Contratto di fiume Volturno, un cantiere di democrazia diretta da salvare

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Contratto di fiume Volturno, un cantiere di democrazia diretta da salvare

Senza regole certe e impegni da rendicontare secondo normativa il contratto di fiume rischia di restare solo scenografia

L’Associazione Città Paesaggio ha partecipato con assiduità e interesse al percorso iniziato a gennaio 2023 per costruire il Contratto di fiume per il bacino del Volturno. Ha fornito numerosi contributi di studio della documentazione e informazione ambientali acquisite dalla rete, senza ulteriore e necessario supporto di dati pur richiesti in primis alla Regione che e’ l’ente che presiede ad attività di analisi, pianificazione, gestione e verifica delle politiche di gestione sostenibile della risorsa idrica. Al percorso hanno partecipato numerosi portatori di interesse pubblici e privati, dai sindaci dei comuni rivieraschi (27 quelli coinvolti), ai dipartimenti universitari, gli enti parco, i consorzi di bonifica, gli ordini professionali tecnici, associazioni ambientaliste, di volontariato e sportive. E’ stata registrata una defezione progressiva di molti stakeholders che ha espresso quanto sia una sfida importante ma non ad esito scontato l’intensa pratica di coinvolgimento delle comunità locali da parte del soggetto capofila, la Provincia di Caserta.

La “partecipazione” rappresenta il fulcro del processo, al fine di portare il territorio in modo consapevole e condiviso alla firma del Contratto. Il Piano d’Azione è a sua volta il cuore del Contratto: contiene tutte le misure, interventi e attività immateriali necessarie per il raggiungimento degli obiettivi e la concretizzazione della visione progettuale per l’ecosistema fluviale. Il Piano segue la redazione di un Documento strategico che riporta una sintesi degli obiettivi specifici e delle azioni di medio lungo termine ovvero gli assi strategici del contratto sulla base di un’analisi conoscitiva preliminare contenente una dettagliata analisi delle potenzialità e delle criticità dell’area e un dossier dei principali Piani e Programmi istituzionali.

Il Contratto prevede una Cabina di Regia con funzioni decisionali e di coordinamento del processo, con il supporto di una Segreteria tecnica. Il coinvolgimento degli attori è garantito attraverso l’Assemblea di Bacino che, pur non avendo un ruolo decisionale, rappresenta il momento di consultazione ufficiale del territorio.

Ieri 16 settembre nella sala consiliare della Provincia si è svolta un’assemblea per la sottoscrizione “simbolica” (come testualmente dichiarato dagli organizzatori) del Piano d’Azione. Poco prima l’Assemblea era stata chiamata a votare su una mozione presentata dalla Cabina di Regia attraverso il suo Coordinatore dott. Giovanni Solino che contemplava:

– la presa d’atto dello schema di programma / piano di azione con delega al Coordinatore della Cabina di Regia ad eventuali modifiche ed integrazioni necessarie e ad approntare il programma / piano di azione definitivo;

– l’insufficiente sistematizzazione e informazione sull’acquisizione delle schede avrebbe richiesto niente di più che un tempo idoneo necessario che non si e’ ritenuto di disporre per la premura presunta imposta dalle imminenti elezioni regionali il cui esito potrebbe non garantire né il proseguimento del programma né l’allocazione delle risorse finanziarie attese per realizzarlo. E’ opportuno ricordare che il contratto di fiume è uno strumento che non ha al momento un asse di finanziamento dedicato e ciò limita grandemente le possibilità di attuazione. Resta un nodo di dibattito importante, sottolineato anche nel Documento di proposta del Tavolo nazionale dei Contratti di Fiume, quello di garantire finanziamenti che non siano residuali o ricavati da altre voci della spesa pubblica, ma che provengano da fondi (europei, nazionali, regionali) legati, per esempio, alle azioni per l’adattamento al cambiamento climatico e all’attuazione del Regolamento UE sul Ripristino della Natura.

La sottoscrizione del sedicente Piano (e non del Contratto che ha forma di accordo di programmazione negoziata e di cui si è proposto semplicemente un fac-simile) più che simbolica è da definirsi fittizia trattandosi di uno schema in divenire e ancora da rendere definitivo e “adeguato alle linee guida”, come si legge dal verbale della seduta.

La dipendenza da fondi pubblici e la complessità delle procedure di finanziamento potranno certamente rappresentare un ostacolo ai buoni propositi dello strumento Contratto di fiume ma non giustificano una procedura che rischia di non rendere trasparente l’azione del Contratto e fare della partecipazione un semplice atto burocratico.

Nicola Sorbo, Presidente dell’Ass.ne Città Paesaggio

Caserta, 17 giugno 2025

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