Cancello ed Arnone-Intervento chiarificatore di Paolella in Consiglio Comunale

L'intervento di Paolella

L’intervento di Paolella

In verità basterebbero poche parole, prendendole a prestito da Leonardo Sciascia: “ non ho, lo riconosco, il dono dell’opportunità e della prudenza, ma si è come si è”. Le mie motivazioni a questa lettera partono dallo stesso principio. Non sarò stata né opportuna né prudente per quello che ho fatto, ma, perdonatemi, io sono così. Il 29.11.2013 ho rassegnate le dimissioni da assessore perché un amico della squadra, non eletto nella tornata elettorale del maggio scorso, non poteva beneficiare della L 267/2000 ed era costretto a rientrare, in una sede distante da casa, per motivi di lavoro. Avrei voluto fare questa cosa, in maniera molto discreta, senza enfatizzare nulla. Ma non mi è stato possibile. Devo spiegare ai cittadini del mio paese, in particolare ai 522 che mi hanno scelta, il motivo unico e vero di questo gesto perché troppi e ambigui commenti sono stati fatti in modo gratuito e meschino. Io mi sono sempre sentita “prestata” alla politica, mentre l’intera vita mia ho voluto spenderla nella battaglia sociale e culturale da cittadina e da donna impegnata. Questo era il mandato di cui gli elettori miei mi hanno investita: portare un contributo, un’esperienza, una voce, che magari venisse ascoltata dalle istituzioni. Nessuno mi ha votata perché ho promesso un posto di lavoro, un’offerta di aiuto economico, una garanzia di chissà che cosa. Dopo 5 anni e 7 mesi anche quando con rispetto ma con amarezza, constatavo che la politica era refrattaria ad ogni sguardo, proposta e sollecitazione, io ho maturato la convinzione che, per contribuire a cambiare qualcosa, ognuno deve fare ciò che può con grande entusiasmo. E via, così mi sono impegnata organizzando convegni dove invitavo tutti quelli che ritenevo sensibili ai temi in discussione e, anche quando non ne veniva alcuno, ripartivo subito con un’altra iniziativa e mi impegnavo su questioni impellenti ( quali assistenza e prevenzione). Posso dire serenamente di essermi, dall’inizio del mio mandato ad oggi, impegnata con serietà e senza risparmiarmi. Ma non posso fare a meno di dichiarare che questi anni passati in comune sono stati i più duri e faticosi della mia vita. Io capisco che questo gesto possa essere non condiviso da tutti, ma neppure condannato. E’ vero, che l’agenda dei politici è dettata dalla sete spasmodica di visibilità, conquistata gareggiando in polemiche esasperate e strumentali, risse furibonde in parlamento. Non sono di moda con queste dimissioni, con le quali si rinuncia alla poltrona ed indennità piena. Le deleghe non mi sono state tolte, anzi il lavoro sarà fatto a quattro mani. E’ stato sempre cosi nella mia squadra, la squadra del 2008: tutti insieme per non dichiarare il dissesto, tutti insieme ai cortei per gli amici che ci hanno lasciati nei giorni freddi. Tutti uniti sempre. Quest’anno, per la festa della mozzarella, l’amico Massimilla, non eletto, si è presentato al comune senza sottrarsi allo stress e al lavoro accompagna i preparativi. Forse perché non c’è bisogno di deleghe e di ruoli per essere amministratori. E ora, invece, su queste dimissioni, nessuno sa niente di nessuno. O meglio, diciamo che io so poco di tutti. Ringrazio il sindaco perché in questi anni mi ha dato grande fiducia e possibilità di partecipare e crescere. Io ho imparato tanto. A volte ci siamo ritrovati su posizioni diverse, ma ci siamo sempre confrontati con lealtà e chiarezza. Scomodo il mio essere diretta, lo so ma io non riesco proprio a sentirmi complice neanche di una piccola indegnità democratica, quando non si riusciva, ( nonostante di sforzi) a dare risposta a tutti, io preferivo non darle ad alcuno per rimanere coerente ed inattaccabile. Non volevo sentirmi condannata ed inquisita. Quando nella squadra le cose non mi piacciono io non le condivido, affermandolo a bassa voce, senza usare un linguaggio forte perché io non devo e non voglio convincere nessuno delle mie idee. Io non ho bisogno di creare proseliti. Hanno fantasticato su queste dimissioni costruendo soap, o meglio romanzi noir. Con il Massimilla, qualche anno fa ho avuto un’accesa discussione che è rimasta tale per un bel po di mesi senza che nessuno facesse commenti o montasse trame da film. Con questo gesto io, soprattutto ho voluto dire, prima a me stessa, che la politica non mi ha cambiata, non mi ha reso cinica. Io credo ancora che quello che conta nella vita è il rispetto umano. Devo far si che di questi anni rimanga anche un ricordo positivo, non solo immagini di risse denunce e litigi. Davanti agli occhi dei giovani chi ha vinto e chi ha perso, abbiamo perso tutti, se non riusciamo a cambiare l’immagine di noi adulti come punto di riferimento. Io non intendo assolutamente abbandonare la politica, né posso essere ricordata come Celestino V “ colui che fece per viltade, il gran rifiuto” nella divina commedia. Continuerò a farla nello stesso unico modo in cui la so fare: dirò ciò che penso, senza ingessature ne vincoli; senza dovermi preoccupare di alchimie di potere in cui non mi riconosco. Non ho mai pensato al mio contributo nella squadra come fondamentale; pure ritengo, che stare qui debba corrispondere non solo ad un privilegio, ma soprattutto a un dovere di servizio che continuerò ad adempiere più di prima. E’ stato un grande onore per il rispetto che porto alla massima istituzione a cui faccio riferimento, il sindaco, l’elezione a assessore alla cultura presso l’ente locale, fatto per il quale ringrazio, prima di tutto le donne e gli uomini che mi hanno votata. E’ proprio per non deludere le proprie aspettative e tradire il mandato ricevuto, vorrei tornare a dire ciò che penso, continuare ad essere irriverente con il potere dell’arroganza e della presunzione, come lo sono sempre stata. Scusatemi per la lunga lettera, ma sono stata in silenzio troppo tempo. Roba da ammalarmi! Vi ringrazio per l’attenzione prestata e buon 2014 che la nobiltà del dare superi la demoniaca perversa pulsione del possedere. GRAZIE. Rosa maria

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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