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Fonte Virgilio
Il decreto attuativo sul fisco regionale e provinciale, approvato a
fine marzo, ha dato alle province la possibilità di aumentare del 3,5%
la tassazione sull’Rc auto (che oggi è del 12,5%). In realtà la
legge lascia la facoltà di aumentare o diminuire l’addizionale di
loro competenza in questa percentuale in base alle esigenze di
bilancio. Ma i bilanci delle province, manco a dirlo, non godono di
ottima salute.

Come prevedibile, gli effetti di questo provvedimento non hanno tardato
a farsi sentire e gli enti locali hanno cominciato a sfruttare questa
nuova fonte di gettito. Sono già sette le province che hanno
deliberato l’aumento del 3,5%: Alessandria, Benevento, Bologna,
Chieti, Cremona, Pescara e Vibo Valentia (gettito complessivo
previsto: 3,6 milioni di euro). L’adeguamento è possibile entro il
30 giugno quindi c’è da scommettere che altre correranno ad
accodarsi nei prossimi giorni. Le misure sono state giustificate con
la necessità di sopperire ai tagli dei trasferimenti da Roma (nel
comune campano quasi 5 milioni di euro necessari per la messa a norma
e in sicurezza degli edifici scolastici). Oltre a questo aumento già
avviato, sono in arrivo altre novità che colpiranno sempre le quattro
ruote. Una è l’imminente aumento dell’imposta provinciale sui
passaggi di proprietà (il nuovo sarà equiparato all’usato).

L’altra è la cosiddetta “tassa sulle sciagure”. Il primo
allarme viene dalle Marche colpita dall’alluvione del marzo
scorso. I danni ammontano a 462 milioni e la regione non ha i fondi
disponibili per la ricostruzione. Ma nemmeno Stato. L’aiuto (si fa
per dire) viene dal decreto milleproroghe che stabilisce che in caso
di gravi calamità naturali i governatori hanno la possibilità, se le
casse regionali piangono, di aumentare le tasse. Si parte dalle
addizionali Irpef e Irap e, se le risorse sono insufficienti,
l’accisa regionale sui carburanti fino a 5 centesimi al litro. Le
Marche sono la prima regione che sfrutterà la nuova normativa. Ma
anche con queste misure non si arriverà a raccogliere più di 20-25
milioni. L’altra consiste nel balzello in cui incappiamo quando
acquistiamo un’auto nuova paghiamo – nel prezzo d’acquisto – l’imposta
provinciale di trascrizione (IPT), ovvero un tributo dovuto
all’immatricolazione in Italia per l’iscrizione, la trascrizi
one e l’annotazione del veicolo nel pubblico registro automobilistico
(PRA). L’importo dell’IPT è stabilito dal decreto ministeriale n.435
del 27 novembre 1998 a cui le province possono deliberare un aumento
fino ad un massimo del 30% (tabella).
In sintesi, ad oggi l’imposta di trascrizione grava sugli automobilisti
per un importo variabile tra 151 e 196 euro, a seconda delle province.
A partire dal primo gennaio 2012 cambierà il meccanismo di calcolo
dell’imposta. Infatti, il 31 marzo il Consiglio dei Ministri ha
approvato il decreto legislativo sul federalismo fiscale – pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale il 6 maggio 2011 – al cui interno è stata
inserita una norma che riorganizza il calcolo di questo tributo.
Con la nuova formulazione l’IPT varierà in proporzione alla potenza
fiscale dell’auto (articolo 17 decreto 6 maggio 2011, n.68). In
dettaglio, fino a 53 kW di potenza la tassa resterà uguale a prima, ma
al di sopra di questa soglia aumenterà rispetto ad oggi e sarà
compresa tra 3,5119 euro/kW e 4,5655 euro/kW, a seconda della
provincia.
Questo è il governo che non mette le mani nelle tasche degli italiani,
( si fa per dire) questo è il governo del fare, ( il governo del fare
TASSE).
Saluti Veritas

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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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