PERDITE IDRICHE STRADALI: TUTTO TACE.

SANTA MARIA LA FOSSA

di Peppino PASQUALINO

     Da un lato i mezzi di diffusione, come la stampa e la televisione, ci presentano messaggi e immagini coinvolgenti, spiegandoci come avere rispetto dell’acqua, bene comune indispensabile, e dall’altro l’ente di gestione del sistema idrico che assiste immobile allo spreco di acqua senza intervenire in alcun modo.

     Da un lato la cittadinanza ha assistito a eterni lavori di costruzione, di interramento, di ristrutturazione della rete idrica, di rifacimento, di riparazione della maglia di distribuzione del prezioso liquido, con immenso spreco di risorse economiche pubbliche, e dall’altro un continuo, silenzioso sperpero di acqua nell’ancora più disastroso silenzio delle istituzioni.

     Come ogni fornitura di servizi pubblici esiste una voce chiamata “onere di sistema”; in pratica si tratterebbe di una parte del tributo versato dagli utenti destinata a “coprire” le spese della gestione di rete e anche a “coprire” le “perdite”: vuoi quelle elettriche (per compensare i furti di corrente), vuoi quelle idriche (per compensare i furti e/o gli sprechi di acqua).

     Nel caso di Santa Maria la Fossa si tratta di uno spreco, una perdita stradale segnalata dai cittadini già nel mese di luglio in quel tratto stradale della S.P. 333 a ridosso del cimitero comunale. Ancora prima era stata segnalata una perdita all’altezza del ponte sul canale <Fiumarella>, riparata dopo tanti giorni di attesa. Dopodiché il tratto di condotta si è dimostrata essere un colabrodo; continuamente le perdite idriche sono affiorate sul manto stradale. Dall’estate scorsa l’acqua sgorga sul manto stradale nel silenzio generale mentre dai canali della Polizia Locale trapela che il Consorzio ha deciso di dismettere il tratto di rete idrica. In tanto l’acqua si disperde e, quindi, la domanda nasce spontanea: chi paga per questa perdita? Se non paga nessuno si profilerebbe un <danno erariale>; se paga qualcuno, quel <qualcuno> è il cittadino che regolarmente paga la bolletta con gli <oneri di sistema>.

     E poi non si può dimenticare che da quaranta anni il Consorzio Idrico è inadempiente, insieme al Comune, in quanto i cittadini avrebbero diritto a ricevere l’acqua a <caduta>, cosa che non avviene se non con l’uso di autoclavi e quindi con un aggravio di spesa dovuto all’impiego di energia elettrica.

     Anche su quest’ultimo versante il silenzio tombale dell’ente territoriale è disgustoso; e pensare che da quasi dieci anni è stato costruito il <torrino> che avrebbe dovuto garantire finalmente l’acqua a caduta in tutte le case, una struttura completamente inutilizzata.

Nel frattempo il prezioso liquido si disperde nell’indifferenza generale.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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