Daniele Palazzo risponde a Veritas e lo invita a dichiararsi

Ponte Garibaldi Cancello ed Arnone

Caro Mattia, scusa se approfitto del tuo prezioso spazio per rispondere a Veritas, che è un peccato continui a tenere nascosta la sua identità. Esimio collega, sarai d’accodo con me sul fatto che chi, come lui, si esprime e scrive così bene dovrebbe essere conosciuto ed apprezzato da tutti. Infatti, sono davvero pochi coloro che, come il nostro comune interlocutore, sanno cosa significhi scrivere come Dio comanda e, soprattutto, hanno la giusta mentalità critica, idee sane e proposte tese a migliorare se stessi e quanti con loro interagiscono. Tengo a precisare, innanzitutto, che l’appellativo di “Monsignore”, da me confezionato per la “firma” oggetto di questa nota non voleva essere nè lesiva nè offensiva verso una persona che credevo di aver individuato, ma mi sbagliavo. Il Monsignore voleva essere solo un titolo onorifico e distintivo verso una persona che, grazie alle sue indubbie qualità espressive, si distingue notevolmente e in positivo dalla massa. Detto questo, è mio desiderio rivolgermi direttamente a Monsignor Veritas e tranquillizzarlo sulla mia posizione nei suoi confronti, che è semplicemente di stima e rispetto. “Gentile Veritas(scusami se, nello scritto che ti rivolgo, ti darò del tu: lo faccio con tutti, così sono sicuro di non sbagliare) hai frainteso le mie parole. Non è in atto, almeno da parte mia, alcuna manovra persecutoria su scala mediatica nei tuoi confronti. Tutt’altro, semmai. Sono entrato in gioco solo perchè ho ricevuto una mail dall’amico Pasquale Leggiero, che mi chiedeva di commentare una tua “foto”(la “tastiera”, per intenderci) che lui stesso aveva pubblicato su suo blog. Di quì a lanciare il classico sasso nello stagno per smuoverne le acque e scoprirne i segreti(leggi buttarla sulla provocazione nel tentativo, bambinesco, se vuoi, di riuscire a cogliere qualche indizio onde risalire al tuo nome) il passo è stato breve. Come tu stesso hai ammesso, però, niente di personale o di cattivo. Semmai l’opposto. Il mio unico intento era solo ed unicamente quello di far capire alla nostra gente che, seppure anonini, certi contributi, il tuo in particolare, concorrono, malgrado tutto, ad allargare i nostri comuni orizzonti culturali e a rendere la nostra esistenza più degna di essere vissuta e testimoniata”. Saluti, Daniele Palazzo

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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