Molto spesso si confonde l’Università come un servizio. Questo è il motivo principale della sua aziendalizzazione, e questo è anche il motivo principale per cui da servizio diventa disservizio. E’ quello che sta accadendo in questi giorni. La manovra economica, votata in Parlamento, è lo specchio di questo Governo, che non crede nella Ricerca, nell’Istruzione, nella Cultura e nei Giovani; che mortifica la professionalità dei Docenti universitari, che uccide la Ricerca e annichilisce il ruolo del Ricercatore. La manovra economica è sbagliata, perché taglia e non razionalizza le risorse. Da qui nasce la protesta dei ricercatori e dei docenti della Seconda Università di Napoli, che, come i colleghi di altre università italiane, hanno deciso di sospendere gli esami di profitto e di laurea. Le facoltà al momento interessate sono quelle di Ingegneria, Bio logia e di Scienze Politiche. E gli effetti di questa politica economica baronale e delle sue conseguenti e legittime disfunzioni in segno di protesta sono caricate sulle spalle dei nostri amici studenti. In Italia non c’è un Governo che tuteli il diritto allo studio, non c’è un Governo che difenda il diritto di ogni studente a sostenere gli esami. C’è solamente un Governo dalle Mani di Forbici che dimostra di non saper gestire le risorse e di non saper ottimizzare i servizi. E in più non c’è una classe politica di governo che pensa che l’Istruzione sia la base della nostra società , perché contenitore ed espressione di Lavoro, Cultura, e Legalità . “Per questi motivi chiediamo a tutte le rappresentanze degli studenti della Sun di chiarire le loro posizioni sul disastro che il malgoverno sta creando nell’ Università †affermano Marco Villano (nella foto), segre tario provinciale dei GD di Caserta, e Alessandro Riccitelli responsabile all’università di Piedimonte Matese. “Chiediamo ulteriore chiarezza e trasparenza nello spiegare a tutti gli studenti cosa si è fatto per evitare il sorgere di questo problema e su come sono stati spesi gli ingenti finanziamenti regionali devoluti all’Università pochi mesi faâ€.
Pietro Rossi
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