Lettera aperta al Rettore e ai Presidi di Facoltà della SUN

Scalone Reggia

 

Partiamo da una buona notizia: la conferenza stampa  promossa dal presidente della Provincia on. Domenico Zinzi – in collaborazione con la rete cittadina  di associazioni di promozione cultuale – in cui è stato riproposto con forza il  problema di aggiornare il nome della SUN in Università degli Studi di Caserta (su cui da anni si sta battendo il comitato sostenuto dal VE Raffaele Nogaro). Con questo appello, rivolto al senato accademico, le istituzioni locali ripropongono in maniera positiva e risolutiva anche quello più funzionale per trovare una sede  adeguata al Rettorato nella città capoluogo: a tal fine sono disponibili da subito sedi prestigiose come Villa Vitrone e la stessa Reggia Vanvitelliana. A questo punto basta solo scegliere. Non vi sono più alibi per continuare a rimanere a Napoli.

Tale scelta appare decisiva per una capacità di “governante” più moderna ed efficiente (grazie anche all’uso delle nuove tecnologie informatiche), che si rende ancora più necessaria per una giovane università cresciuta ed articolata in più poli e facoltà, decentrate in modo originale nei principali centri urbani.

In questo modo viene lanciato un segnale forte da parte delle istituzioni locali per favorire processi di radicamento e di integrazione tra università e territorio, sempre più decisivi per sostenere politiche adeguate di competitività fondate sull’innovazione e sullo sviluppo locale.

Tale esigenza viene riproposta in modo drastico da alcune recenti ricerche a livello nazionale. Infatti, ancora una volta emerge che la Provincia di Caserta si trova al 106esimo posto nella speciale classifica relativa al Rapporto sullo sviluppo umano e sulla competitività socioeconomica dei territori, realizzato da Tecnè, calcolando l’indice T-Values che misura la competività dei territori sulla base di variabili economiche e sociali. L’indice T-­VALUES misura tale competività sulla base di variabili economiche e sociali legate alla qualità dello sviluppo che – come ricorda il premio Nobel per l’economia, Amartya Sen – non è semplice crescita economica ma può e deve essere visto come un processo di espansione delle libertà godute dagli esseri umani.

La graduatoria complessiva che emerge dal rapporto (visibile sul sito www.tecne-italia.it) immortala il gap tra Nord e Sud: sulle 110 province, prima in classifica è quella di Milano, seguita da Bologna, Modena, Bolzano, Parma, Reggio Emilia, Bergamo, Monza, Vicenza e Pordenone. Fanalini di coda, invece, Caserta, Enna, Foggia, Carbonia e Crotone, in fondo all’elenco. Se bisogna scendere fino al 65esimo posto per trovare la prima provincia più a sud (Chieti), dall’82esimo in poi è una lista di province del Meridione. Ottimi, invece, i risultati delle aree del Centro, in particolare della Toscana e dell’Emilia Romagna.

Per far fronte a questi obiettivi è stata lanciata anche la proposta di organizzare una Conferenza sull’università e sulla ricerca in Terra di Lavoro in cui coinvolgere le istituzioni locali, in stretta collaborazione con gli organi accademici, con le eccellenze tecnologiche attive sul nostro territorio (dal Cira all’Osservatorio Astronomico, dai Centri di Competenza alla ricerca farmaceutica), con il mondo delle imprese e del lavoro, dei saperi, delle competenze e delle professioni, dell’associazionismo e del volontariato.

Oltre alle questioni del nome, che pure rappresenta un elemento di forte identità per le comunità locali, va rilanciato con determinazione il ruolo strategico dell’università per la crescita economica e sociale di una comunità, a partire dai servizi di accoglienza e di terziario avanzato (dai trasporti agli alloggi per docenti e studenti, dai servizi editoriali a quelli per il tempo libero).

Nello stesso tempo va recuperato un forte ritardo nella realizzazione di strutture e di centri di ricerca per aiutare processi di trasferimento tecnologico al sistema delle imprese locali e della Pubblica amministrazione. Su tale obiettivo possono svolgere un ruolo decisivo gli altri attori sociali ed enti economici, a partire dalla Camera di Commercio.

Infine, nella nostra provincia (come del resto in Campania ed in tutto il Paese) va colmato il divario crescente con gli altri paesi avanzati in materia di formazione continua: è giunto il  momento di creare dei luoghi di integrazione tra istruzione e formazione professionale, di raccordo con i bisogni di nuove competenze da parte delle imprese; ma anche di crescita dei saperi fondamentali per diffondere una cultura della cittadinanza, della legalità e della partecipazione consapevole. Per questo fine l’università – insieme alle scuole dell’autonomia – può svolgere un ruolo determinante. In tal senso, non mancano esempi e buone pratiche, come quelle del centro Lifelong Learnig promosso dall’Orientale di Napoli, in coerenza con gli indirizzi comunitari e con le Linee Guida dell’EDA adottate in Campania.

 

Caserta, 29 marzo 2001                                                   Pasquale Iorio

                                                                                              Vice presidente Aislo

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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