MADDALONI -Premiato il capitano medico Sabba, salvò la vita a quattro militari afgani a Surobi dove perse la vita il sottotenente Pezzulo
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di Nunzio De Pinto
                  Il sorriso di un bambino o di una persona a cui hai salvato la vita è un regalo che non ha prezzo. Lo sanno bene gli uomini dell’equipe medica che lavorano senza soluzione di continuità nei diversi teatri del Mondo: dall’Afghanistan al Libano e al Kosovo e, prima ancora, dall’Iraq al Ciad. In qualsiasi territorio è presente un contingente militare, ci sono medici e strutture militari. La delicata missione di peacekeeping presuppone obbligatoriamente la presenza di uno o più medici e personale infiermeristico sia per le necessità dei propri uomini ma anche per l’aiuto alle popolazioni ed agli animali da pascolo del luogo. All’interno del presidio medico ospedaliero vi sono elevati standard qualitativi; l’attività medica non vede soluzione di continuità negli impegni. Mentre la parte più prettamente militare è affidata ai cosiddetti “Fucilieriâ€, anche i medici militari sono sottoposti, loro malgrado e nel rispetto delle regole di ingaggio, ai pericoli dei fucilieri. A riprova di ciò valga il decreto ministeriale n. 1014 in data 3 giugno 2010, con il quale al Capitano Antonio SABBA, nato il 29 novembre 1977 a Maddaloni, medico presso il Policlinico militare “Celio†di Roma, è stata concessa la Croce di Bronzo al Merito dell’Esercito con la seguente motivazione: “Ufficiale medico, nel corso di un’aggressione a fuoco perpetrata da forze ostili dirigeva e conduceva prontamente, con coraggio, professionalità e determinazione, le operazioni di soccorso a quattro componenti delle forze di sicurezza afghane colpiti. Grazie al suo provvidenziale intervento, i feriti, uno dei quali affetto da grave emorragia che sarebbe potuta rivelarsi fatale, venivano immediatamente stabilizzati e subito evacuatiâ€. Surobi (Kabul, Afghanistan), 22 marzo 2008. Barba afghana e simbolo della Croce rossa sulla
 mimetica, nelle missioni di ogni giorno in Afghanistan il dottore ha visitato
 bambini e adulti negli sperduti villaggi della zona di Surobi. Il sabato
 di Pasqua del 2008 ha salvato tre militari di Kabul e un poliziotto
 feriti in una furiosa battaglia con i talebani. Assieme
 a lui si è lanciato nella mischia il sergente Fabrizio
 Episcopia, infermiere di prima linea del 4° reggimento
 alpini paracadutisti.
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NUNZIO DE PINTO