+ VANGELO (Mt 13,54-58)

Mercoledì 1 maggio 2019

II Settimana di Pasqua

San Giuseppe Lavoratore

+ VANGELO (Mt 13,54-58)

Non è Costui il Figlio del falegname?

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è Costui il Figlio del falegname? E sua Madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un Profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

La festa di oggi ci ricorda la dignità del lavoro, soprattutto come lo svolgeva il Maestro degli artigiani. Non è vera festa per i circa sei milioni di italiani poveri, questo è l’ultimo dato Istat sulle condizioni economiche delle famiglie ed esprime le disuguaglianze così distanti che Dio non vuole.

Nella mentalità corrente si parla di lavoro solo per indicare il modo per ottenere in cambio una paga e vivere dignitosamente. È corretto questo interscambio tra il datore e il lavoratore, perché il lavoro nobilita la persona, ed appunto è dignità.

C’è una vasta varietà di lavoro, da quello dell’operaio non specializzato chiamato manovale a quello professionale, che si raggiunge dopo appropriati studi o corsi specialistici per l’acquisizione di conoscenze importanti e che determinano il funzionamento di complesse macchine moderne.

Dal mio punto di vista, il lavoro non deve valutarsi come qualcosa da svolgere solo per ottenere in cambio un legittimo compenso. In tutti i lavori bisogna mettere tutto l’amore che si possiede, si deve avere un serio e grande interesse per l’azienda dove si lavora o la piccola ditta o l’Amministrazione Pubblica. Un amore che va oltre la busta paga e questo aspetto tocca la coscienza di ogni lavoratore.

L’unico modo per acquisire la spiritualità dell’Amore è l’incontro con Gesù, solo amando Lui si diventa capaci di amare anche i propri nemici!

La gentilezza è una virtù umana, nel lavoro è una componente indispensabile e si deve sempre praticare anche con gli sforzi, ma rimane comprensibile la stanchezza stampata sul volto dell’impiegato che lavora in un centro commerciale o in un altro impiego spossante. Non si riesce spesso a sobbarcarsi di incarichi delicati che durano lunghe ore.

C’è anche il lavoro della domenica che noi cattolici consideriamo un sopruso per i lavoratori, sia quelli che vanno a Messa sia quelli che hanno il diritto di rilassarsi, riposarsi, dedicare del tempo alle loro cose e alla famiglia. Dio ci ha comandato: «Ricordati di santificare le feste».

Ognuno valuta l’apertura dei negozi nel giorno del riposo secondo la convenienza, non riflette sulle conseguenze dannose primariamente religiose, personali e poi familiari dei lavoratori obbligati a fare turni difficili per soddisfare le esigenze del mercato. È anche vero che proprio per l’apertura della domenica lavorano quasi 50 mila persone.

Erano molto diversi i tempi del Maestro falegname Giuseppe di Nazareth.

Questo Uomo benedetto metteva tutto l’amore che possedeva nel lavoro che svolgeva, non tanto per il compenso spettante, Egli esultava nel trasmettere la sua gioia ai clienti con i lavori ben fatti che produceva. Giuseppe lavorava con amore per far contenti i clienti.

Averne oggi artigiani come Lui! Il suo lavoro umile e meticoloso evidenziava una immensa spiritualità, faceva sfoggiare le sue eccelse virtù. Gesù imparò da San Giuseppe l’arte di falegname e rimaneva commosso nell’ammirare con quale amore il Padre putativo costruiva una porta o una finestra.

Nella stanza dove lavoravano non si udivano molte parole, il silenzio amoroso faceva cantare i Cuori di perenne amore e lode a Dio Padre.

In San Giuseppe riscontriamo quelle qualità che oggi emergono a fasi alterne o in minima parte in moltissimi artigiani, muratori, elettricisti, ecc.

Chiamare un operaio richiedere anche la donazione della fiducia, perché lo fai entrare a casa tua per svolgere lavori e questo avviene per la necessità e la fiducia riposta anche se non incondizionata, ma se l’operaio è disonesto sa già quale strategia usare per truffare.

Ci sono pochi artigiani e altri lavoratori leali, lo scrivo senza condannare, è purtroppo una tristissima verità che emerge da incalcolabili testimonianze e da decine di migliaia di processi in corso, come viene segnalato in un articolo.

Occorre fare un esame attento prima di affidare i lavori della propria casa a persone non conosciute o non accreditate da amici sinceri.

Ci sono categorie di artigiani e settori dell’edilizia difficilmente controllabili e posseggono una abilità unica nell’inventare storielle per truffare, intascare più soldi, raggirare con il costo del materiale che gonfiano con la semplicità più banale.

In qualche modo ne hanno conseguenze anche i lavoratori corretti, essi comunque hanno modo e tempo per dimostrare la loro onestà.

I lavoratori devoti di San Giuseppe sono meno posseduti dalla debolezza di truffare in ogni occasione, ma anche una sola volta è sempre grave.

San Giuseppe è il perfetto modello per tutti i lavoratori, per lo sposo che deve agire sempre con rispetto verso la moglie e i loro figli, per i Sacerdoti che devono mettere al centro della vita spirituale le virtù, altrimenti si semina vento e si raccoglie tempesta. È il modello dei cristiani che vogliono ricevere Grazie particolari dalla Madonna e la protezione speciale di Gesù.

Soprattutto i Religiosi devono guardare San Giuseppe per fare come Lui: obbedire a Dio docilmente, rinnegando la loro volontà umana.

Negli esorcismi i diavoli tremano quando viene invocato San Giuseppe. Provate a pregarlo e onorarlo ogni giorno, vedrete quanti aiuti vi darà.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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