Grazzanise- I famigliari costernati,commenti

GRAZZANISE (r.r.) – Grave l’atto. “Gravissimo!”ha corretto rapidi altri. E’ ripiombato all’improvviso, proprio nei giorni di scìa del Ferragosto, un inimmaginabile “medioevo di formidabile attualità”. E, benché qualche leader storico si sia ostinato a negar l’evidenza, tutti a Grazzanise hanno immediatamente còlto i mirati obiettivi del macabro vandalismo perpetrato: le tombe profanate, infatti, sono state quelle dei familiari di primo, secondo o terzo grado di esponenti della politica locale. Italo, padre di Franco Petrella del comitato Senso Civico. Franco, cognato dell’ex sindaco Marcello Vaio, ora nello stato maggiore di Nuovi Orizzonti. Marta M. Maddalena, zia, e F. Antonio (cugino acquisito) di Mimì D’Elena fondatore della civica Campi Stellati. Profondi legami presto ricostruiti dalla gente. Ora ovviamente al vaglio degli inquirenti. Se tutto (o quasi) fosse confermato nel tempo, si potrebbe individuare nella data del 17 agosto 2013 un agghiacciante spartiacque nella cronaca-storiapolitico-amministrativa di un Comune adesso guidato dalla Commissione straordinaria Migliorelli-Quaranta-Auricchio subentrata alla dott.ssa Ciaramella inviata dal prefetto di Caserta, Pagano, subito dopo il crollo del civico consesso, a maggioranza svoltista, nel maggio 2012. E come si può pensare che un simile inqualificabile gesto concorra a determinare i destini, prossimi e remoti, della municipalità? Qui sta il nodo cruciale. Da qui potrebbero derivare inquietanti risvolti e, comunque, le più adeguate ponderazioni istituzionali (altrimenti detto, del Ministero dell’Interno nella sua articolazione periferica e perfino centrale). Certo, davanti ad un tale disastro assumono rilevanza anche i precedenti che, nella fattispecie, risalgono agli anni Ottanta, quando il cranio di Enrico Parente, primo sindaco eletto nel dopoguerra, fu scaraventato, in quel periodo di piombo, fra i viali del cimitero: c’erano allora molti cipressi, oggi ridotti a tre. Altra motivazione (il furto di rame e d’ottone) all’origine degli scempi nel camposanto della frazione Brezza, qualche mese fa, o di altri centri in date più lontane. Chi e perché sta barando con le bare? Il tempo risponderà! Uno dei curiosi, decidendo d’andare anch’egli a vedere gli orripilanti esiti del raid era esitante giacché indossava le bermuda. Indossa alfine scuri pantaloni e va. Allora c’è qualche speranza, se questo accade a Grazzanise.



I COMMENTI DI D’ELENA E VAIO

Squilibrati gli autori. Occorrono più vigilanza delle Forze dell’Ordine e telecamere.


GRAZZANISE – “Non ci sono parole per valutare quest’atto – ha affermato Mimì d’Elena, leader dei Campi Stellati – Per me è opera di squilibrati mentali. E’ stata oltraggiata un’intera comunità. Condanno il sacrilegio e farò di tutto per chiedere aiuto allo Stato e soprattutto al popolo di Grazzanise. Noi di buona volontà -ha concluso- dobbiamo guardare e riguardare il nostro paese natìo. Beninteso, non facendo mica le ronde. Ma è il momento di sbracciarsi e di puntare ad un recupero anzitutto socio-culturale”. Da canto suo, l’ex primo cittadino Marcello Vaio: “Va sviluppata la vigilanza delle Forze dell’Ordine. Vanno impiantate telecamere anche sui cimiteri. Si controllino pure i morti, mentre noi ci adoperiamo per difenderci daivivi”.                            raf.rai.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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