CAPUA BENI COMUNI E CULTURALI

 

In questi giorni continua anche sulla stampa la polemica critica – in primo luogo da parte del CD Pro Loco di Capua – nei confronti della Delibera Giunta N 71 del 04-08-2017, che affida la gestione di alcuni importanti beni storici ad una associazione cattolica. Per questo motivo ritorno sull’argomento riprendendo alcune osservazioni e proposte che già ho avanzato in una precedente nota al sindaco.

Mi preme ribadire che quando si tratta di beni comuni occorre attuare una politica capace di promuovere una loro gestione condivisa e partecipata, in base al principio di sussidiarietà previsto dalla nostra costituzione. Ma per poterlo fare in modo corretto occorrono regole trasparenti, come quelle di cui si vanno dotando alcuni comuni, con decisioni ed atti deliberati assunti prima dalla Giunta e poi validati dal Consiglio (vedi quello di Caserta con la definizione di un Regolamento e Patti di collaborazione con i cittadini, attraverso un ampio confronto pubblico). Su questo fanno testo diverse buone pratiche a livello nazionale, a partire da Bologna. Devo constatare che non solo il sindaco – con la maggioranza – continua ad ignorare questo principio, ma anche le forze di opposizione (a partire dall’avv. Chillemi nella sua interrogazione, resa pubblica sulla stampa locale). Mi dispiacere far rilevare che a Capua, invece, è stato scelto un metodo diverso, di tipo discrezionale, che favorisce alcune realtà associative nei confronti di altre.

Per evitare tali discriminazioni, come rete di associazioni cittadine da tempo impegnate nella lotta di civiltà per il futuro del Museo Campano abbiamo più volte sollecitato in modo formale il Presidente ed il Sindaco Centore di convocare una sessione straordinaria del Consiglio Comunale, dedicata alle problematiche dei beni storici e culturali della città. Nello stesso tempo cogliamo l’occasione per ricordare al sindaco una proposta – già avanzata in modo formale in un incontro – di costituire un Osservatorio con una Consulta dedicata ai tanti beni culturali ed artistici, in cui possono essere coinvolte ed impegnate risorse e competenze del terzo settore, delle forze sociali e datoriali, con il mondo della scuola e dell’università.

Non è più tollerabile lo stato di abbandono di alcuni prestigiosi beni storici e culturali di una città millenaria, (come la Sala d’Armi ed il Castello di Carlo V, nascosto nel Pirotecnico, solo per fare alcuni esempi). E l’elenco potrebbe essere ancora più lungo, di tanti tesori che non riescono ad essere valorizzati e resi fruibili per i cittadini e per i turisti (su cui serve una dettagliata anagrafe). Noi riteniamo che con la cultura si può ripartire per un riscatto civile, economico e sociale. I beni storici ed artistici possono  rappresentare una importante occasione per cambiare ed innovare le politiche di crescita e di governance, per ridare alla città quel ruolo di scrigno di arte e di storia, quelle funzioni urbane ed infrastrutturali che la rendono un nodo strategico nella Campania Felix, di connessione tra zone interne e fascia costiera della nostra provincia e Regione, con una visione capace di valorizzazione e sostenibilità dei beni comuni e del ricco giacimento storico ed ambientale diffuso. Come rete di associazioni riprenderemo l’iniziativa su queste tematiche nell’incontro già convocato per i 1 settembre alle ore 18,30 presso la sala Hotel Capys.

Pasquale Iorio            Aislo-Le Piazze del Sapere                                        Caserta, 26 agosto 2017

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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