CITTADINANZA E DIRITTI IL RUOLO DEL TERZO SETTORE E DEL VOLONTARIATO

 

In un ampio articolo pubblicato sul giornale on line Campanianotizie.com, il direttore lancia pesanti accuse nei confronti di alcune associazioni che lui stesso da tempo ha etichettato come “professionisti dell’anticamorra”. Vengono citati alcuni casi di gestione e di utilizzo distorto dei fondi pubblici, con particolare riferimento ad alcune realtà legate all’uso sociale e produttivo dei beni confiscati nella zona marchiata come terra di Gomorra. Nel testo vengono usati toni molto duri e si arriva a sostenere quanto segue: “L’uso affaristico, consumistico e politico-propagandistico che si è fatto del nome del prete vittima del clan. Don Peppe è diventato un marchio da vendere, una griffe, un paravento”. Con riferimento alle due associazioni che da anni sono in prima fila nella lotta per affermare la legalità democratica, come Libera e Comitato don Diana, l’autore parla di una sorta di “mutazione genetica” avvenuta con gli anni, a partire dal 2013, facendo riferimento ad  alcune vicende legate a Casapesenna, a S. Cipriano, a Casal di Principe e alla NCO, con riferimento anche a parentele e contatti con personaggi notoriamente legati ai clan camorristici della zona.

Si preannunciano anche altre puntate, ancora più roventi. Staremo a vedere. Per ora non vi è stata alcuna risposta o reazione, né tantomeno minace di querele nei confronti di queste infamanti accuse, che riguardano anche la politica e le istituzioni locali.

Personalmente non mi convince questo atteggiamento di indifferenza e di silenzio. Anzi considero questo episodio preoccupante, anche alla luce di altri fatti che in questi mesi hanno segnato la vita del volontariato nella nostra Provincia. Infatti, ho avuto modo di partecipare alle attività di alcuni fondamentali enti associativi, a partire dalle rete del FTS Casertano e del CSV Assovoce come componente dell’Esecutivo, su designazione dell’Auser Caserta. E’ stata una esperienza molto intensa (come ho avuto modo di raccontare anche nel volume autobiografico “Una vita per i diritti”, edito da Rubbettino), che mi ha consentito di conoscere, di frequentare  tante associazioni e tante persone straordinarie impegnate in modo quotidiano nelle loro azioni di solidarietà, di sostegno, di accoglienza e di cura per i soggetti più deboli ed emarginati della nostra società.

Ho visto  all’opera tante donne, giovani e anziani che in modo volontario e gratuito hanno donato il loro tempo e hanno messo a disposizione le loro competenze – in un’ottica di sussidiarietà, che spesso sopperisce alle carenze e ai vuoti dei servizi sociali da parte degli ambiti e degli enti locali (in particolar modo nella sanità, con le persone diversamente abili o vittime di dipendenza di vario tipo dalla droga all’alcol fino all’azzardo). Con questo spirito sono state realizzate nei vari contesti tante buone pratiche, come quelle per la gestione partecipata e condivisa dei beni comuni e culturali, ma anche dei terreni ed immobili liberati dal gioco camorristico e dedicati a servizi per la rieducazione e cura di bambini (a volte autistici o affetti da down) o donne vittime di violenza e della tratta per la prostituzione.

Nello stesso tempo va rilevato il fatto che si sono manifestati alcuni segni ed episodi di degenerazione, con alcuni casi di malcostume ed anche di corruzione, di vera e propria gestione clientelare familiare, resi evidenti da alcuni arresti ed anche indagini della magistratura che vedono coinvolte sigle in alcuni casi prestigiose (come i fratelli Diana della omonima Fondazione), esponenti storici del mondo del volontariato e della cooperazione sociale. Sono sintomi di un degrado morale che non può passare sotto silenzio, che in alcuni casi hanno visto il commissariamento di importanti strutture della cooperazione  sociale per la loro gestione di tipo patriarcale e familistico.

In questi mesi è scoppiata anche la crisi di gestione del centro servizi al volontariato (CSV Assovoce), che nelle ultime assemblee ha fatto registrare dei toni di aspra critica e contestazione, con le dimissioni precipitose del Presidente e dei componenti del CD. Questo malessere è stato reso palese nelle dichiarazioni rese a verbale ed anche su FB da alcuni soci fondatori del centro – che negli anni precedenti è stato un modello positivo a livello nazionale. In modo discutibile è stata convocata d’urgenza una assemblea straordinaria, con procedure discriminatori nei confronti di alcuni candidati (esclusi in modo pretestuoso) – vedi comunicato emanato da .

Queste tensioni e rotture sono precipitate in una fase delicata di transizione,  di riforma e di riorganizzazione del terzo settore, in cui lo stesso CSV Assovoce aveva cercato di introdurre processi di innovazione per la sua governance, affiancati da percorsi formativi e progettuali. Purtroppo con l’elezione della nuova presidenza, questa fase viene interrotta in modo brusco, anche con toni e comportamenti che in alcuni casi hanno poco a che vedere con i valori fondanti e con l’etica della responsabilità che deve guidare il mondo del volontariato, di chi si dedica alla valorizzazione dei beni comuni, all’accoglienza e convivenza tra culture ed etnie diverse, alla solidarietà e rispetto d ele diversità (anche quando sono minoranze).

Nonostante questo continuo a considerare il terzo settore come la componente più viva e sana della nostra società per poter promuovere azioni di coesione sociale, di sviluppo locale e di partecipazione consapevole in una terra difficile (dei fuochi e dei veleni). Su tali obiettivi si concentrano le attività di tante associazioni attive nei vari contesti, a partire dalla APS le Piazze del Sapere/Aislo Campania. Per aiutare questo processo un ruolo decisivo possono svolgere gli organismi intermedi, anche con una ridefinizione di compiti nell’ambito della riforma in atto: a) il FTS Casertano (composto dalle associazioni di livello nazionale più attive in provincia) può svolgere funzioni di programmazione e definizione delle linee guide in base a cui operare sul territorio; b) a sua volta il CSV si può specializzare nelle attività di servizio e di supporto alle varie associazioni aderenti.

Su questi temi propongo al Portavoce ed all’Esecutivo del FTS Casertano di avviare un dibattito ed un serio confronto, a partire dall’analisi delle criticità riscontrate, perché venga rilanciato il ruolo di forza trainante di riscatto civile e sociale in Terra di lavoro.

Pasquale Iorio                                                                        Caserta, 24 marzo 2019

Esecutivo FTS Casertano – Auser Caserta

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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