+ VANGELO (Lc 14,12-14)

Lunedì 6 novembre 2023

XXXI Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Lc 14,12-14)

Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Un atteggiamento della vita abbastanza diffuso è la perdita del gesto gratuito, della disponibilità a fare o donare qualcosa con spirito cristiano. Diventa sempre più difficile trovare persone disponibili ad aiutare senza calcoli umani, sono persone che compiono opere sapendo già cosa chiedere in cambio. Magari con il sorriso e mostrando ipocrita disponibilità. Non è un comportamento cristiano.

La gratuità del dono è squisitamente spirituale ma nel mondo lo Spirito di Dio viene rifiutato.

Ci sono orientamenti interiori nelle persone che rimangono quasi impossibili da riconoscere, riguarda le persone egoiste, incapaci di capire la loro condizione. Si preoccupano esclusivamente dei loro beni, vogliono di più e tutto per loro.

GIUNGERE A FARE DEL BENE CON QUELLA GRATUITÀ CHE INSEGNA IL SIGNORE È DAVVERO UNA GRAZIA, È LA CONDIZIONE SPIRITUALE DI QUANTI HANNO FATTO UN PERCORSO DI SVUOTAMENTO DEL MALE INTERIORE E SONO DIVENTATI MANSUETI, CAPACI DI RICONOSCERE I LORO LIMITI. CONSAPEVOLI ANCHE DEI LORO TALENTI.

Gesù utilizza l’esempio del banchetto e dell’invito ai parenti e ai ricchi, per dirci che gli inviti a pranzo o a cena rivolti a parenti ed amici rimangono sempre validi, non si può rompere l’amicizia con chi la merita. Diventa un’azione umana ottima se c’è rettitudine d’intenzione e fini nobili, come appunto l’amicizia, l’apostolato e il mantenimento di relazioni umane sincere.

Gesù parla di invitare gli emarginati a far parte dei nostri affetti, aiutandoli in tutti i modi possibili e dobbiamo fare di più per loro, non devono essere esclusi dai nostri cuori e ad essi va dedicato del tempo. Non sarà magari ogni giorno, ma almeno ogni settimana è bene incontrare ed aiutare i più poveri, gli esclusi da questa società malata ed egoista. Gesù sarà molto contento.

L’invito rivolto agli amici, ai parenti, ai facoltosi, avrà come conseguenza la loro premura nel contraccambiare, mentre i poveri, storpi, zoppi, ciechi che aiutiamo, non potranno ricambiare con un altro invito o qualcosa di più. Loro ricambiano in un modo molto superiore a quello dei parenti: ricambiano con la preghiera e le loro benedizioni.

Sapete quanto vale sentirsi dire da un povero «Dio ti benedica?».

In un altro passo Gesù dice che se amiamo quelli che ci amano non avremo alcun merito, mentre l’amore spirituale verso chi non ci ama è la caratteristica del cristiano.

L’immagine del banchetto non si riduce ai beni materiali: è immagine di tutto ciò che l’uomo può offrire agli altri: stima, allegria, ottimismo, compagnia, attenzione, amicizia. Se l’uomo agisce in questo modo con parenti e amici, ancora di più deve accorgersi degli infelici, colpiti senza loro colpa dalla sciagura della povertà o della malattia.

Nulla si perde di ciò che compiamo a beneficio degli altri. Dare amore, cibo e vestiario allarga il cuore di spiritualità, lo rende giovane e ne accresce la capacità di amare in modo consistente.

La carità del cristiano deve andare oltre la simpatia umana, per questo Gesù afferma di aiutare quelli che non possono ricambiare. La nostra disponibilità sarà autentica e sincera, ma per arrivare ad amare poveri, storpi, zoppi e ciechi, occorre una grande Fede. Come fece San Francesco d’ Assisi prima della sua conversione.

L’amore del cristiano deve superare il piano naturale e puramente umano. Deve fare e dare per amore del Signore e senza aspettarsi nulla in contraccambio. Qui si evidenzia la retta intenzione, l’agire sospinto dalla bontà e da una disponibilità emanata dalla forte spiritualità.

L’EGOISMO RESTRINGE E LIMITA L’ORIZZONTE RENDENDOLO MISERO ED ANGUSTO. AL CONTRARIO, QUANTO PIÙ SIAMO GENEROSI, TANTO PIÙ L’ANIMA SI ARRICCHISCE.

CHI NON AMA SI CHIUDE IN SÉ E IL CUORE SI INDURISCE, NON SA DARE NULLA DI BUONO A CHI GLI STA VICINO. I PENSIERI CADONO NEL PESSIMISMO E SI PERDE IL CONTROLLO DI SÉ.

Ciò che cambia nella convivialità è quello che uno porta dentro, se cerca solo la presenza di un folto gruppo per divertirsi o se desidera condividere i buoni sentimenti, parole sincere e rispettose, oltre il cibo che a quel punto diventa benedetto.

La gratuità presente nel cuore conduce alla condivisione del meglio esistente, si desidera la condivisione perché l’uomo e la donna hanno bisogno di confrontarsi con altri ma che siano autentici, sinceri, persone perbene.

A cosa serve mangiare insieme senza avere riportato la pace e la gioia nei cuori di tutti i presenti. Non è certamente benedetto da Dio quell’incontro. Gesù ci ricorda che esistono i poveri e non sono scarto della società né sono anonimi.

OGGI ESISTE UNA INGIUSTIFICATA PAURA PER IL FUTURO E ANCHE PER QUESTO MOLTI CATTOLICI NON RIESCONO A FARE DONAZIONI A BENEFICIO DELLE MENSE DEI POVERI, DI OPERE CATTOLICHE SANTE.

SONO SICURI E SI FIDANO DEI SACERDOTI CHE HANNO DATO LA VITA A DIO, DIFENDONO IL VANGELO STORICO E LA VERA CHIESA. QUESTI CATTOLICI SEGUONO CON PIENA FIDUCIA LA TRADIZIONALE SPIRITUALITÀ CHE VIENE INSEGNATA.

MOLTI POTREBBERO AIUTARE LE OPERE SACRE E NE RICEVEREBBERO GRAZIE PER LORO E I FAMILIARI, OLTRE A RIPARARE I PECCATI E AD ALLONTANARE LE NEGATIVITÀ DEMONIACHE DA LORO, DAI FAMILIARI E DALLE CASE DOVE ABITANO.

NEGATIVITÀ MOLTO SPESSO INVIATE CON MALEDIZIONI E MALEFICI CHE HANNO EFFETTO, DAI CATTIVI E DAGLI INVIDIOSI. PROTEGGIAMOCI CON IL SANTO ROSARIO. VI BENEDICO TUTTI.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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