GRAZZANISE: COLPACCIO IN OREFICERIA

                             Una donna-battistrada. Portati via da abili rapinatori tutti i preziosi

                                              Tremenda operazione delinquenziale sviluppatasi in due giorni

  Raffaele Raimondo

 Ha suscitato forte scalpore in paese la diabolica rapina messa a segno quest’oggi  in un’oreficeria del centro antico. Portati via da abilissimi ladri tutti i preziosi: ancora incalcolato l’enorme danno. Teatro dell’operazione la zona vecchia del nucleo urbano, quella che si raccoglie intorno al campanile della chiesa madre dedicata a San Giovanni Battista; esattamente a Via Giovanni Parente nel negozio gestito dalla signora T.P. che, affranta, avrebbe dichiarato di aver perduto, in un attimo, i sudori di quindici anni di lavoro. L’orario del colpaccio? Poco prima di mezzogiorno. Un’incursione architettata veramente a mestiere, tremenda per la dinamica sopraggiunta, con un antefatto verificatosi ieri, martedì 18 dicembre, quando una donna, forestiera ovviamente, s’è introdotta nell’oreficeria, dicendo di voler comprare una collana. La titolare, con la gentilezza che la distingue, s’è messa subito a disposizione, ignara di trovarsi di fronte ad un’esploratrice-ladra incallita che, dopo aver girato e rigirato fra le mani varie costose catenine, ha sussurrato con sussiego di volerci ripensare e magari di tornar presto per comprarne una. La perversa base è stata così accortamente costruita. Infatti, verso le 11,30 di oggi, la rapinatrice “travestita da cliente” s’è ripresentata in oreficeria, dove la madre della signora T.P. sostituiva la figlia in compagnia di un bambino. Però, dalla porta blindata appena aperta, la balorda ha detto all’anziana di voler mostrare anche al “marito” l’oggetto del finto acquisto e, per giunta, ad un “amico di famiglia”. Allorché i tre hanno invaso la stanza, non c’è stato più scampo. Atterrita la madre di T.P., ha cominciato ad urlare a squarciagola quando s’è resa conto del terribile inganno in cui era sprofondata. Ma gli spietati, incuranti e freddi come il ghiaccio, hanno attaccato del cerotto sulla bocca del piccolo, chiudendolo nel wc, procurando, a voce infernale, la ferita più grande alla terrorizzata: “Se non stai zitta, ci portiamo via anche il bambino!”. Da quel momento è cominciata la frenetica “man bassa” dei “mariuoli”, arraffando bracciali, orecchini, brillanti, diamanti e quant’altro han potuto saccheggiare. Indi la fuga, lasciando nel più feroce abbattimento nonna e bambino. I carabinieri della locale stazione, agli ordini del maresciallo Luigi De Santis, indagano.

Non molto tempo dopo, la raggelante notizia s’è diffusa per strade e piazzette. Sul posto si son ercati vari stupefatti curiosi, commentando il fatto coi soliti “luoghi comuni”. Il Natale, che poteva essere trascorso serenamente dalla famiglia di T.P. come del resto tutti stanno desiderando in questi giorni prefestivi, sarà molto amaro. In questi durissimi tempi di crisi, purtroppo s’intensificano aggressioni e rapine: quanti nulla fanno per vivere onestamente si muovono come volpi per riempire di denaro ed altri oggetti di valore i sacchi, come se fosse un diritto. Che umanità…!

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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