CASERTA. DON SALVATORE FRENDO HA LASCIATO LA PARROCCHIA (SAN SEBASTIANO MARTIRE)

2458001826970001CASERTA2494000624940008. DON SALVATORE FRENDO HA LASCIATO LA PARROCCHIA (SAN SEBASTIANO MARTIRE) AFFIDATAGLI NEL GENNAIO DEL 1988 DAL VESCOVO, S. ECC. MONS. FRANCESCO CUCCARESE. SOLENNE, NELLA CHIESA, LA CONCELEBRAZIONE PRESIEDUTA DAL VESCOVO DI CASERTA, S. ECC. MONS. GIOVANNI D’ALISE.

di Paolo Pozzuoli

C’è chi ha detto che ‘partire è un po’ morire’ e c’è chi ha affermato che ‘partire è un po’ tradire’. Altro viaggio? Nuove strade da percorrere? Andare incontro all’ignoto o cercare e vivere emozioni e sensazioni diverse? Mah! Perché? Spinti forse dall’umana insoddisfazione? A prescindere, c’è comunque da sostenere una separazione, un allontanamento, ovvero una distanza fra i luoghi fino a quel momento frequentati, certamente amati, familiari, e gli affetti che non sono acqua fresca. Siamo nell’ambito della sfera umana. È la natura dell’uomo: un perenne inappagamento, un malessere biologico! Quale esempio e quanta differenza con la ‘partenza’ di un sacerdote! “Tra un parroco che lascia ed i fedeli certamente c’è rammarico, certamente c’è dispiacere, ma questa è la legge della Chiesa”: è un passaggio, uno stralcio (… a mò di conforto anche …) della lettera – in perfetta sintonia con il Vescovo, Mons. Giovanni D’Alise – che don Salvatore Frendo ha indirizzato ai fedeli nel lasciare la parrocchia di San Sebastiano Martire. Infatti, Mons. D’Alise, evidenziato che “noi tutti, indistintamente, agiamo non per caso ma per un progetto di Dio e, se è vero come è vero che, quando ci viene detto di lasciare, costa, altrettanto vero è bellissimo poter dire ”, ha confidato di sapere perfettamente “cosa significa quando un parroco va via e come resta la comunità (V. Cancello dove si ricordano e gli viene un nodo alla gola quando passa di là)”, ha sintetizzato la sua bellissima storia a “partire dalla chiamata del Signore e, attraverso tante rinunce, nonché durissimi allontanamenti quali l’aver ‘lasciato, dopo 35 anni, prima la parrocchia del suo paese dove ancora oggi viene chiamato Giannino, e successivamente, dopo 10 bellissimi anni, la guida della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia”. “Mi sono affidato a Dio” – ha continuato e concluso S. Eccellenza il Vescovo – “che mi ha donato una serenità, una tranquillità interiore in quanto con il suo aiuto mi rende la visione di ciò che vuole; siamo chiamati a fare la volontà di Dio e le grazie piovono senza che possiamo fermarle perché il Signore si compiace per chi fa la sua volontà; la guida di una comunità non è acqua fresca ma il Signore ci dà la forza di poter migliorare per Lui; ha bisogno di tanti di noi per essere presente in ogni luogo, ogni comunità, ogni tempo; sabato, il Signore mi dà la gioia di ordinare il mio primo sacerdote (don Antonio Traviso) e prego il Signore di donarmi tanti sacerdoti e figli da amare; vogliamo anche dei laici che assumono la responsabilità che chiede loro il vescovo; il loro aiuto, la loro presenza non è un serviziello da fare al prete per rendersi importanti ma diventare esperti per quello che si viene chiamati; approfitto per ringraziare ancora una volta don Salvatore che ha avvertito il coraggio di lasciare una bellissima isola per venire qui; lo ringrazio per tutti questi anni che è stato nella Diocesi di Caserta; rammento – don Salvatore forse non se lo ricorda – che tanti anni fa, era la prima volta, ci siamo incontrati al castello di Cancello; grazie della tua capacità di dire subito ‘sì’ alla Parola di Dio; grazie anche a don Elio (Catarcio) che è stato di aiuto a don Salvatore e grazie a don Franco (Galeone)per la solidarietà di sostegno a don Salvatore e al diacono (don Luigi Tamburro); aderire alla volontà di Dio è anche per i cristiani, non solo per i religiosi; a tutti voi e ai sacerdoti sia di consolazione l’esempio di Maria Santissima: aveva quel figlio, si è staccato e sotto la Croce è diventata la Madre di tutti noi; abbiamo una Madre, un Fratello che ci vogliono bene”. Un esemplare messaggio d’amore, genuino, schietto, sincero, il saluto di don Salvatore: “Eccellenza Rev.ma,
prima di lasciare il mio servizio come Parroco di San Sebastiano Martire, in questa Diocesi che io porto nel cuore, desidero ringraziare quanti mi sono stati vicini in questi 43 anni di mia permanenza nella città di Caserta.
Desidero qui manifestare a Voi tutta la mia simpatia e la mia riconoscenza.
Le persone da ringraziare sono davvero tante; se non le ricordo tutte non è per mancanza di affetto ma perché sono tante: è naturale che qualche nome potrebbe sfuggirmi.
In questi anni ho potuto sperimentare l’affetto e la vicinanza di Mons. Vito Roberti, di Mons. Francesco Cuccarese, di Mons. Raffaele Nogaro, di Mons. Pietro Farina di felice memoria e ultimamente anche di Voi, caro Mons. D’Alise.
Negli incontri mensili con tutto il clero e nelle solenni liturgie del Duomo mi sono sentito figlio della grande madre Chiesa.
Ringrazio il mio fedele e sincero collaboratore don Elio Catarcio con cui ho condiviso la gioia e la fatica di guidare questa parrocchia per 13 anni, in grande armonia e sinergia.
Ringrazio il diacono, don Luigi Tamburro, sempre presente nelle funzioni liturgiche.
Ringrazio il Consiglio parrocchiale, la cui presidente è stata la dott.ssa Angela Sorano, con il quale abbiamo lavorato insieme per realizzare le tante attività e per servire meglio i fedeli della parrocchia.
Ringrazio infine tutti i fedeli e gli amici che hanno pregato per me, mi hanno consigliato, mi sono stati vicino, non mi hanno fatto sentire straniero ma fratello tra fratelli.
C’è naturalmente rammarico, dispiacere in me e in voi, ma queste sono le leggi della vita e della Chiesa.
IO VI PORTO NEL CUORE, SONO SICURO CHE ANCHE VOI MI RICORDATE E MI VORRETE SEMPRE BENE.
CONCLUDENDO!! L’unica cosa che mi rallegra è che lascio la Parrocchia senza alcun debito anche se negli ultimi tempi ho affrontato momenti di notevoli difficoltà economiche.
Al mio successore consegno la Parrocchia in buona salute; molto è stato fatto, a Lui l’augurio di fare di più e meglio per il bene della comunità Parrocchiale e di tutta la Diocesi di Caserta. GRAZIE!”.
Semplicemente speciale il saluto che il coro parrocchiale, “un arcobaleno di sorrisi”, abilmente curato da don Salvatore, gli ha riservato. don Salvatore si intende anche di musica: diplomato in violino presso il Conservatorio di Londra, è un eccellente violinista; ed è opera sua la partitura musicale dell’Inno di Lode a S. Anna. Il coro, composto da Annalisa, Aurora, Barbara, Enzo, Iole, Patrizia, Rosalba, Sergio, è stato rappresentato da Giovanna,
che ha chiosato: “di don Salvatore tutto si può dire fuorchè sia un punto fermo; non sta immobile un solo istante; va spedito in ogni dove; corre incontro a tutti con calore ed energia; è brioso, è coinvolgente, ovunque va porta gioia; basta entrare in una stanza dove è presente per sentirne l’energia, la forza vitale, l’entusiasmo, l’allegria che sa comunicare, talvolta, senza neanche bisogno di parlare; sono i suoi occhi che ti sanno abbracciare e infondere amore; quello stesso amore che ogni domenica dall’altare elargisce ai suoi fedeli attraverso le parole del Vangelo che lui sa rendere semplici e comprensibili a chiunque; la sua semplicità lo fa amare dalla gente, la sua umanità lo rende parte di un popolo in cammino che cerca certezze, stabilità, sincerità; don Salvatore è proprio così, schietto e sincero; e questo è un dono assai prezioso per le persone che lo circondano; noi, voci di un coro di sorrisi, sentiamo nei suoi gesti la melodia del sole nascente; il ritmo delle canzoni, grazie al suo occhio sempre attento, diventa come un canto di angeli sceso dal cielo; ogni parola che cantiamo con gioia diventa, in meno di un momento, un arcobaleno di vita che si diffonde negli occhi del mondo; tutto grazie alla nostra splendida guida, il prete dal piè veloce che, nei suoi gesti e nei suoi colori, ci trasmette le sensazioni della vita; ebbene, come dicevo all’inizio, don Salvatore non può essere un punto fermo, perché non sta mai fermo, ma per noi è il nostro punto fermo; è la nostra certezza, il nostro punto di partenza; il nostro maestro in questa vita che così di frequente si smarrisce quando non ha una giusta guida; allora, con un sorriso ringraziamo il nostro don Salvatore per la sua amicizia, per l’allegria e il dono di saper parlare ai nostri cuori sempre; con affetto sincero”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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