Premio ‘laudato si ,” 3^edizione

Capua05/10/2023 Ieri sera nell’ antica Chiesa di San Filippo e Giacomo, dopo la santa messa si è proceduto  alla consegna del premio ‘laudato si ,” 3^edizione, vi sono stati vari premi ,ma quello più significativo è stato assegnato a  Don Gianni branco. La serata si è conclusa con un momento di aggregazione per gustare la torta in onore degli ottanta anni di vita dell “,Ordine Francescano Secolare. di seguito una breve storia del poverello di assisi. Francesco d’Assisi è vissuto 44 anni, dall’inverno 1181/82 fino al crepuscolo del sabato 3 ottobre 1226. II biografo che I’ha conosciuto, Tommaso da Celano, inizia così la sua Prima Vita: “Viveva ad Assisi, nella valle spoletina, un uomo di nome Francesco”. Ne prende lo spunto anche san Bonaventura nella sua Leggenda Maggiore: “Vi fu, nella città di Assisi, un uomo di nome Francesco … “. Non c’e alcun riferimento storico perché la vita di un santo la si racconta per eventi e temi.
Viene battezzato con il nome Giovanni, ma il padre, Pietro di Bernardone, pendolare tra I’ Italia e la Francia a commerciare “panni franceschi”, lo chiama Francesco. Cresce simpatico, umano, credibile; non passa repentinamente dalle tenebre dei peccati alla luce abbagliante della perfezione, ma attraverso una vita normale di sogni e di spensieratezza, di svaghi e di impegni lavorativi, matura in se stesso i segni di una intensa esperienza cristiana. E’ un giovane particolarmente allegro, ma non superficiale, generoso ad oltranza e sensibile, ma non incosciente, dotato di una certa civetteria ama essere al centro dell’attenzione, ma più per la consapevolezza delle sue doti che per eccessivo narcisismo.


Si sente avviato a grandi cose e non manca di affermarlo: so che diventerò un grande principe. E per di più c’e in Assisi un semplice il quale ogni volta che lo incontra per la strada si toglie il mantello e lo stende davanti ai suoi piedi, proclamando che avrebbe compiuto un giorno delle meraviglie. Era il gesto ingenuo e riconoscente di un povero trattato con generosità e umanità o il messaggio di una profezia? Le grandi cose a cui ambire a quel tempo erano le imprese dei cavalieri di cui era ricca la cultura giullaresca.
A vent’anni si cimenta in una battaglia vera appena fuori casa, a Collestrada, ma il suo esercito è fragile e improvvisato come le fantasie giovanili, ma soprattutto i suoi muscoli non sono forti come la sua sensibilità e il suo cuore, le sue mani non sanno stringere una spada come quando si poseranno sulle piaghe dei lebbrosi. E viene fatto prigioniero per un anno intero ma non perde il vizio di essere contento e di fantasticare. Ritorna a casa e riprende il suo lavoro nel negozio del padre. Poi si ammala di una malattia lunga e misteriosa che debilita il corpo ma rafforza i pensieri e soprattutto lo spirito.nei prossimi nostri articoli continueremo  con la storia di San Francesco,

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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