SANTA MARIA LA FOSSA UNIONE DEI COMUNI – FALLIMENTO TOTALE A SPESE DEI CITTADINI

di Giuseppe PASQUALINO

     Pochi ricorderanno che il 1 di gennaio del 2002 (venti anni fa, ndr) fu costituita una entità amministrativa che avrebbe (il condizionale è d’obbligo, ndr) dovuto rivoluzionare il bacino di utenza dell’area sud ovest casertana: l’Unione dei Comuni dell’area (appunto) Caserta Sud Ovest. Un’area di oltre 150.000 abitanti e ben dieci comuni: Cancello ed Arnone, Capodrise, Castel Volturno, Cellole, Francolise, Grazzanise, Marcianise, Mondragone, Santa Maria la Fossa e Sessa Aurunca.

     Il basso Volturno rappresentato al completo con i suoi quattro comuni mentre la discontinuità territoriale vedeva soltanto la presenza di Capodrise e Marcianise (chissà perché). Le altre <Unioni> in provincia di Caserta sono state quella di Atella, dei Monti Trebulani, Terra di Lavoro e Agro Unito, veri e propri carrozzoni politici che <doppiavano> le già suddivise competenze territoriali; intanto si intrecciavano competenze comunali con quelle della città metropolitana e le nuove <Unioni> che a nulla hanno portato, tant’è che non se ne parla, tant’è che quella in cui era collocato il Comune di Santa Maria la Fossa si è sciolta completamente. Gli ultimi due comuni che ancora resistevano imperterriti fino a due anni fa erano Francolise e, appunto, Santa Maria la Fossa.

     Alla nascita le intenzioni sembravano rappresentare un vero e proprio <volta pagina amministrativo>, una vera e propria rivoluzione nella gestione di servizi importanti, come è stato effettivamente quello del servizio di polizia locale, tra l’altro durato pochissimo, l’unico servizio andato in porto e che comprendeva lo scambio di personale laddove l’esigenza operativa ne richiedeva un rinforzo o una maggiore presenza sul territorio. Si parlò di una sala operativa unica di protezione civile, individuando proprio Santa Maria la Fossa come sede, vuoi per la storica valenza operativa, vuoi per la posizione geografica centrale. Si iniziò con l’installazione di antenne per il segnale ADSL e per l’interconnessione degli Enti locali appartenenti all’Unione, un sistema scarsamente operativo, male utilizzato e senza assistenza tecnica di supporto. La creazione di un sito web intercomunale mosse i primi passi senza mai offrire, però, alcun servizio utile alla cittadinanza; in un primo momento fu annunciata perfino una postazione elettronica esterna alla casa comunale che avrebbe funzionato come dispensatrice di certificati anagrafici e altri documenti con la semplice digitazione di password e di tessera d’identità elettronica.

     Insomma, un mare di intenzioni rimasto tale nella mente di chi volle questa novità amministrativa, una ulteriore e sovrapposta realtà dimostratasi una bolla di sapone, una inutile macchina mangiasoldi pubblici incapace di offrire servizi utili ai 150.000 cittadini.

Venti anni, lunghissimo periodo in cui il solo Comune di Santa Maria la Fossa ha versato annualmente la somma di 4.500,00 euro (90.000 euro in tutto il periodo) per cosa? Ingente somma di soldi pubblici (tasse degli italiani, ndr) erosa da stipendi (a chi?) e consulenze (di chi?) per servizi (quali?) erogati (quando?).

Giungerà qualche risposta?   

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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