalie o situazioni di criticita puntuali, per assicurare la tutela della salute dei cittadini.
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