Cancello ed Arnone-L’Associazione ‘La Polis’ fa sua ‘la questione morale’ in erba

Massimo Picariello

Da quello che è stato ad oggi

‘Colui che pone alla base del proprio agire il sapere, godrà del premio dell’eternità, per aver umilmente appreso e per aver generosamente diffuso’: questo continua ad essere il monito dell’Associazione culturale ‘La Polis’ ed in primis del suo Presidente Onorario Massimo Picariello,del Presidente Rosanna Paolo i quali, insieme a tutto il direttivo,  si prodigano affinché le problematiche socio-antropologiche attuali vengano focalizzate, interiorizzate ed eventualmente concretizzate. Cosa di meglio che incominciare con la  intrigante e storica ‘questione morale’? Sarebbe il caso di alludere ben presto all’idea d’immoralità  politica, purtroppo satura di un agire malevolo, frutto di una corruzione dilagante. ‘E’ preferibile non generalizzare’ – frase comune e convenzionale, ma come mai i corsi e i ricorsi storici vichiani ci ripresentano di sovente sbrodolature logorroiche di ‘tanti’ che professano bene ma praticano male? Diceva Max Weber: “Tre qualità possono dirsi sommariamente positive per l’uomo politico: passione, senso di responsabilità e lungimiranza”. Siamo dunque incarnati nella complessità e nelle contraddizioni del XX secolo ma non sempre però annusiamo ‘la coscienza del tragico’ che, al contrario di quanto si possa presupporre, è la qualità morale fondamentale di ogni personalità politica. Abbiamo vissuto un passato in cui la storia italiana rappresentava la passione profonda e si proiettava verso una causa ben precisa, tracciando in tal guisa sentieri decisivi per la nostra identità politica. Vogliamo riferirci al periodo della nascita della Repubblica Italiana, risultato eclatante e sofferto della Seconda Guerra Mondiale , con gli strascichi del fascismo e della resistenza dove è emersa la figura del De Gasperi il quale ha dimostrato di prendere parte politica, scommettendo la propria vita, rischiando i propri affetti, accettando le persecuzioni antifasciste e l’incomprensione della Chiesa. Il suo fu un cammino complesso ed arduo ma ricco di soddisfazioni e lo intraprese con un intento volitivo e futuristico  atto a valicare tutto pur di ottenere cambiamenti e metamorfosi salutari per l’intera società. Ciò a cui noi facciamo riferimento non deve però deviarci verso una figura di ‘uomo impeccabile’: il reale essere umano è perfettibile ma non perfetto. Ce ne è d’insegnamento il grande uomo politico Machiavelli che, col suo anticonvenzionale ‘Principe’, dimostra quanto sia possibile  adattarsi mediante l’uso della razionalità.  Egli afferma che il miglior modo per affrontare pragmaticamente la politica consista nell’ indispensabile atteggiamento a-morale e a-religioso di risposta  alla immane mancanza di spiritualità del suo tempo, dove la stessa religione è stata utilizzata in senso utilitaristico e politico. Verrebbe spontaneo considerare il Machiavelli ‘un’alfa privativa ‘in senso generico, ma ciò è assolutamente errato: egli è stato un vero cultore di Dante proprio perché si sentiva vicino alla sua acuta sensibilità religiosa e credeva realmente nella parziale redenzione di coloro i quali si mostrano consapevoli dinnanzi alle loro miserie. Tuttavia la sua arringa è stata una semplice risposta difensiva di sopravvivenza dove veniva chiamata in causa soprattutto la Chiesa, altamente responsabile del ripristino di alcuni atteggiamenti sconvenienti. Oggi, come ieri, gli italiani sono indignati dai comportamenti legati al perseguimento dell’interesse privato più che della moralità dei politici e ad appoggiare tale loro tesi c’è stato il recente monito del Cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei che, dal santuario della Madonna della Guardia,  ha proferito parole in merito alla risoluzione della questione morale politica, ritenendola una problematica grave che non riguarda solo le persone ma anche le strutture e gli ordinamenti. ‘Cambiare è possibile’, ha sostenuto il cardinale,’ perché è la gente che lo chiede e perché è giusto; si tratta solo d’intaccare consuetudini e interessi vetusti.’ “In medio stat virtus” -adoperiamoci quindi un po’ tutti a ritrovare una linea comune  e antidistruttiva di operatività sociale al fine di vivere e considerare la nostra ‘bella politica’ non più come un serbatoio di continui inconvenienti ma come un viatico verso risoluzioni giuste, leali e morali. Invogliamo all’azione coloro che ‘possono’: questa forse è l’unica e ultima chance! 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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