PONTELATONE. FESTA INTIMA ED EMOZIONANTE PER LA SIGNORA ANGELINA MIGLIOZZI

di Paolo Pozzuoli

PONTELATONE. FESTA INTIMA ED EMOZIONANTE PER LA SIGNORA ANGELINA MIGLIOZZI, VEDOVA DI STEFANO DI GIOVANNANTONIO, CHE LÂ’ALTRO GIORNO, STRETTA FRA LE BRACCIA DEI FIGLI DOMENICANTONIO, AUGUSTO E ROSETTA, DELLE NUORE, DEL GENERO E DEI NIPOTI, HA FELICEMENTE TAGLIATO IL TRAGUARDO DELLE NOVANTAQUATTRO PRIMAVERE.

Le piccole rughe impertinenti stampate sul suo volto ed un bastone quale assistente nelle brevi passeggiate non hanno scalfito la giovialità della signora Angelina Migliozzi, vedova di Stefano Di Giovannantonio, che l’altro giorno, stretta fra le braccia dei figli Domenicantonio, Augusto e Rosetta, delle nuore, del genero e dei nipoti, ha felicemente tagliato il traguardo delle novantaquattro primavere. Una festa intima ed emozionante, intensa ed esaltante per il caloroso amore filiale che si sprigionava e si percepiva. Con dolce timidezza e delicato orgoglio, la festeggiata ci ha mostrato una foto realizzata da signorina, appena diciottenne. In essa, abbiamo colto speciali segni particolari: bellissima, solare, genuina, graziosa ed elegante nel tailleur confezionato nella propria maison (… in verità, neanche se avesse indossato delle stoffe senza pretesa sarebbero rimaste scalfite grazia ed eleganza). Ago e filo e lana e ferri ne avevano attirato e sollecitato curiosità ed attenzione. Gusto, versatilità, abilità e leggerezza delle sue dita ne hanno evidenziato ed esaltato le innate doti sartoriali che coniugava con quelle di moglie e di madre. Donna e mamma simbolo come la maggior parte delle donne e mamme del suo tempo, non a caso dette ‘angelo del focolare’. Affettuosa e rigorosa, amorevole e forte al tempo stesso, tutto ruotava intorno a lei che per tutti scandiva in casa i ritmi di vita di ciascuna giornata insegnando a riconoscere ed a separare il bene dal male, impartendo anche con l’esempio quei valori civili, morali, cristiani, fondamentali per indirizzare i figli – ai quali non lesinava castighi quando riteneva appropriati -   lungo il sentiero dove poter far proprio un mestiere o apprendere quanto bastava per esercitare una professione. Al figlio un po’ birichino, studioso ma con il pallino del pallone, di cui è orgogliosa per le tante soddisfazioni ricevute negò l’autorizzazione a trasferirsi presso una nota società calcistica di serie superiore. Erano i tempi, fatte poche eccezioni, dei presidenti calcistici che un brillante giornalista ed autore etichettava come ‘ricchi scemi’. Sicché il calcio, anche se a livello professionistico, era tabù. Ricorda, senza particolari sforzi, tutto quello che le piace riferire: ha recitato l’ultima parte di una poesia appresa in terza elementare ma ‘nulla ricordava’ delle ‘storie’ raccontate da nonni e genitori. Le auguriamo, signora Angelina, dal più profondo del nostro cuore, ancora cento di questi giorni!

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *