Veritas-“Ultima invenzione del cappellaio magico Berlusconi

 

Una volta si parlava di finanza creativa, terminologia che poi ha dato i frutti che tutti noi conosciamo, ossia, disoccupazione, bilanci falsati, cattivi investimenti, crolli in borsa ecc. Oggi siamo alla “ politica creativa”, ultima invenzione del cappellaio magico Berlusconi, che , dal cilindro di illusionista che si è cucito, ha tirato fuori un’altra boiata politica-istituzionale: lo scioglimento di una sola camera. Preannuncio che in effetti, formalmente, tale ipotesi viene candeggiata dall’art. 88 della Costituzione, infatti, teste stabilisce che “il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”.
Questa disposizione, tuttavia, deve essere interpretata alla luce dell’evoluzione che – sul punto – ha avuto il testo costituzionale. Quando è stata scritta, infatti, la Costituzione prevedeva una durata sfasata per Camera (cinque anni) e Senato (sei anni). Questa previsione – rivelatasi all’atto pratico assai problematica – ha indotto il Parlamento, nel 1963, a modificare l’art. 60 della Costituzione, portando anche la durata del Senato a cinque anni. Da allora non si è mai più avuto lo scioglimento anticipato di una sola Camera. A ben vedere, anche nel 1953, nel 1958 e nel 1963 lo scioglimento delle Camere fu contestuale, con la sola differenza che la Camera veniva sciolta per scadenza naturale della legislatura, mentre il Senato veniva sciolto anticipatamente. Con la nuova durata paritaria delle Camere alcuni studiosi ritengono che non sia più possibile immaginare lo scioglimento anticipato di una sola di esse, anche se prevista. Motivo? Semplice, si pensi per ipotesi che il Senato rimanga con una maggioranza PdL –Lega ma espressione della volontà elettorale del 2008 e una Camera che con una nuova consultazione elettorale (2011) sia invece diversificata e instabile, o con un nuovo corso totalmente avverso al centro-destra, domando: secondo voi Berlusconi potrebbe governare se ha sempre e comunque un ramo del parlamento? Non dovrebbe esserci una contiguità di maggioranza nei due rami onde evitare ostruzionismo? Si potrebbero verificare voti contrari sui medesimi testi normativi? Si avvererebbe una paralisi istituzionale che porterebbe a ripetute elezioni? Insomma stiamo assistendo ad un’ignoranza senza eguali da parte del Premier sia delle regole costituzionali sia di una incompetenza in termini politici.
Forse una simile conclusione dovrebbe essere discussa, anche perché le ultime tornate elettorali hanno dimostrato che la solidità delle maggioranze può essere assai diversa alla Camera e al Senato.
Il punto è un altro: l’ipotesi – nell’attuale situazione politica – di sciogliere anticipatamente la sola Camera si porrebbe in linea con la ricostruzione del potere di scioglimento in chiave eminentemente governativa. Come si è detto, infatti, ciò sarebbe disposto nell’intento di favorire il Pdl e la Lega. Se invece – come sembra corretto – si ritiene che il potere di scioglimento anticipato sia formalmente e sostanzialmente del Presidente della Repubblica (cfr. art. 88 Cost.), allora tale scenario perde mordente, o quantomeno si configura come un’ipotesi subordinata rispetto a quella (che, verosimilmente, Napolitano cercherà di attuare) di trovare una maggioranza, nelle Camere attualmente in carica, capace di sostenere un nuovo governo.
Insomma o si trova una convergenza tra le varie forze politiche o si sciolgono entrambe i rami del parlamento, una ipotesi come quella candeggiata da Berlusconi è l’ultima trovata di un arlecchino della politica.

Saluti Veritas.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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