SAN NICOLA LA STRADA -Marro (CDS) a Torino manifesta contro l’apertura del museo Lombroso ed in ricordo dei martiri di Finestrelle

 

Manifestazione_a_Torino_contro_Savoia

 

di Nunzio De Pinto

 In una Torino allestita ageograficamente per le celebrazioni dell´Unità d´Italia, centinaia di meridionali guidati dal Movimento di Insorgenza Civile e dai Comitati delle Due Sicilie hanno manifestato per le strade della città chiedendo la chiusura del Museo dedicato al razzista Lombroso e la correzione delle storture delle bugie storiche sul Risorgimento. “Lombroso era colui che affermava concetti come questo: ” L’intero popolo del Mezzogiorno assume i connotati del delinquente atavico”. Appare chiaro” – ha affermato Nando Dicè presidente di Insorgenza Civile – “che un Museo a lui dedicato è un´ulteriore offesa alla dignità del Sud, considerato inoltre che questo Museo viene finanziato, cosi come tutte le celebrazioni dei 150 anni d´Italia, con soldi pubblici. Non è possibile accettare in silenzio la messa in scena di una storia dell´Italia non condivisa da tutti gli italiani!”. Al termine del corteo gli Insorgenti hanno deposto le proprie bandiere fuori dal Museo Lombroso in segno d’omaggio ai briganti del Sud, veri eroi della resistenza meridionale. Nel frattempo, venerdì scorso, una delegazione del comitato nazionale delle Due Sicilie, guidata dall’imprenditore sannicolese fiore Marro, presidente nazionale del movimento, si è recata a Fenestrelle dove è stata organizzata una cerimonia di commemorazione per gli oltre 26.000 caduti che “senza pagliericci, senza coperte, senza luce, in posti dove la temperatura era quasi sempre sotto lo zero, vennero smontati i vetri e gli infissi per rieducare con il freddo i segregati” della fortezza piemontese trasformata in lager. Dal 2008” – ha aggiunto marro – “una targa in memoria di quei caduti svetta su quel luogo di pena a memoria e monito per le future generazioni, ed ogni anno la nostra presenza a Fenestrelle si rinnova per piangere e rendere onore alle vittime dell´Unità d´Italia. Perché gli italiani non dimentichino quale è stato il prezzo dell´Unità nazionale in termini di vite umane, e si prenda coscienza della dignità umana e del rispetto a cui hanno diritto soldati, ufficiali, uomini che hanno combattuto per una causa giusta: la difesa della propria patria contro una guerra non dichiarata e contro le promesse non mantenute che hanno portato, oggi, al declino del meridione”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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