Veritas- Il FEDERALISMO

 

Tutti parlano di federalismo , in particolare quello municipale, di quanti vantaggi porti alle singole realtà , il fatto di veder impiegate le somme che vengono versate allo stato centrale disposte sul territorio di appartenenza. Non tutti sanno quali sono i rischi per i cittadini nella loro capacità di far fronte a questo cambiamento. Andiamo per ordine e vediamo i principali interventi.
Affitti
Cambia la cedolare secca sugli affitti da applicare ai proprietari. Sono previste infatti due aliquote, una al 21 per cento per il canone libero e una al 19 per cento per il canone concordato. La tassa non varierà in base al reddito, ma la percentuale sarà uguale per tutti i proprietari; oggi invece vengono detratte le spese forfettarie, gli affitti entrano a far parte del reddito, su cui poi si pagano le tasse.

Scompare il bonus di 400 milioni previsto come fondo di sostegno per le famiglie numerose in affitto, ma i proprietari che sceglieranno di pagare le tasse con un’aliquota secca non potranno chiedere un aumento del canone agli inquilini e nemmeno adeguarlo all’indice Istat.

Di fatto la cedolare secca sugli affitti sicuramente avvantaggerà i comuni in cui ci sono più case affittate, per gli altri c’è il rischio che sopravvivano solo grazie al fondo perequativo. Secondo la Cigl le entrate attuali per i redditi da locazione «sono 3,635 miliardi a fronte di circa 5,100 miliardi dovuti, con un’evasione di quasi 1,5 miliardi di euro. Le entrate stimate se il decreto entrasse in vigore sarebbero di circa 2,700 miliardi»: con una perdita di gettito di 500 milioni di euro rispetto ad adesso.

Addio Ici, arriva l’Imu
Fra tre anni entrerà in vigore l’Imu, l’Imposta municipale unica, che comprende e sostituisce l’Ici sulle seconde case e l’Irpef fondiaria. Avrà un’aliquota del 0,76 per cento, ma i comuni potranno aumentarla o diminuirla dello 0,3 per cento, dello 0,2 se l’immobile è stato dato in affitto. Per gli immobili non produttivi di reddito fondiario o posseduti da soggetti passivi per l’Imposta sul reddito delle società, l’aliquota potrà essere ridotta fino alla metà. Restano escluse dall’Imu le proprietà non di culto della Chiesa cattolica (alberghi etc). Sempre nel 2014 i comuni avranno il 30 per cento del gettito dei tributi relativi alla compravendita di immobili.
Tassa di soggiorno
Arriva l’imposta di 5 euro per ogni notte in albergo, non solo per i comuni capoluogo, ma anche per tutte le città d’arte e turistiche. E’ la tassa promossa dalla Brambilla. Massima discrezionalità nell’applicazione, anche solo per alcuni mesi all’anno, e massima libertà anche nell’utilizzo. I soldi ricavati potranno essere utilizzati per la conservazione di beni artistici, per il turismo o per finanziare opere pubbliche.

E’ stato fatto notare da alcuni come questa tassa di soggiorno non sia esattamente in linea con i principi base del federalismo fiscale, perché il Comune non preleva soldi dalle tasche dei suoi cittadini (come appunto previsto dalla riforma costituzionale) ma da cittadini di altri comuni. Un modo per incassare liquidità senza incidere sul consenso elettorale dei sindaci.

Imposta di scopo
L’imposta di scopo è una tassa (una tantum o continuativa) che un comune può imporre – appunto – per un suo determinato bisogno specifico: costruire una metropolitana, rifare un parco, fare un piano casa locale. Ciascun sindaco ne potrà introdurre quante vorrà. E se l’addizionale dello 0,5 per mille sull’Ici, istituita dalla Finanziaria del 2007, era stata adottata solo da pochi, ora c’è da scommettere che sarà istituita in gran parte d’Italia, visto che potrà essere applicata per la realizzazione di ulteriori opere pubbliche rispetto a quelle individuate in precedenza e potrà finanziare non più solo il 30 per cento, ma l’intero importo del progetto da finanziare.

Il Fondo di riequilibrio
E’ il fondo che dovrà gestire il passaggio graduale al federalismo fiscale, durerà tre anni e sarà suddiviso tra comuni in relazione ai bisogni standard. Fino al 2013 il 30 per cento del fondo sarà distribuito tra i comuni in relazione al numero di residenti, mentre un ulteriore 20 per cento andrà ai comuni che hanno deciso di esercitare le funzioni fondamentali in forma associata, un obbligo di legge per tutti i piccoli comuni finora rimasto inattuato per mancanza del regolamento attuativo.
Questi sono i basilari interventi che , data la non approvazione sia nella bicameralina, e sia subdola forma del decreto legge che non ha ricevuto il plauso ne l’autorizzazione del Capo dello Stato, passeranno per il Parlamento . E aggiungo meno male, si perché allo stato attuale se una pezza a questo obbrobrio normativo può essere messa sarà una salvezza soprattutto per le regioni del sud, ovvero le realtà per dirla in maniera educata, meno virtuose .
L’esempio che adotto calza con precisione.
Cancello ed Arnone è un comune la cui energia finanziaria è molto debole. Cosa avverrà se il federalismo municipale fosse approvato in via definitiva?
Meno trasferimenti dallo stato centrale, impossibilità di far fronte alle varie esigenze sia economiche e infrastrutturali , aumento della imposizione fiscale ( irpef ) o tasse di scopo. Morale della favola: più tasse meno servizi, maggiore arretratezza delle regioni del sud.
Grazie Bossi , grazie Berlusconi.

Saluti Veritas.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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