Riparte da Jerry Masslo la riscossa dell’Italia

 

Khalid Chaouki

“Ho accolto con grande piacere misto a sorpresa  – scrive Khalid Chaouki – Responsabile “Nuovi Italiani” PD – la proposta di candidarmi nelle liste del Partito Democratico per la Camera dei Deputati proprio in Campania, e in Campania 2 per giunta! Una terra che conosco e dove ho vissuto per diversi anni. L’ampia area di quella che gli antichi chiamavano “la prosperosa Campania”, o “Campania felix”, una terra tanto ricca di risorse quanto impantanata in problematicità annose e di lunga data.

Ma la voglia di riscatto e di legalità, la voglia di riscatto e di rilancio del proprio territorio che ho letto negli occhi delle persone incontrate, delle associazioni che lavorano nel silenzio, nei migranti che qui hanno deciso di riprogettare la loro vita, ebbene, tutti questi segnali, non possono essere ignorati.

La mia campagna elettorale, sabato scorso ha fatto tappa a Caserta, la provincia italiana dove si pose, per la prima volta e in tutta la sua drammaticità, la questione immigrazione.

L’episodio che nell’89 coinvolse Jerry Masslo è impresso ancora nella memoria collettiva del paese. Gli anni Novanta erano i tempi delle grandi raccolte dei pomodori nel casertano e Jerry, fuggito dal Sudafrica dell’apartheid non volle piegarsi alle leggi della camorra che riscuotevano il pizzo. Jerry venne freddato nella notte del 24-25 agosto 1989 ma il suo insegnamento resta, ed è più lucido che mai, ed è un insegnamento di dignità, una lezione di legalità per tutti, italiani ed immigrati insieme. Il governo dell’epoca reagì con la prima disciplina organica sull’immigrazione (la legge Martelli, la n. 39/1990 appunto) e si pose così, per la prima volta in tutta la sua forza, una “questione immigrazione”.

Il sollevamento popolare e lo sdegno degli italiani per la sorte del giovane Masslo non fu lo stesso di fronte alla vergogna che è stata Rosarno nel 2010, esattamente 20 anni dopo. Fu amara, la riflessione che feci due anni fa, di fronte alla notizia di una vera e propria caccia all’immigrato. È questa Italia berlusconizzata e anestetizzata che vogliamo cambiare, perché sappiamo che un’Italia solidale e tollerante, orgogliosa della migliore eredità e tradizione di apertura e accoglienza non solo è possibile, ma è sempre stata presente.

Per me è altamente simbolico essere candidato qui, perché queste terre, che venivano e vengono ancora chiamate “Terra di lavoro” hanno dato lavoro e sussistenza a molti migranti, spesso in condizioni difficili e complicate. Qui, negli anni Ottanta e Novanta si è sviluppato il primo movimento dei migranti, ed è a Villa Literno che ha cantato per l’ultima volta Miriam Makeba “Mama Africa”, proprio in ricordo di Jerry. Da qui, oggi, ho l’onore di presentare la nostra proposta per il cambiamento dell’Italia tutti insieme. Sempre in ricordo di Jerry Masslo”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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