Di fronte all´odiato aerosol, anche gli adulti spesso storcono il naso. Figuriamoci i bambini. I più riottosi, poi, piangono, urlano, fuggono, le provano tutte pur di sottrarsi alla “tortura”. E allora, cosa fare? Dopo tutto, specie nella brutta stagione, l´aerosol resta lo strumento più efficace per combattere tosse, faringiti, catarro e raffreddore (per non parlare di problemi anche più seri, come la bronchite).

Ad occuparsi di una cosa tutto sommato piuttosto banale ma essenziale soprattutto  tra le giovani coppie di genitori nella stagione fredda,  sono due strutture  pediatriche  italiane specializzate:  il Mayer e l’azienda Ospedaliera Luigi Sacco di Milano.

 

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Parola d´ordine: sdrammatizzare
Se il pediatra prescrive il trattamento con l´aerosol, e il rifiuto del bimbo è totale, secondo gli esperti è meglio sdrammatizzare il più possibile e provare a distrarlo, inventando magari una storia.

Tutto passerà quando di accorgeranno di stare meglio, assicurano: “E´ importante non enfatizzare il momento, far diventare queste attività una tra le tante della giornata”, spiega il dottor Giovanni Poggi, del reparto di Pediatria del Meyer, secondo il quale è importante limitare l´uso dell´aerosol ai casi in cui è veramente necessario.

Che fare dunque? “Giocare o leggere un libro,a seconda dei gusti e della personalità del bambino”, aggiunge Poggi, “può aiutare a non pensarci: poi sarà lui stesso ad accorgersi che il trattamento lo fa stare meglio e comincerà a non rifiutarlo”.

 

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Poco rumore e mai mentre dorme

Ma oltre al diversivo, anche la tecnologia che può aiutare.

Per esempio, come evidenzia il professor Gian Vincenzo Zuccotti dell´azienda ospedaliera Luigi Sacco di Milano, è anche importante, “scegliere un apparecchio nuovo, magari con gli ultrasuoni, perché meno rumoroso: una delle cose che danno maggiore fastidio dell´aerosol ai piccoli, infatti, è proprio il rumore”.

Secondo Zuccotti, inoltre, bisogna evitare di fare l´aerosol al bimbo mentre dorme, come pensano alcuni genitori come soluzione estrema, “perché per inalare le sostanze correttamente ci vuole una minima partecipazione da parte del bambino”.

 

Quali alternative
In alcuni casi esistono sono anche alternative efficaci all´aerosol, ricorda infine il dottor Salvatore Renna, della Uoc Pronto soccorso e medicina d´urgenza pediatrica del Gaslini di Genova. Per esempio c´è il distanziatore, un dispositivo dotato di due aperture, una per lo spray e una per la bocca, che consente di rendere più veloce il trattamento perché il bimbo deve respirare all´interno per pochi secondi.