SAN NICOLA LA STRADA-Nel salone borbonico del Real Convitto commemorato il giorno della memoria, la Shoah

 

Bambino Aus

Nunzio De Pinto

SAN NICOLA LA STRADA – Si è svolto lo scorso 25 gennaio 2013, con inizio alle ore 9.00, presso il salone delle conferenze del “Real Convitto Borbonico”, in collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio cittadino, il dibattito dal titolo “Il giorno della memoria” per ricordare il 27 gennaio 1945 quando furono abbattuti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. La seconda Guerra Mondiale fu la causa della morte di circa 60 milioni di persone e, fra questi, di circa 6 milioni di ebrei che furono prima internati nei campi di concentramento tedeschi e poi “gassificati” per quella che il demonio Hitler aveva classificato come “la soluzione finale”. Nessun aggettivo, neppure quello più offensivo, può descrivere appieno cosa ha veramente significato per l’Umanità quella carneficina. Nell’offuscamento totale ci sono, comunque, stati episodi di “eroismo” da parte di migliaia di persone che hanno seguito i dettami della loro coscienza piuttosto che gli ordini di capi di stato “pazzi”. Fra questi va annoverato, senza ombra di dubbio, l’appuntato della Guardia di Finanza Domenico Amato, nativo di San Nicola la Strada, al quale l’intera popolazione sannicolese ha inteso intitolargli il Campo Sportivo, sito in Via Enrico Fermi. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con decreto del 18 giugno 2008, firmato dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha concesso la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria dell’Appuntato Domenico Amato, nato a San Nicola la Strada il 15 settembre 1905, in servizio presso la Brigata di Casamoro Porto Ceresio (VA), tradotto nel campo di sterminio Mauthausen – Gusen (Austria) dove finì la sua esistenza il 27 febbraio 1945. Il graduato è stato insignito dell’onorificenza poiché, come recita la motivazione “si prodigava, con eccezionale coraggio ed encomiabile abnegazione, in favore dei profughi ebrei e dei perseguitati politici, aiutandoli ad espatriare clandestinamente e ad inoltrare la corrispondenza e i valori che le organizzazioni ebraiche indirizzavano ai rifugiati nella vicina Svizzera”, pagando con la vita il suo gesto eroico. Tutto ciò è accaduto solo pochi decenni orsono nell’Europa, culla della civiltà, nata dalla sintesi tra cultura greca e romana  e dalla tradizione spirituale giudaico-cristiana. La giornata della memoria è destinata a porre alle nostre coscienze la domanda ancora senza risposta: come tutto ciò sia potuto accadere? Il rispetto della persona umana, della sua vita e della sua dignità, dei suoi diritti a vivere una esistenza degna dell’ “essere uomo”, fondano sul principio dell’uguaglianza tra gli uomini al di là di ogni diversità di fede religiosa o di colore della pelle, di genere o di credo politico. Viviamo in un periodo storico in cui incombe il rischio di uno “scontro di civiltà”. L’antidoto alla catastrofe è racchiuso nel convinto riconoscimento, di tutti, della validità dei diritti degli uomini e dei popoli. Per questo dobbiamo esercitare, sempre, il dovere della memoria. Il 27 gennaio non è solo la memoria di quell’orribile tragedia, ma è il ricordo di tutte le vittime dei soprusi dell’umanità, di tutti coloro che non hanno potuto difendere il loro diritto alla vita. Soprattutto i giovani, che sono il domani della nostra comunità, conservino la memoria delle follie del mondo e diventino portatori di pace, di libertà, di tolleranza, sappiano cancellare la violenza e l’ingiustizia, si battano con coerenza per la difesa della vita e della dignità di ogni uomo al mondo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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