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CASERTA. DON FRANCO GALEONE E MARIA ROSARIA FAZIO, AUTORI DEL BELLISSIMO TESTO  <<L’A.B.C. del dialogo ebraico-cristiano per passare dalla “conoscenza” alla  “ri-conoscenza”>> , IN QUALITA’ DI DOCENTI AVVIANO PRESSO IL CENTRO PASTORALE DEL BUON PASTORE, IN PIAZZA PITESTI, IL  “CORSO INTENSIVO DI LINGUA EBRAICA”.

di Paolo Pozzuoli

 

Qualche giorno ancora di ‘spensierata vacanza’ e poi il suono della campanella richiamerà  nell’aula presso il centro pastorale del Buon Pastore in Piazza Pitesti gli allievi iscritti al “Corso intensivo di lingua ebraica” istituito e curato dai chiarissimi docenti don Franco Galeone e Maria Rosaria Fazio. Il “Corso” è finalizzato a trasmettere la conoscenza della lingua ebraica che, partendo dall’alfabeto e continuando con la morfologia, la sintassi e la grammatica, avvia alla lettura di brani biblici e salmici, consente l’interpretazione di canti popolari e liturgici ebraici ed una efficace partecipazione alla celebrazione dell’Eucaristia cattolica in lingua e con canti ebraici. Perché, ci siamo chiesti, ebraismo e lingua ebraica? Beh! Qui, il discorso sarebbe lungo e articolato. Certamente, però, durante le ore di lezione e per tutta la durata del corso saranno ampiamente illustrati ed affrontati chiarimenti ed approfondimenti. Tuttavia, per non deludere il lettore, diciamo subito che la scoperta dell’ebraismo e della lingua ebraica non è stata affatto casuale – come ci ricordano tante scoperte di rilievo – bensì frutto di studi, di ricerche, di riflessioni di chi, come don Franco e Maria Rosaria, speculando e indagando sulla complessità della conoscenza umana, intende capire ed interpretare i segni, i simboli della vita e dei riti in uno ai cambiamenti che sono stati apportati nel corso dei secoli e sfruttarne, perché no?, i principi fondamentali per avviare nuovi filoni. Si deve proprio agli studi di don Franco l’esatta traduzione dall’ebraico, dopo più di duemila anni, della parola ‘halmah’: da ‘vergine’ a ‘ragazza’. Don Franco giustamente afferma e sostiene che “l’ebraismo è la nostra radice”. Aggiungiamo – ci perdoni – anche fonte e luce della nostra esistenza. Continuando, infatti, ad ignorare le nostre origini, ad allontanarci dalla fonte che ci disseta e ad evitare la luce che ci illumina lungo la strada della nostra esistenza non sapremo mai dove tenderemo, quale sarà la nostra meta, il nostro traguardo finale. Propedeutico al corso il testo <<L’A.B.C. del dialogo ebraico-cristiano per passare dalla “conoscenza” alla  “ri-conoscenza”>>, di Maria Rosaria Fazio e Franco Galeone, edito da Spring Edizioni s.r.l. di cui è Direttore editoriale il dott. Vincenzo Nigro, che, appena licenziato da Diaconia Grafica & Stampa,  è stato presentato dagli stessi autori e dal Direttore editoriale nel pieno di una stupenda serata conviviale dove spiccavano don Salvatore Frendo, Clara Dettori, Luigi Tescione, Salvatore Verdone, i coniugi Fazio, Giannattasio, Narducci, Nigro e Pozzuoli. Del testo, per non fare un torto al lettore, ci limitiamo soltanto a dire che anche nella parte grafica rispecchia lo stile di coloro che l’hanno scritto ed hanno contribuito alla realizzazione, a sottolineare l’originalità delle copertine sulle quali è riportato il messaggio di S. Ecc. Mons. Pietro Farina all’ “Incontro per l’unità dei cristiani e la pace del mondo” e risaltano con il ‘menoràh’ (il candelabro dalle sette braccia), la stella di Davide e la Croce, i caratteristici effetti cromatici del mondo ebraico. Significative le illustrazioni e di grande intensità e spessore la prefazione di Mons. Pietro Farina. Il libro non è di facile lettura. Di quelli cioè che vengono letti tutti d’un fiato. Serve molta serenità, predisposizione, pazienza. Va meditato, approfondito, centellinato parola per parola in tutti e tre i capitoli (Approfondimenti tematici, Documenti e fatti dal Concilio Vaticano II in poi, Come parlare degli Ebrei oggi) che si completano con gli ‘Stereotipi da evitare’, la ‘Cronologia delle principali persecuzioni’, la ‘Bibliografia essenziale’, i ‘Documenti’, i ‘Discorsi’, i ‘Libri consigliati’, per ognuna delle centosessanta pagine di cui si compone. Come dire una ‘bella fatica’ anche per il lettore.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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