+ VANGELO (Mt 11,16-19)

Venerdì 9 dicembre 2016

II Settimana di Avvento

 

 

+ VANGELO (Mt 11,16-19)

Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’Uomo.

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’Uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Amaramente Gesù manifesta alle folle che tanto di quello che ha detto e compiuto è stato inutile per molti, e pone una domanda a cui nessuno riesce a rispondere convenientemente. “A chi posso paragonare questa generazione?”. Qui non dà la risposta ma è chiaro il suo pensiero su coloro che non ascoltano.

Gesù cita Giovanni Battista come modello di santità, il Precursore che si trova tra l’Antico e il Nuovo Testamento, il discepolo che non ascoltò mai la propria volontà. Il Signore fa un elogio solenne del Battista, ne esalta la vita e l’eroica testimonianza.

In un altro passo Gesù afferma che chi farà parte del Regno di Dio, anche il più piccolo, dovrà essere considerato più grande perfino di Giovanni. Gesù lo definisce “più che Profeta”, Santo, dunque, grande Santo.

Nessuno è più grande di lui “fra i nati da donna”, fra gli esseri umani. La vita di Giovanni fu tutta dedicata a Dio, per essere degno di preparargli le strade: è il messaggero di Dio secondo quanto scrisse il Profeta Malachia.

Il più piccolo del Regno dei Cieli è più grande di Giovanni, si intende che sarà “tempio di Dio”, mentre Giovanni morì dopo poco tempo dall’inizio della predicazione di Gesù. La Nuova Alleanza stabilita con il Sangue del Signore, ha creato un nuovo popolo santo, sono i cristiani seguaci del Vangelo storico.

Proprio per l’instaurazione del Regno dei Cieli, in due modi esso “soffre violenza”: da un lato è necessario, per entrarvi, far violenza a se stessi, vincere e superare tutto ciò nell’anima umana, ne ostacola la realizzazione e, dall’altro lato, viene osteggiato da coloro che non ne comprendono il valore e la portata e perseguitano quelli che se ne fanno annunziatori e fautori, come Gesù e i suoi discepoli.

Al punto che Gesù accusa di pigrizia, apatia, se non di resistenza al suo messaggio, la sua generazione.

C’è dinanzi a Lui uno schieramento di anime refrattarie e ostili a queste grandi manifestazioni dell’opera di Dio.

Come fanciulli che invano tentano di interessare ai loro giochi alcuni compagni, molti figli di Israele e fra i più ragguardevoli non si lasciano trascinare né dalle virtù eroiche di Giovanni e giungono persino a calunniarlo come fosse un indemoniato o un pazzo, né dalla condotta normale di Gesù, che mangia e beve coi peccatori per portarli alla salvezza e Lo accusano di essere mangione e beone.

Decisamente, lo scontro dei figli di satana con le manifestazioni più grandi della santità, la penitenza e l’amore, è desolante, su questa terra, che rimane ancora teatro della lotta tra i figli delle tenebre e i figli della luce.

Colui che è la Luce ha visitato la terra e i figli delle tenebre si agitano, scherniscono, misconoscono, insultano quel Dio che li condannerà per sempre e proprio perché amano le tenebre. L’inferno è la scelta di quanti rifiutano Gesù e i Comandamenti. Nessuno finirebbe all’inferno se si ascoltasse Gesù che ci parla nel Vangelo.

Sono benedetti quelli che comprendono l’inutilità della vita se non è unita al Signore. I nostri successi, la felicità umana che possiamo raggiungere, sono “pula che il vento disperde”. Solo Gesù viene a portarci un amore che invade tutto come il fuoco, viene a dare un senso alla nostra vita senza senso.

Ogni cristiano pieno di amore è l’albero frondoso del quale parla il Salmo, che non è mai spoglio. Cristo stesso gli dà vita.

La tiepidezza che molti cristiani avvertono, nasce da una trascuratezza prolungata nella vita interiore. È sempre preceduta da una serie di piccole infedeltà, la cui colpevolezza, non affrontata e non risolta, influisce sulle relazioni dell’anima con Dio.

Si vive senza veri obiettivi spirituali che attraggano e appassionino alla vita interiore.

Non si deve smettere di lottare per diventare migliori, deve necessariamente esserci una lotta autentica ed efficace contro l’egoismo.

Quando c’è tiepidezza manca un vero culto interiore a Gesù nella Santa Messa.

Le Comunioni sono di solito accompagnate da una grande indifferenza, per mancanza di amore e di preparazione. La preghiera anche prima della Santa Messa deve essere convinta, riflessiva, concentrata. Altrimenti non ci sarà mai un vero rapporto personale con il Signore.

Chiediamo all’Immacolata di guidarci nel vero cammino di Fede, di donarci il suo Spirito, di rendere gioiosa e autentica la nostra vita!

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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