L’INCLUSIONE SCOLASTICA

Prof.ssa Angela Nespoli(nella foto)

L’inclusione scolastica è uno degli obiettivi fondamentali della scuola italiana e molte sono le iniziative che perseguono il suo raggiungimento  nella prassi scolastica.

Nonostante la significativa attenzione ad ogni percorso di integrazione, permane la consapevolezza che si tratti di un cammino molto complesso, nel quale ogni conquista si mostra fragile ed incerta.

L’inclusione va intesa non come “assistenzialismo”, ma come interesse al progetto di vita e ai diritti dell’allievo, soprattutto se con disabilità.

L’esperienza scolastica rappresenta per l’essere umano una tappa fondamentale della crescita personale e sociale.

È attraverso la scuola che iniziano a realizzarsi quei percorsi di autonomia personale, affettiva, cognitiva che aprono agli studenti, in particolare a quelli diversamente abili, la possibilità di vedersi protagonisti delle proprie scelte in una prospettiva futura.

Le ricerche sulla disabilità hanno evidenziato una correlazione positiva tra utilizzazione di buone prassi nel campo dell’ inclusione scolastica e capacità da parte dei disabili di assumere progressivamente ruoli sociali.

Questo perché un’esperienza scolastica motivante tende a favorire il consolidamento di una positiva immagine di sé attraverso costruttivi processi di identificazione con i coetanei e con gli adulti in un clima relazionale di accoglienza e l’acquisizione di livelli diversificati di autonomia personale intesa come capacità di fare scelte e di prendere decisioni.

Un ambiente inclusivo tende a rimuovere gli ostacoli che impediscono alla persona la piena partecipazione alla vita sociale, didattica, educativa della scuola.

“Includere”  vuol dire avere le stesse opportunità di partecipazione fornendo il proprio e personale  contributo.

La  scuola “inclusiva” è fondata sulla gioia d’imparare e promuove il piacere di sperimentare, di scoprire e conoscere le proprie capacità, di prendere consapevolezza delle proprie abilità.

Essa promuove un clima positivo in classe; è attenta ai bisogni e agli  interessi di ognuno; comprende ed accetta l’altro e valorizza le differenze, ripudiando qualunque comportamento discriminatorio.

La parola “inclusione” è entrata da poco nel nostro sistema educativo e questo è avvenuto  soprattutto per adeguarsi alla terminologia internazionale.

In molti paesi europei , infatti, si usa il termine “inclusion” per indicare, in generale, un processo che porta all’ istruzione degli alunni con disabilità nelle classi comuni, quindi, sostanzialmente, simile alla nostra integrazione.

Sarebbe riduttivo usare inclusione come sinonimo di integrazione, anche se tra i due termini non  c’è frattura logica e culturale che ha segnato il passaggio da inserimento a integrazione. L’inclusione deve essere intesa come un’estensione  del concetto di integrazione che coinvolge non solo gli alunni con disabilità, formalmente certificati, ma tutti i compagni, con le loro difficoltà e diversità.

In breve, l’inclusione è il tentativo di rispettare le necessità o esigenze di tutti, progettando ed organizzando gli ambienti di apprendimento e le attività, in modo da permettere a ciascuno di partecipare alla vita di classe e all’apprendimento, nella maniera più attiva, autonoma ed utile possibile, per sé e per gli altri.

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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