SANTA MARIA LA FOSSA CAMORRA E BENI CONFISCATI: LUNGA LISTA DI PROGETTI.

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di Peppino PASQUALINO

      Dopo il tremendo periodo a cavallo tra gli anni ’90 e l’inizio del terzo millennio che ha visto imperversare la malavita organizzata, adesso che sono stati portati a compimento lunghissime indagini e altrettanti snervanti processi, il territorio gode dei benefici attraverso la restituzione dei beni appartenenti alla camorra e ora di proprietà dello Stato. Tanti di questi beni sono stati assegnati agli enti territoriali per lo sviluppo di progettualità con obiettivi sociali; ma non tutta la cittadinanza è a conoscenza di questi beni e di chi li gestisce. Ecco che è opportuno stilare un elenco.

      In via Vaticale, ovvero lungo la provinciale che conduce a Casal di Principe, è sorto il <Centro di educazione e documentazione ambientale> (ex fattoria didattica) intitolato al magistrato Pio La Torre, ucciso dalla mafia, e gestito da Agrorinasce e dalla Cooperativa sociale Terra Felix Onlus. Sempre sulla stessa strada, a fianco del Centro di educazione,sorge invece la travagliata <Isola ecologica> che tra un intoppo politico-burocratico e l’altro è gestito dalla Ecologia Falzarano Srl, ditta che opera sul territorio fossataro per il servizio di raccolta differenziata.

A pochi passi dalle due strutture sorge l’impianto di biogas per il trattamento dei riflui zootecnici, una importante azione di recupero delle deiezioni animali, causa dell’innalzamento dei nitrati presenti nel terreno. Il gestore dell’impianto risulta essere Powerinasce attualmente in piena attività.

      Quasi all’ingresso della cittadina fossatara, provenendo da Capua, dovrebbe (è il caso di dire, ndr) nascere il <Parco della legalità>, gestito da Agrorinasce, con relativo <parco giochi> e <auditorium polifunzionale>, progetto in itinere che nel recente passato ha fatto sorgere più di una perplessità in sede urbanistica visto che si sta realizzando a ridosso (praticamente di fronte, ndr) ad aziende bufaline. Intanto, già una struttura sorge sull’area da diversi anni ed ora sembra essere abbandonata.

      Dove prima insisteva l’antica <masseria Abbate>, luogo in cui si svolgevano i summit di camorra, l’Associazione ATS Terra Verde gestisce la fattoria didattica chiamata, appunto, <Terra Verde>, progetto finanziato dalla Regione Campania e dalla Fondazione con il Sud. Nella stessa zona, dove agli inizi del secolo scorso vi era la via vecchia per Capua, strada sterrata frequentata da carri che costeggiava il Volturno per giungere nella vicina Capua, sorge la Fattoria sociale <Meta> gestita dall’Associazione <Nero e non solo>, progetto finanziato dalla Fondazione con il Sud e dal Ministero dell’Interno.

E l’elenco si allunga se si considerano il <Centro di agricoltura sociale Antonio Di Bona> in località <sgarrupata>, il complesso agricolo denominato <La Balzana>’, il campo di calcetto di Via Vignale, il progetto <Coltivare per rinascere> in via Camino e i progetti sperimentali per la realizzazione di un impianto di fitodepurazione e per la coltivazione del <cardo> in località <Ferrandelle>.

      A questo punto la domanda nasce spontanea: ma se non ci fosse stata la “camorra”, il suo crollo e tutta l’attività giudiziaria conseguente alle attività delittuose, tutti questi progetti sarebbero stati messi in cantiere dalla politica? Chissà! Allora è proprio vero: <non tutti i mali vengono per nuocere!>

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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