CASERTA. CELEBRATA LA “66ª GIORNATA PER LE VITTIME DEGLI INCIDENTI SUL LAVORO”

022600160226001402260008-10226000202260005-1di Paolo Pozzuoli

Ogni anno – nella seconda domenica di ottobre – partecipare alla cerimonia che celebra le vittime degli infortuni sul lavoro sia con un rito religioso in suffragio delle loro anime sia con un altro, civile, per rinnovarne la memoria, è un’emozione sempre nuova. Un’emozione diversa, particolare, che rafforza un vincolo e perciò figlia del ricordo e non dell’eco. Il ricordo, infatti, ritorna, snoda e proietta, in successione, come la pellicola di un film, fisionomie, luoghi, eventi, ecc., mentre l’eco, anche se amplificata da effetti mediatici di straordinaria risonanza, non va oltre quegli spazi e quei tempi nei quali è ristretta; insomma, una volta ripetuta e riflessa, sfuma, si dissolve, finisce lì. Allora, ci domandiamo, quale effetto hanno avuto le parole pronunciate “la memoria dei martiri del lavoro italiano all’estero possa costituire … un continuo sprone a migliorare le condizioni della sicurezza sul lavoro, ovunque nel mondo”dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (… successivamente ‘indignato’ per i tre eventi mortali accaduti sui luoghi di lavoro a Taranto,  Roma, Udine) poco più di un mese fa, in Belgio, nella ricorrenza del 60° anniversario della morte, nella miniera di Marcinelle, di 262 lavoratori, di cui 136 italiani (… ma, altri  caduti sul lavoro ci furono negli anni precedenti – fra essi ricordiamo il vitulatino Luigi Del Mese – sempre nelle miniere di carbone)?  Per inciso, vogliamo altresì ricordare che, in quelle miniere, tanti altri  lavoratori contrassero la silicosi (… e, gli indennizzi? boh?). Il tutto, frutto dell’accordo, stipulato il 23 giugno 1946 fra i governi dei due Stati (belga e italiano). Niente  di articolato e complesso. Piuttosto un ‘do ut des’: al Belgio, che aveva bisogno di braccia da calare e quindi scavare nelle miniere di carbone, tante migliaia di giovani con un costo-lavoro particolare; all’Italia, priva di qualsiasi risorsa dal sottosuolo, forniture di carbone a prezzo agevolato. Ancora, ci domandiamo, quale effetto hanno avuto le altre parole pronunciate  “La sicurezza sul lavoro è una priorità e costituisce il banco di prova dell’efficienza di un Paese e non è accettabile alcun calo di attenzione da parte delle istituzioni e delle forze sociali. Qualsiasi incidente sul lavoro è infatti intollerabile, e anche una sola vittima infligge al corpo sociale una ferita non rimarginabile. Un Paese moderno si misura anche dalla capacità di creare e conservare ambienti di lavoro sicuri: morire sul lavoro, ammalarsi per una causa professionale o restare invalidi o mutilati a seguito di un infortunio sul lavoro non è accettabile in un contesto industriale avanzato. E l’attuazione dei provvedimenti sulla sicurezza sul lavoro, a partire da quelli che discendono dal testo unico promulgato nel 2008 deve assumere un significato prioritario” dal presidente Mattarella, domenica scorsa, a Venezia, dove ha partecipato alla 66^ Giornata  Nazionale per le Vittime degli Infortuni sul Lavoro? Sono state, in effetti, riprese e ripetute a iosa in tutte le altre città, dove è stata celebrata la particolare Giornata. Infatti, sulla stessa lunghezza d’onda, tutti, indistintamente, coloro che, alternatisi al tavolo dei relatori, hanno sottolineato l’improcrastinabilità di mettere in atto, nei modi e termini previsti dalla norma, le misure di igiene, sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro. Quando avverrà? Aborriamo ascoltare chi è solito ripetere, come un refrain, ‘meglio tardi che mai’! Proprio no! Non ci siamo! Sono, trascorsi quasi undici anni da quando, proprio a Caserta, presso il Teatro ‘don Bosco’, l’allora direttore generale dell’INAIL, Maurizio Castro, sosteneva che la “Sicurezza, oltre che un dovere verso la gente, è sinonimo di legalità, rappresentando il solo elemento di contrasto, l’estremo baluardo alla dilagante ed imperante criminalità organizzata che possa impedirne l’ulteriore espansione sul territorio”.  Allora, la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro continuano ad essere le figliastre di uno ….. patrigno e di una ….……  matrigna? La 66^ Giornata Nazionale per le Vittime degli Infortuni sul Lavoro, qui, a Caserta, è cominciata (ore 10:00) con la solenne eucaristia celebrata nella Chiesa (affollata dai fedeli ma soprattutto dagli invalidi e mutilati del lavoro e loro familiari, venuti in gran numero), dedicata alla Madonna di Lourdes, dal M.R. parroco don Pierino Pepe che ha significativamente rapportato la presenza degli associati dell’ANMIL alle pagine del Vangelo del giorno. “Siete venuti qui” – ha detto don Pierino – “per celebrare la vostra storia, la vostra vita e per ringraziare il Signore; la vostra presenza concretizza il Vangelo; siete quelli che tornate indietro proprio come i personaggi del Vangelo: per lodare e ringraziare il Signore”. Alla fine della celebrazione eucaristica, il cav.  Guido Milani,  v. presidente ANMIL, ha recitato la preghiera degli invalidi del lavoro. Il vicino teatro ‘don Salvatore Izzo’ – ivi spiccavano i gonfaloni delle città di Caserta e Casagiove – ha poi accolto i partecipanti per la cerimonia civile. New entry: il neo sindaco di Caserta, Carlo Marino, l’europarlamentare Nicola Caputo, gli onn. Nicodemo Oliverio e Nello Formisano, il dr. Alfredo Grassi, neo primario medico-legale della sede INAIL di Caserta. Prima presenza per il v. prefetto, dr. Luigi Palmieri, la v. dirigente della squadra mobile della Questura, dott.ssa Sabina Palmieri, ed il v. sindaco di Casagione, Danilo D’Angelo. Seconda  partecipazione per il dr. Valentino Attilio Difalco e la dott.ssa Dalila Riccobono (rispetivamente dirigente e funzionaria socio-educativo dell’INAIL), per il sindaco di S. Nicola la Strada, avv. Vito Marotta, e la  dott.ssa Lucia Esposito, dirigente area sicurezza Regione Campania. Osservato, prima dell’inizio dei lavori, un minuto di raccoglimento e ricordata la memoria di Alessandro Letizia, consigliere ANMIL. Non è passata inosservata la presenza del ‘vecchio leone’ (Saverio Cantile, consigliere nazionale ANMIL) che non ha ruggito come ai tempi belli ma si è limitato ad un diplomatico saluto. Anche per questo gli è stato tributato un caloroso applauso. Speaker e relatore della ‘Giornata’ l’on. dr. Giovanni Piccirillo, socio onorario ANMIL, il quale, ascoltata la relazione di Aldo di Biase, presidente territoriale ANMIL – una relazione ricca e articolata in cui ha evidenziato “la mancata rivalutazione delle rendite INAIL e auspicato un nuovo testo unico che possa sostituire e/o integrare quello ancora in vigore che risale a mezzo secolo fa (anno 1965), il reinserimento e la ricollocazione dei lavoratori dopo l’infortunio subito, l’esclusione definitiva della rendita INAIL dall’ISEE, l’abolizione del cumulo della medesima patologia fra INPS e INAIL, l’abolizione dell’attuale grado minimo di invalidità (16%) pro  ritorno all’11%” -  l’ha definita efficace sia in riferimento alle questioni risolte che a quelle da risolvere. Al sindaco di Caserta, Carlo Marino, che, dopo aver ringraziato per l’invito e fatto presente di aver tagliato il traguardo dei primi cento giorni, si è augurato di poter iniziare, assieme all’INAIL e all’ANMIL, un percorso con una campagna di sensibilizzazione nelle scuole al fine di ottenere qualità della vita laddove c’è sicurezza e di costruire  con le istituzioni e le associazioni modelli per percorsi volti alla tutela della salute in ogni ambiente, il ringraziamento dello speaker per la sua presenza, molto significativa, e per l’impegno del comune con l’ANMIL. Particolarmente interessante l’intervento di Valentino Attilio Difalco, tanto da raccogliere il compiacimento ‘per aver  consentito di poter salutare il dr. Grassi e per la relazione, sintetica, didattica, che insegna che bisogna conoscere le cose essenziali che sono state fatte e quelle da fare per davvero’ da parte di Gianni Piccirillo. Il direttore Difalco, di ampie vedute, dall’eccellente bagaglio culturale, di  vasta e profonda competenza ed esperienza professionale, ha presentato il dr. Alfredo Grassi che, a decorrere dal prossimo 15 novembre, prenderà il posto del dr. Francesco Burlin, che ha avuto la sensibilità di venire qui perché Caserta è stata la sua prima sede da primario medico-legale. Continuando, ha evidenziato che il 55% dei casi mortali si sono verificati lungo le strade e pertanto da addebitare esclusivamente al rischio derivante dalle  medesime strade; tali infortuni vanno a toccare gli autotrasportatori, i portalettere, i cantonieri e gli operatori impegnati nei lavori stradali, gli altri lavoratori che fanno il tragitto casa lavoro e viceversa. Valentino Difalco si è soffermato su tale rischio asserendo che “l’INAIL può incidere poco o niente; ma il rappresentante della Prefettura può aiutare al fine di migliorare tutto quanto necessita per limitare gli infortuni sulla strada” (… appello che non vale solo per la Prefettura; tocca anche il sindaco cui viene inoltrato da queste colonne dal momento che, per altri impegni istituzionali, aveva lasciato il teatro; un sindaco, come dire, più stradaiolo, perché possa  guardarsi dentro e disporre la rimozione di tutto quanto nuoce a Caserta onde valorizzarla e presentarne il ‘volto’ nel migliore dei modi). L’europarlamentare Nicola Caputo ha dettagliamente riferito sull’operato del Parlamento europeo al fine di prevenire gli infortuni sul lavoro e poter garantire soddisfacenti condizioni di vita ai lavoratori. Si è detto disponibile ad impegnarsi per ‘avviare un progetto serio con gli istituti finalizzato a favorire studi e ricerche e promuovere quelle proposte che vengono fornite’. Con Nicodemo Oliverio Calabria e Campania hanno cominciato a fare squadra insieme. Hanno criticità molto simili e, per superarle, vanno affrontate insieme. Si è assunto Oliverio l’impegno di affrontare e procedere a nuova valutazione del dannno infortunistico, ha anticipato che è prossimo il varo della legge sul caporalato, ha confidato la sua particolare sensibilità nel ricordare le vittime sul lavoro dal Monviso a Punta Raisi passando da Caserta ed ha ricordato che ‘’non bisogna abbassare la guardia sul delicato tema del fattore rischio che tocca la sanità, l’edilizia, l’agricoltura”. A Nicodemo Oliverio il delicato pensiero “con amicizia e notevole senso di gratitudine a Nicodemo che viene dalla Calabria a dare senso e testimonianza alla nostra ‘Giornata’ perché la sua presenza significa una nota aggiuntiva per il riscatto del sud; vuole dare una testimonianza, un ritorno alla civiltà contadina; la sua esperienza, nata e cresciuta nel vivo delle problematiche sociali, porta iniziative sia per la salute che per gli infortuni sul lavoro” di Gianni Piccirillo. Bella e sofferta la testimonianza di Vito Marotta, sindaco di S. Nicola la Strada, tesa al taglio di alcuni servizi per assicurarne esclusivamente quelli essenziali ed efficienti.  Per Lucia Esposito è importante che tutti  contribuiscano a far propria la cultura della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro. Francesco Burlin, nel salutare e ringraziare tutti, ha ricordato che l’ANMIL e la dott.ssa Riccobono stanno sviluppando un progetto per il reinserimento dei lavoratori che hanno subito infortuni. Onorato dell’invito Alfredo Grassi e lieto per il suo ‘rientro nella terra d’origine dopo un percorso lungo, iniziato 35 anni fa’; ha messo in evidenza la tutela, privilegiata, che l’INAIL dà agli infortunati ed ai tecnopatici. Di Daniela Mingione, relatrice di lungo corso, l’intervento finale. Un intervento in cui ha, sinteticamente, incluso e snocciolato i vari protocolli di intesa sottoscritti con enti ed associazioni, i progetti messi in cantiere e poi attuati, in special modo quelli intesi a diffondere la cultura della sicurezza. Il tempo di procedere alla consegna dei brevetti e dei distintivi d’onore agli invalidi sul lavoro presenti in sala (Pasquale Aversano da San Prisco, Riccardo Foncellino da Caserta, Giovanni Testa da San Felice a Cancello, Donato Carano da Casal di Principe, Luigi Marino da Trentola Ducenta) concessi dall’INAIL e preparati con tanta cura da Dalila Riccobono e, in successione, la deposizione della corona di alloro al monumento in onore dei Caduti sul Lavoro ed il pranzo sociale.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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