CASERTA. IL VESCOVO D’ALISE AI FEDELI : ASCOLTATE IL GRIDO CHE SALE DAL MONDO”

 BY GIOVANNA PAOLINO

La Diocesi di Caserta si prepara a celebrare la Santa Pasqua . Questo il messaggio di sua Eccellenza Monsignor Giovanni D’Alise Vescovo di Caserta e il suo invito alla Comunita’ di celebrare la Pasqua ” ascoltando il grido che sale dal mondo”.

“La Pasqua non può essere solo un rito o una proclamazione. Essa è certezza di speranza per l’uomo e risposta di Dio al grido di sofferenza e di dolore che sale dal cuore di ciascun uomo e dall’umanità nel vivere sociale. Ma c’è un lamento permanente dell’intera creazione che grida e chiede aiuto al Cielo e all’uomo. Pasqua è una risposta forte e concreta ai tanti perché che salgono a Dio, con invocazioni varie. A Pasqua, tu uomo e donna che corri senza riflettere e senza più pensare, fermati! Fermati carissimo/a, non pensare che agitandoti tu stia vivendo. Agitandoti stai solo entrando sempre più fortemente in un vortice che si chiama autodistruzione. Fermati, a Pasqua, e ascolta il grido che sale dal mondo. Non puoi, non possiamo, continuare a correre nella vita senza vedere, senza ascoltare, senza raccogliere le lacrime, senza graffiarsi il cuore per il dolore che ci circonda. Alle lacrime dei fiumi, dei ghiacciai che si esauriscono, delle piante che muoiono, degli animali che si estinguono, e l’uomo, l’uomo grida, dicendo basta alle guerre, alla sevizie inflitte, alle interminabili file di profughi, alle malattie per l’inquinamento. Alcuni anni fa, c’era un film dal titolo: “Fermate il mondo, voglio scendere”! Ha colpito e commosso il mondo l’immagine di un bimbo morto annegato che il mare ha restituito alla terra perché l’uomo potesse riflettere. Quel bimbo con il volto rivolto nel bagnasciuga ha parlato al mondo… ma nessuno si è fermato! È di questi giorni l’altra immagine di un bimbo appena nato, lavato con un poco di acqua da una bottiglia. È l’entrata nel mondo più misera che si potesse immaginare. È un’immagine incredibile, resta solo come scoop ma non ferma questo mondo pazzo. Ha senso celebrare la Pasqua così, in mezzo ad un egoismo crescente? E Gesù amava e privilegiava i poveri e gli emarginati e noi, spesso, giriamo il viso da un’altra parte… non vogliamo vedere e non vogliamo ascoltare, continuiamo a correre. Dove corriamo? Stiamo correndo verso la disumanizzazione. Cristo ha sofferto, è morto ed è Risorto per niente? Per niente, fratelli cristiani? Chiunque tu sia, per niente? Cristo ha spaccato la pietra che chiudeva la sua tomba, è uscito incontro agli uomini per le sofferenze di ciascuno. Per lenire le sofferenze e le schiavitù ancestrali. Fratelli cristiani della Pasqua 2016, non accontentiamoci di un augurio, di una “pacca sulla spalla”, e continuiamo la corsa. Questa non è la Pasqua; questa non è la Resurrezione di Cristo che continua con i suoi effetti a operare anche la nostra Risurrezione! Sento di dire con forza, prima a me Pastore, Chiesa di Cristo che sei in Caserta, tu sei il Corpo di Cristo di oggi. Tu sei Cristo oggi! Guarda, ascolta, opera, accarezza, abbraccia, incoraggia ma soprattutto fermati! Imita il tuo Dio che dice: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto.” (Es 3, 7-8). Dio è un Dio solidale, che in Cristo è venuto a “spaccare” la pietra di ogni tomba perché operiamo la risurrezione di tutti. Papa Francesco dice: “Ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri…Questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido del povero e soccorrerlo” (EG, 187). E con Benedetto XVI vogliamo dire: “Signore, noi ti ringraziamo perché hai aperto il tuo cuore per noi, perché nella tua morte e nella tua Risurrezione sei diventato fonte di vita; Fa che siamo persone viventi, viventi dalla tua fonte, e donaci di poter essere anche noi fonti, in grado di donare a questo nostro tempo acqua della vita”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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