DIALOGO DI UN VENDITORE DI ALMANACCHI E DI UN GIOVANE ELETTORE

 

di Raffaele Cardillo

 

 Abbiamo Parlamentopreso a prestito il titolo di una delle Operette Morali di Giacomo Leopardi adattandolo ai giorni nostri, in altre parole sostituendo il personaggio del “passeggere” con quello più attuale del giovane elettore, personaggio sfortunato dei nostri tempi, quindi facile preda di opportunisti, che propinano illusorie speranze, pur di carpire il turpe suffragio.

Ci perdoni il Poeta che, in maniera ignobile, stiamo approfittando di un capolavoro della nostra letteratura, ma riteniamo che sia l’unico modo per mettere a fuoco un teorema di non facile dimostrazione.

Non è accettabile che un soggetto, pur capendo la verità, non la voglia accettare, preferendo ingannarsi e crearsi delle vane illusioni.

Coltivare vacui ottimismi per chi non ha futuro, potrebbe essere giustificabile, ma è estremamente deprecabile chi se ne avvantaggia prospettando fatue aspettative.

Immaginiamo adesso un virtuale dialogo tra un venditore di almanacchi e un giovane elettore, naturalmente sarà una versione romanzata, l’azione si svolge in un immaginario crocicchio ed ecco come si configura la scena:

Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi, rodati, efficaci, testati, gradiscano signore?

Giovane elettore. Sono almanacchi per l’anno nuovo, l’anno che verrà?

Venditore. Ovviamente signore.

Giovane elettore. Potrà essere felice l’anno nuovo, oso sperare in un futuro diverso?

Venditore. Certamente porterà tante provvidenze a chi farà acquisto di questi portentosi calendari.  

Giovane elettore. Mi ha convinto! Qual è il costo di questo fantastico lunario?

Venditore. Solamente trenta soldi!

Trenta soldi, un suono stridulo accompagna quest’affermazione, evocando sinistri parallelismi che rasentano l’empietà.

Finisce qui la rappresentazione, chiamiamola con il suo vero nome: una spregevole macchinazione, un’ignobile farsa ai danni di poveri sprovveduti, con la sola colpa di essere indigenti e senza avvenire.

Ci fa sorridere la facilità con cui si promettono centinaia di posti di lavoro, quando l’economia nazionale, sta vivendo un periodo di stagnazione con la crescita del Pil sotto lo zero, bersagliata dalle agenzie di rating con rischio default.

Tuttavia non bisogna disperare, stiamo assistendo a un fiorire di figure immaginifiche, di venditori di sogni che dispensano a destra e a manca, risorse di ogni tipo, elargendo posti di lavoro, a dismisura, fino ad arrivare alla piena occupazione.

Una vera panacea, se si pensa, che questi signori della retorica, ossia l’arte della persuasione, ricorre a strategie comunicative quali: la captatio benevolentiae per accattivarsi la simpatia degli interlocutori, e, non ultima la peroratio ovvero la sollecitazione emotiva del consenso.

Bisogna convenire che “ sono dei barbari non privi d’ingegno” per dirla alla Voltaire, riferendosi a Shakespeare.

Tuttavia, questi personaggi, per il loro eccessivo pragmatismo, centrato su promesse verosimili che si discostano dalle certezze, non li fanno apparire come degni di attenzione.

Anzi, sarebbe opportuno, fare delle attente valutazioni, sceverare, entrare nelle pieghe del contesto prospettato e, magari formulare possibili adesioni, la cautela, però, diventa “un male necessario”, la fretta è sempre stata cattiva consigliera!

In ultima analisi, formuliamo un modesto invito a diffidare dei falsi profeti, dai venditori di fumo, individui da tenere alla larga, perché non degni di considerazione e, soprattutto, di rispetto, da relegare nel dimenticatoio!

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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