+ VANGELO (Mt 7,15-20)

Mercoledì 28 giugno 2017

XII Settimana del Tempo Ordinario

 

 

+ VANGELO (Mt 7,15-20)

Dai loro frutti li riconoscerete.

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

La mancanza di discernimento molto spesso causa serie conseguenze personali e relazionali. La scoperta di comportamenti ingannevoli nelle persone che vivono nella stessa casa perché familiari o nel luogo di lavoro, è un trauma che amareggia profondamente.

Questa società in effetti ha abbandonato in larghissima parte quella prudenza da utilizzare anche nelle valutazioni delle vere amicizie, e la guida diventa la simpatia o la condivisione di un genere musicale o di uno sport. Si può definire e chiamare vera amicizia?

“Dai loro frutti li riconoscerete”. Questa è la regola principale per discernere tutto, anche le stesse piante. I frutti nelle persone sono meno distinguibili della produzione delle piante, anche se le stesse piante spesso non danno i frutti sperati.

Gesù quando vide l’albero di fico senza frutti lo maledisse e quello non era il periodo dei fichi. Valutiamo questo episodio.

«Vedendo un fico sulla strada, Gesù si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: “Non nasca mai più frutto da te”. E subito quel fico si seccò.  Vedendo ciò i discepoli rimasero stupiti e dissero: “Come mai il fico si è seccato immediatamente?”.

Rispose Gesù: “In verità vi dico: Se avrete Fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà”» (Mt 21,19-21).

Successivamente, dopo avere svelato le profezie drammatiche che si verificheranno in questa nostra generazione e che Matteo nel Vangelo indica come “discorso escatologico” (capitolo 24), Gesù ricorda agli Apostoli quanto avvenuto al fico che Egli aveva maledetto.

“Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina” (Mt 24,32).

Però il fico maledetto da Gesù indica che quando il cristiano è senza buoni frutti spirituali, non serve a nulla, la sua vita è infruttuosa per il Regno dei Cieli e per la sua stessa vita, si maledice da sé con i suoi ripetuti peccati, si condanna da se stesso.

Gesù non maledice nessun peccatore, fino all’ultimo istante di vita attende la sua conversione, ma se non vuole convertirsi, è finito…

Quanto avvenuto al fico privo di frutti deve farci riflettere seriamente e valutare se noi stessi siamo carichi di frutti buoni o di frutti amari. Anche gli alberi possono produrre frutti non necessariamente ottimi, ma l’uomo và oltre e molto spesso i suoi frutti sono amari e in qualcuno addirittura velenosi.

Nel Vangelo di San Marco troviamo una precisazione che ci fa meditare sulla nostra identità cristiana: dobbiamo portare sempre frutti buoni.

“E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi” (Mc 11,13).

Se Gesù ci invita ad avere in noi sempre frutti buoni, significa anche che solo così avremo la capacità di discernere bene i comportamenti degli altri, senza giudicarli. Dalle piccole cose si comprende molto, però non bisogna farsi dei preconcetti e magari auspicare la manifestazione di quanto si fantasticava anche sugli stessi familiari.

Oggi il Vangelo presenta anche una indicazione che molto spesso viene ignorata e ci si lascia guidare dall’istinto. Moltissimi sono quelli che si lasciano trascinare dai pensieri che arrivano alla mente e se la mente conosce esclusivamente la licenziosità di una vita veramente buttata al vento, le scelte saranno sempre viziose.

Anche se si vive nella dissolutezza, non bisogna mai dimenticare che Gesù è sempre pronto a perdonare quando c’è un sincero pentimento. Lo ha detto nel messaggio a Luz de Maria il 29 maggio 2017.

“Io Sono infinitamente Misericordioso e perdono chi viene a Me pentito e con fermo proposito di ammenda, ma l’uomo deve confessare questo pentimento e questo proposito di ammenda, per ottenere la Mia Misericordia, che Io non rifiuto, se Me la chiedete nel debito modo”.

Sempre riguardo la Misericordia Divina, la Madonna ha detto a Luz de Maria il 13 maggio 2017:

“Voi, figli, che conoscete Mio Figlio, che sapete della Sua Presenza Reale nell’Eucaristia, che conoscete l’Amore di Mio Figlio per il Suo Popolo, che conoscete la Misericordia Divina, in questo momento non trascurate le Grazie che avete a disposizione, per poter riprendere la via della Salvezza dell’anima, per mezzo del Dono dell’Amore”.

Ritorno al messaggio di Gesù del 29 maggio 2017 in cui ripete una verità che tutti i suoi veri seguaci intuiscono oppure l’avvertono per mezzo dello Spirito Santo. Molte volte vi ho scritto in questi anni quanto Gesù ha detto a Luz de Maria in questo messaggio il mese scorso.

“Popolo Mio, dovete avere la certezza che la vita del cristiano non è solamente andare alla Santa Messa, né ricevermi senza una vera consapevolezza o senza una debita preparazione. Voi dovete conoscermi per amarmi e dovete sapere che in questo Mio Grande ed Infinito Amore per ciascuno di voi, continua a palpitare la Mia Giustizia, alla quale si anticipa il libero arbitrio dell’uomo, che da solo si causa dolore nella propria vita”.

Gesù continua a ripetere che la sua Misericordia non ha limiti ma occorre il vero pentimento, non si ottiene se non si desidera sinceramente.

In questi ultimi anni si è parlato di misericordia in modo confuso, molti hanno interpretato diversamente e nel senso protestante questo Amore di Dio. La tragedia scaturisce soprattutto dalle parole confuse se non ambigue riferite anche da ministri di Dio che non seguono più il Vangelo. Non li giudichiamo ma sono le loro opere a svelare che hanno dimenticato la vera Parola di Dio.

“Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!”.

Vigilate e confrontatevi con il Vangelo per riconoscere la Verità, senza cadere nella trappola delle parole piacevoli che ascoltate o leggete, perché solamente dai frutti potrete riconoscere l’albero. “Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi?”.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *