PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO

Care cittadine, cari cittadini,

con il voto favorevole delle commissioni ambiente di Camera e Senato il dott. Agostino Casillo è a tutti gli effetti il nuovo presidente del Parco Nazionale del Vesuvio. Gli facciamo i nostri sinceri auguri di buon lavoro, nel suo interesse e, sopratutto, in quello di tutti i vesuviani. Abbiamo sentito il neo presidente qualche giorno fa al telefono per chiedergli l’indirizzo di posta elettronica e inserirlo nella nostra newsletter (cosa che abbiamo fatto). Era un po’ risentito per il nostro commento su FB alle sue dichiarazioni programmatiche, che ha definito un “attacco preventivo”. Ho risposto al dott. Casillo che non si trattava di questo ma di un commento alla sua prima importante uscita pubblica che lui stesso ha voluto amplificare sui social. Le sue dichiarazioni hanno avuto un coro quasi unanime di consensi. Immagino che i commenti favorevoli non siano dispiaciuti al presidente Casillo. A noi le su dichiarazioni programmatiche sono piaciute un po’ meno e le abbiamo commentate, sottolineando luci ed ombre. Normale dialettica democratica.

Caro dott. Casillo, le aspettative del territorio nei suoi confronti sono altissime, anche perché veniamo da un periodo buio.
cittadini per il Parco è nata 6 anni fa con il preciso scopo di operare affinché le ragioni istitutive che hanno portato alla nascita dell’ente Parco si affermino progressivamente nella realtà di tutti i giorni. In questa ultima presidenza il Parco è stato un muro di gomma, impermeabile ad ogni sollecitazione, proposta, denuncia. Ci auguriamo che la musica cambi, perché per il “fare il Parco”, c’è veramente bisogno del contributo di tutti, di una partecipazione ampia al processo di rilancio. Le abbiamo rimproverato una carenza di analisi nelle sue dichiarazioni programmatiche. Abbiamo scritto che se non ci si chiede e non ci si dà delle risposte esaustive, sul perché in questi 20 anni il Parco non sia decollato, si rischia di fare solo delle enunciazioni cui dopo non potranno seguire i fatti. Insomma serve una analisi seria dello stato delle cose, dei punti di crisi. Saltare questo passaggio è una rimozione che non ci possiamo permettere. E allora noi Le diciamo, in estrema sintesi, che per far ripartire il Parco bisogna sciogliere 4 nodi ovvero vi sono quattro condizioni necessarie e sufficienti che devono realizzarsi.

La prima condizione, lo diciamo da sempre, è che vi sia un cambio di mentalità profonda nel ceto politico che guida i Comuni del Parco. E’ necessario che quanti hanno responsabilità istituzionali comprendano che il Parco è un ente cui delegare progressivamente funzioni strategiche in materia di pianificazione e programmazione delle politiche di sviluppo e di tutela del territorio, di attività ricreative e culturali. Ma delegare non è la parola esatta. Non si tratta di delegare. Si tratta di fare insieme. Di trasformare l’ente Parco nella “casa comune” in cui la politica, rappresentanze della cittadinanza, delle imprese e della società, lavorando congiuntamente a professionalità di alto profilo, elaborino gli indirizzi e le politiche di dettaglio di un comune destino. Insomma il Parco come custode della biodiversità e come agenzia partecipata di sviluppo.
La seconda condizione, è che effettivamente l’ente Parco si doti di un organico all’altezza di questo compito, cosa che oggi non è. Mancano all’ente Parco professionalità strategiche per numero e tipo di competenze.
La terza condizione è che venga spezzata non solo “la solitudine istituzionale” dell’ente parco, come l’abbiamo battezzata, ma anche che abbia fine l’isolamento del Parco dalla cittadinanza e da tutte le forme organizzate della società. Il Parco è un ente calato dall’alto, i cui vertici per più della metà sono di nomina ministeriale, non scelti dai cittadini. E’ perciò a nostro avviso indispensabile, per dare credibilità all’ente e per vivificarlo, aprire dei canali di comunicazione permanenti con la società (le Consulte) e far partecipare al processo decisionale, con le necessarie mediazioni, le imprese, il mondo della scuola, l’associazionismo, il mondo delle professioni, della ricerca e dell’università. Il processo deliberativo non potrebbe che trarne giovamento come pure il senso di riconoscimento e di appartenenza dei cittadini nei destini del Parco.
La quarta condizione è che, affinché si proceda con energie e lungimiranza in questa direzione, non venga mai meno la spinta popolare, lo stimolo alla nostra classe politica a fare meglio e di più, a superare gli angusti municipalismi e a ragionare come “Comunità del Parco”. Questa spinta fino ad oggi non c’è stata o per meglio dire è stata insufficiente. Anche questo, sopratutto questo, è il nostro impegno.

Intanto prosegue il nostro viaggio nei comuni del Parco (martedì 19 siamo stati a Pollena Trocchia, ospiti della associazione “Vesuviani in cammino”, oggi si riunisce il primo “tavolo locale” a Trecase). L’incontro di Pollena è stato anch’esso molto vivace e interessante. Presenti molte associazioni (tra queste “Liberi Pensieri” e la Pro Loco di Pollena), numerosi professionisti e rappresentanti di aziende agricole e vitivinicole. Assente la politica, ma questa volta per scelta della associazione ospitante (vedremo in seguito). Tra i temi discussi, molti hanno riguardato le possibilità occupazionali legate all’agricoltura e il rilancio (ma sarebbe meglio dire “il lancio”) del turismo. Si è anche parlato, con molta cognizione di causa, di Piano del Parco, PTP e regolamenti attuativi. Su questo probabilmente lavorerà un apposito gruppo di lavoro.

Buon 25 aprile a tutti

Per cittadini per il Parco
Giovanni Marino

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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