LA FESTA DI TUTTI GLI UOMINI E DONNE DI BUONA VOLONTA’

1° Novembre 2020 – TUTTI I SANTI (TO/A)

LA FESTA DI TUTTI GLI UOMINI E DONNE DI BUONA VOLONTA’

Gruppo biblico ebraico-cristiano השרשים הקדושים

francescogaleone@libero.it

Per vivere bene questa solennità di tutti i santi – e dei fedeli defunti –

propongo alla mia e vostra riflessione due pagine del vangelo. Sono testi fondamentali, la Magna Charta costituzionale. Vi invito a leggerle con calma, lasciandoci prendere dalla santità delle parole.

3 Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

4 Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

5 Beati i miti, perché erediteranno la terra.

6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

10 Beati i perseguitati per causa della giustizia perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3).

42 Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;

43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.

44 Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?

45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me (Mt 25,42).

Fa sempre bene pregare le beatitudini: “Sono le parole più alte del pensiero umano” (Gandhi). Ci lasciano ogni volta pensosi e disarmati, ci stupiscono e ci turbano. Le sentiamo difficili eppure amiche, perché non stabiliscono nuovi comandamenti. È il discorso più rivoluzionario della storia! Restiamo senza fiato di fronte alla tenerezza e allo splendore di queste parole. Quando vengono proclamate sanno ancora affascinarci; poi, a contatto con la realtà, ci accorgiamo che ci siamo scelti il manifesto più difficile e contromano. Dobbiamo ringraziare il Signore per avere detto queste parole, che hanno segnato un salto di qualità nel patrimonio genetico dell’umanità. Le Beatitudini sono il riassunto del progetto di vita presentato da Gesù. Un progetto che è valido non solo per i cristiani, ma anche per tutti gli esseri umani. Perché, se si legge il testo con attenzione, la prima cosa che sorprende è che Gesù non presenta un progetto di religiosità o di pratiche religiose, ma un progetto di condotta etica, che si sviluppa nel modo in cui ognuno deve affrontare i grandi problemi che la vita pone a noi tutti: la povertà nel mondo, la giustizia, le relazioni umane, la trasparenza di cuore, la violenza e la pace, le ingiustizie che tutti, prima o poi, ci vediamo obbligati ad affrontare ed a risolvere.

L’elemento decisivo di salvezza o di condanna non sarà nulla che riguardi la religione ma l’uomo: la fame, la sete, l’immigrato, l’ignudo, il malato, il carcerato. In Matteo 25,31, Gesù parla di sei azioni fatte o non fatte all’uomo, cioè a Gesù, cioè a Dio.

Una coincidenza: agli inviati del Battista, Gesù si presenta come messia elencando i segni desunti da alcuni testi di Isaia (Is 35,5; 26,19; 61,1); anche qui Gesù indica sei opere buone: la guarigione dei ciechi, dei sordi, dei lebbrosi, degli storpi, la risurrezione dei morti, l’annuncio del vangelo ai poveri (Mt 11,5). Quelle che Gesù indica come decisive per il destino umano sono sei questioni molto terrene. La salvezza, quindi, non si gioca sulla teologia o sul sacro, ma sull’antropologia e sull’etica (U. Luz, Il vangelo di Matteo). Gesù non chiederà conto a nessuno della sua fede e della sua religione. La lista di cose che decideranno la salvezza o la perdizione nel giudizio ultimo riguarda tutte quelle cose che oggi definiremmo problemi umani, troppo umani! Altro elemento importante: Dio valuterà non come ciascuno ha affrontato i suoi problemi, ma come ha condiviso i problemi degli altri. Per Dio è immorale il proverbio Ognuno per sé, Dio per tutti. In conclusione: non saremo giudicati sulle nostre pratiche religiose ma sul servizio che avremo reso agli altri: “Non quelli che dicono Signore, Signore, verranno salvati, ma quelli che avranno fatto la volontà del Padre mio” (Mt 7,21). Qual è la volontà di Dio? “Amatevi gli uni gli altri!”. I sacramenti vanno bene ma sono solo dei pasti. Noi non viviamo per mangiare, mangiamo per vivere; non saremo giudicati sul pasto ma su quello che esso ha prodotto. Dio ritiene fatto a sé tutto quello che noi facciamo agli altri, nel bene come nel male. E ci riserverà una ricompensa eterna anche per un bicchiere d’acqua (fresca, aggiunge Mt 10,42). Sembrerebbe incredibile se non fosse parola di Dio! Alla domanda su come immagina il giudizio ultimo, così si esprime papa Francesco: “Non lo so… perché non ho partecipato alla prova del giudizio universale… Se devo pensare a come sarà il giudizio, mi viene in mente… un abbraccio. Il Signore mi stringerà e mi dirà: qui sei stato fedele, qui non molto, ma vieni, facciamo festa perché sei arrivato. Egli perdonerà gli sbagli che ho commesso – ne sono sicuro – perché ha un ‘difetto’; Dio è difettoso, zoppica, non può non perdonare. È la ‘malattia’ della misericordia. A me piace pensare così. Io non penso al giudizio universale come ad un bilancio” (Io credo, noi crediamo, Rizzoli 2020). BUONA VITA!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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