IL FUTURO DELLE FINANZE DELL’UNIONE: SEMPLIFICARE PER SPENDERE MEGLIO

Il Parlamento Europeo ha dato il via al confronto sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) post 2020, che fissa gli importi annui massimi che l’UE può spendere in diversi settori su un periodo di almeno 5 anni. Punto di partenza: il documento di riflessione sul futuro delle finanze Ue, il quinto ed ultimo testo pubblicato dalla Commissione europea nell’ambito del dibattito avviato il 1° marzo con il Libro bianco sul futuro dell’Europa.

Il Libro bianco presentato a marzo dal presidente della Commissione Jean Claude Juncker prevede diversi scenari possibili su cosa potrebbe essere l’UE nel prossimo decennio, quali compiti dovrebbe avere e di quali risorse e poteri dovrebbe disporre. Si va dalla possibilità di proseguire sul percorso già tracciato (Scenario 1: Avanti così) all’ipotesi di circoscrivere significativamente il campo di azione dell’UE (Scenario 2: Solo il mercato unico), dall’Europa a più velocità in cui una “coalizione di volenterosi” rafforza la cooperazione in campi specifici (Scenario 3: Chi vuole di più fa di più) alla scelta di concentrarsi su un numero ristretto di settori, per produrre maggiori risultati in tempi più rapidi (Scenario 4: Fare meno in modo più efficiente), fino alla condivisione di maggiori poteri, risorse e processi decisionali in tutti gli ambiti (Scenario 5: Fare molto di più insieme).

La Commissione europea non ha definito la sua opzione tra quelle indicate del Libro bianco, ma secondo il Commissario al Bilancio Oettinger si tratterà probabilmente di un misto tra le opzioni 1,3,4 e 5, per un’Europa a più velocità, che interviene su affari di interesse comune e su questioni singole nella misura in cui può assicurare valore aggiunto, nel rispetto del principio di sussidiarietà.

Strettamente connesso al futuro dell’UE è dunque il tema del suo finanziamento. Non tutte le sfide che sono di fronte possono essere risolte sul piano finanziario, ma senza un budget stabile e adeguato non sarà possibile realizzare progetti essenziali per il consolidamento dell’azione politica.

Queste sfide riguardano da un lato l’evoluzione delle politiche tradizionali dell’Unione europea – come la Politica di Coesione, la Politica agricola comune e il Programma quadro per la ricerca – che dovranno essere semplificate e rese più efficienti, per aumentare l’impatto di ogni euro speso. Dall’altro lato, l’UE ha bisogno di nuovi fondi per affrontare necessità nuove, dalla lotta al terrorismo alla crisi dei rifugiati, dalla difesa al contrasto ai cambiamenti climatici. Sono problemi che quando è stato negoziato l’attuale QFP non erano così pressanti.

Il tutto avviene nel contesto della Brexit, che da sola produrrà un ammanco di 10-11 miliardi di euro l’anno, anche se non bisogna sottovalutare l’impatto del venir meno del rimborso. Eliminato lo sconto al Regno Unito, bisognerà rivedere anche gli sconti a favore degli altri Paesi UE.

Il dibattito sul prossimo Quadro finanziario pluriennale sarà arricchita anche dal tema delle risorse proprie per l’UE, per diversificare le fonti di introito, considerando che i dazi garantiscono ormai solo il 10% delle nostre entrate.

In ogni caso occorre ripensare al bilancio dell’UE, per renderlo più semplice, più flessibile, e trasformarlo in uno strumento potente che aiuti a crescere più velocemente, e in modo più coeso, senza lasciare indietro nessuno nell’economia globalizzata.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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