+ VANGELO (Mt 11,25-30)

Mercoledì 4 ottobre 2017

XXVI Settimana del Tempo Ordinario

 

San Francesco d`Assisi

 

+ VANGELO (Mt 11,25-30)

Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a Me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e Io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Dio si rivela ai semplici, ai puri di cuore, a quanti Lo cercano ogni giorno dell’anno. Quelli che si considerano figli di un Padre così buono, Lo adorano con convinzione e necessità. Hanno compreso che tutto passa e solo Lui resta eternamente.

Lo Spirito Santo si compiace di scendere sui credenti che rispondono all’invito di Gesù espresso chiaramente nel Vangelo, ai credenti che coltivano la vita spirituale ogni giorno e non solamente quando si trovano ad affrontare una sofferenza.

Ma Dio è Amore e desidera il bene di tutti, quindi, utilizza anche le sofferenze dei peccatori per accoglierli quando ricorrono a Lui.

Oltre cinque miliardi di non cristiani sono atei o cercano Dio dove Lui non agisce. Tantissime persone non hanno mai avuto la possibilità di conoscere il Dio autentico dei cristiani per ragioni imponderabili e avvertono un vuoto interiore che li fa star male. Non c’è medicina per guarire da questa forma di angoscia interiore che si manifesta in una forma di infelicità.

Gesù invece dà la possibilità a tutti di scoprire la felicità già adesso e di trovare un appagamento che poggia sull’equilibrio.

Non si raggiunge l’equilibrio mentale, esistenziale, con il denaro o con il potere, al contrario è difficilissimo trovare nelle persone di questa fascia sociale facoltosa, l’armonia che si manifesta nella coerenza, nell’onestà intellettuale, nell’azione diretta sempre al bene comune.

Le cronache rivelano che il cammino di quanti gestiscono il potere và nella direzione opposta, immersi come sono di negatività contratte dalle loro opere contaminate dal male e da una visione della vita opposta al Vangelo di Gesù.

In queste condizioni è pressoché impossibile ricevere aiuti dal Signore, Egli si trova impedito ad aiutare quanti in realtà il suo aiuto non lo desiderano. Avviene anche ai cristiani, confusi e senza la forza di reagire alla mentalità disgregatrice di questa società.

L’adeguarsi è già l’inizio dell’allontanamento da Gesù, una scivolata verso il baratro, evitabile solo con molte preghiere di chi prega.

I credenti che hanno raggiunto una saggezza di vita fondata su Dio e non sulla cultura o sul potere, riescono a pregare bene e a focalizzare gli obiettivi personali e dei familiari con molta chiarezza. Se Dio c’è, esiste anche la capacità di capire molto della vita!

San Francesco non aveva compreso il senso della vita fino a circa ventitre anni, la sua ricerca si soffermava sui piaceri del mondo, anche per l’agiata vita che gli permetteva il padre. Ricco, cavaliere, organizzatore di feste mondane e affascinante giovane, Francesco non si preoccupava delle cose di Dio e viveva da peccatore.

Per comprendere la Volontà di Dio dovette attraversare lunghe fasi di purificazioni, causate dalla vita indisciplinata, con malattie durate due anni e la carcerazione di un anno a Perugia, e in queste circostanze cominciò a valutare con maggiore attenzione il valore della vita.

Le ispirazioni di Dio cominciarono ad essere percepite quando Francesco cominciò a distaccarsi dai peccati, quando i suoi pensieri non erano rivolti solo alla mondanità ma si elevavano verso il Cielo. In questa sua ricerca di Dio iniziava la sua vera conversione e poté raggiungere vette spirituali elevatissime per non avere abbandonato questo cammino di conversione.

È nel 1205 che avvenne l’episodio più importante della sua conversione: mentre pregava nella Chiesa di San Damiano, raccontò di aver sentito parlare il Crocifisso, che per tre volte gli disse: “Francesco, va’ e ripara la mia Casa che, come vedi, è tutta in rovina”.

Nel 1200 non c’erano le distrazioni di oggi e gli uomini lo stesso si preoccupavano poco di Gesù, l’uomo è sempre tale, c’era un altro tipo di dissipazione e una vita trascorsa sempre distante da Dio. Francesco rifiutò tutto e si ritirò nella solitudine della preghiera contemplativa.

Oserei dire che la sua purificazione fu quasi perfetta, senza voler giudicare erroneamente egli divenne “preghiera”, nel senso che la sua unica preoccupazione era di rimanere in dialogo con Gesù. Pregava sempre, il suo silenzio era preghiera non solo perché elevava cuore e mente a Dio, la sua persona era davvero trasfigurata, fino a ricevere le stimmate.

San Francesco ha davvero realizzato in sé quanto afferma il Vangelo. Un Uomo straordinario per la fedeltà alla Parola di Dio.

“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”.

Non è la sapienza umana, riferita alla cultura o alla scaltrezza dei malvagi a renderci persone nuove e pure, è lo spirito che portiamo dentro. Lo Spirito Santo agisce dove c’è onestà, soprattutto quella intellettuale, dove la sincerità diventa “visibile” e si trasmette agli altri quando si dialoga e in tutte le circostanze.

Possiamo crescere nel cammino di Fede e Gesù è sempre vicino ai volenterosi, ci chiede di scoprire l’equilibrio e di vivere nella semplicità.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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