+ VANGELO (Mt 5,43-48)

Martedì 18 giugno 2019

XI Settimana del Tempo Ordinario

+ VANGELO (Mt 5,43-48)

Amate i vostri nemici.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei Cieli; Egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Oggi la Parola ci mette dinanzi a un interrogativo che porta con sé anche la risposta di Gesù: è possibile amare i nostri nemici? Il Signore ci dice che è possibile e Lui ha dato molteplici esempi, fino all’ultimo respiro sulla Croce: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».

Gesù ha perdonato i suoi nemici e chiese al Padre di farlo anche Lui, non erano consapevoli i suoi crocifissori di quanto compiuto contro il Figlio di Dio. Gesù li giustificava o li amava nonostante tutto? Era la sua Legge fondata sull’Amore a chiedere di dimenticare tutte le ingiustizie e i torti subiti?

Una domanda opportuna per avere una maggiore comprensione del significato del perdono, anche se la risposta Gesù ce la presenta nel Vangelo di oggi ed è inequivocabile: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano».

Tutti i precetti indicati da Gesù sono ordinati all’amore e ispirati dall’amore. Questo è il modo nuovo di applicare la Legge di Dio.

Questo tipo di amore, molto impegnativo da realizzare, consiste soprattutto nel pregare per coloro che ci perseguitano oltre che nel non rendere male per male. Perdonarli almeno nel proprio cuore e non pensar male di loro. È la tattica divina per vincere il Male.

Noi dobbiamo amare tutti e lasciare al Signore il compito di proteggerci e farci giustizia come vuole Lui. Gli diciamo con fiducia: «Gesù, pensaci Tu».

Il comando di amare i nemici è una follia per i non credenti, anche per quanti praticano altre religioni o dicono di credere in Dio, in una divinità astratta. Da questo insegnamento del Signore Gesù si comprende la bontà del Dio dei cristiani, il Dio autentico che perdona e non infonde mai odio né spirito di vendetta. La vendetta è l’arma micidiale usata da satana.

Gesù pone una condizione nelle relazioni umane, avvisa che ci si può considerare figli del vero Dio solamente se si perdona anche il proprio nemico. Un perdono anche interiore, non necessariamente si deve esprimere con parole e alla presenza dei nemici.

Il perdono sincero nel proprio cuore è già sufficiente, privo di rancore, altrimenti più che perdono è l’attesa paziente di farsi giustizia.

Non sono le parole a certificare il sincero perdono che si concede ai nemici, certo le parole si esprimono quando si instaura il dialogo, rimane il cuore la vera espressione del perdono. Interiormente non dobbiamo più avvertire l’inimicizia o un’animosità ancora resistente o l’avversione verso altri che si manifesta nell’indifferenza e nell’ostacolare gli altri in molti modi.

Arrivare al perdono sincero è una Grazia che solo il Dio cristiano concede e questo è l’attestato di maggiore credibilità. Nessuno è in grado di perdonare i suoi nemici senza l’intervento della Grazia di Gesù Cristo, Figlio di Dio.

«Ma Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei Cieli».

Abbiamo compreso che il perdono dobbiamo donarlo sempre, non c’è alcuna limitazione, solo bisogna valutare se manifestarlo alla persona che ha agito con cattiveria oppure evitare per non renderla ancora più malvagia. Bisogna valutare caso per caso, e rimane preferibile chiedere consiglio al Padre spirituale.

Umanamente e razionalmente nessuno riesce a dimenticare tutto il male sofferto e le «agonie» dolorose trascorse a causa dei persecutori e delle diffamazioni. Però, non si tratta solamente di dimenticare, questo risulta pressoché improbabile, c’è un modo diverso e santo.

Se rimane impossibile dimenticare le ingiustizie e le cattiverie che abbiamo subito, la soluzione la troviamo nella nostra Fede. Crescere nella Fede comporta anche coprire con il manto della carità le persone a noi avverse, ed è lo Spirito Santo a trasfigurarci interiormente per non nutrire rancore né alcun residuo di sofferenza in noi. Pensando a queste persone non si prova più agitazione, non c’è alcun desiderio di rivalsa.

La carità tutto copre, come scriveva San Paolo.

Diventa possibile amare i propri nemici quando diventiamo migliori per la Fede, più spirituali e capaci di trascurare le loro opere disoneste.

Dipende dalla nostra decisione spirituale elevarci dalla materia e da quanto è corruzione per entrare nella spiritualità del Vangelo.

È certamente impegnativa questa svolta, molti la mettono in pratica nelle sofferenze, altri quando scoprono l’inutilità di una vita da copertina e comprendono che deve essere assolutamente un altro il verso senso della vita. Dove si raggiunge la vera felicità che appaga e non svuota.

«Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano».

È possibile arrivare a questa condizione spirituale, tutto è possibile di quanto ci chiede Gesù perché Lui è Dio, la Verità.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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