I: INCENDIO AREA EX MACRICO : EMERGE LA PISTA DOLOSA.

Potrebbe essere do origine dolosa l’incendio che e’ divampato  ieri  a partire dalle ore 19.30 nell’area ex Macrico, la vasta proprieta’ dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero. Sul  posto  fino a questa mattina per le attivita’ di spegnimento i Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Caserta, con una squadra di 5 unita’, i Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta e la Polizia Municipale del Comune di Caserta . La lunga durata delle operazioni di spegnimento e’ determinata dal fatto che l’incendio e’ divampato in una casermetta allocata all’interno dei viali ai quali si accede dall’ingresso di via Sud Piazza d’Armi. La matrice dolosa sarebbe giustificata dal fatto che , secondo quanto ha dichiarato anche lo stesso Don Saverio Russo componente dell’Idsc, gli accessi dell’area ex Macrico erano completamente chiusi al momento in cui i Vigili del Fuoco, chiamati dai residenti della zona, si sono recati sul posto per spegnere le fiamme. ” Sono stato contattato dai Vigili del FUoco- ha detto Don Saverio- a cui ho dovuto consegnare le chiavi di accesso alla proprieta’”. Secondo notizie che si sono rincorse in queste ore , l’incendio sarebbe stato appiccato da nomadi insediati clandestinamente nell’area. Ma, fino a questo momento, le Forze dell’Ordine non hanno rinvenuto alcuna traccia o presenza di estranei. Don Saverio Russo ha escluso nel modo piu’ assoluto la presenza di amianto nell’area. ” Abbiamo effettuato la bonifica in tutti i punti dell’area – ha precisato- con la attestazione dell’Arpac”.
L’ex Macrico (Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati), un’area di 33 ettari – la superficie di 30 campi da calcio – di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc). Un «polmone verde» per una città assediata da cave e discariche. Secondo le associazioni ambientaliste il Macrico e’ totalmente inutilizzato perché l’Idsc tiene ben chiusi i cancelli. In attesa di venderlo a 40 milioni di euro. ” In questo momento -afferma DOn Saverio Russo- nessuno sembra essere intenzionato ad acquistare l’area anche se noi siamo disponibili ad abbassare il prezzo originario”. Intanto prende sempre piu’ piede la notizia che sull’Area Macrico dovrebbe essere edificato il Parco Aerospaziale realizzato dal Cira e sostenuto anche dal Governo. ” Sono sciocchezze -replica Don Saverio Russo- .Parole senza alcun fondamento”.Nel 2000 il Macrico stava per essere acquistato dal Comune di Caserta, che non si sa come lo avrebbe utilizzato: si parlava genericamente della costruzione di «infrastrutture primarie». Il vescovo di allora, mons. Raffaele Nogaro – ora in pensione , sentì puzza di speculazione e di cemento e bloccò l’operazione. Da allora si sono alternate ipotesi di vendita – si sono interessati all’acquisto costruttori campani come i Coppola (cementificatori del litorale domizio), coop rosse, imprenditori vicini alla Compagnia delle Opere (il braccio economico di Comunione e liberazione), lo Stato per un confuso progetto per i 150 anni dell’Unità d’Italia – e le mobilitazioni del Macrico Verde per la salvaguardia e la restituzione dell’area alla città come parco pubblico. La faccenda sembrò chiudersi quando la Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici pose il vincolo sull’area, bloccando così qualsiasi programma di edificabilità. Ma nel 2012, accogliendo il ricorso dell’Idsc, il Tar della Campania lo annullò, rimettendo di fatto il terreno sul mercato.Secondo le associazioni ambientaliste, l’Idsc solo con il Macrico – quindi senza considerare gli altri immobili diocesani – «è il primo e assoluto proprietario del territorio comunale», rileva il comitato: la superficie urbanizzata di Caserta è di 1.339 ettari, il Macrico ne rappresenta il 2,5%, «una percentuale elevatissima nelle mani di un solo ente a fronte della restante parte per 80mila cittadini». La soluzione del problema , comunque, richiede tempo visto che il Puc , per il Comune di Caserta , dovra’ essere presentato nel 2018.
Da questo incendio emergono due punti fondamentali : innanzi tutto, se davvero l’incendio e’ stato provocato da nomadi, l’area e’ comunque socialmente pericolosa per la cittadinanza e necessita di tutela adeguata da parte delle forze dell’ordine. Ma se cosi’ non fosse stato, chi potrebbe avere intenzione a provocare tensione sociale e , dunque, convincere l’istituto, a liberarsi di questa ingombrante proprieta’

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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