7^ EDIZIONE FESTIVAL DELLA VITA, MAZZARELLA, RISCOPRIAMO LA BELLEZZA DI UNA NUOVA SOCIETÀ PER UNA NUOVA EDUCAZIONE

 

 

SAN NICOLA LA STRADA – Importante e conosciuta dirigente scolastica presso l’Istituto Comprensivo Capol. D.D. sita in Viale Italia a San Nicola la Strada, la professoressa Antonia MAZZARELLA interverrà al VII Festival della Vita di Caserta portando l’efficacia e la chiarezza del suo pensiero e soprattutto la capacità di collegare con parole semplici temi apparentemente lontani. Quello scelto per l’edizione del Festival 2017, “Vivere è…conoscere” è al centro dell’incontro che si terrà Domenica 5 Febbraio 2017 alla Libreria Feltrinelli di Corso Trieste dove, alle ore 10.00, e che avrà come tema: “Una nuova società …… per una nuova educazione” e che vedrà gli interventi della Professoressa Antonia MAZZARELLA, di Mario NOCERA, dirigente scolastico, Alfredo OMAGGIO, professore di filosofia, Vincenzo DE ROSA, professore di scienze e Raffaele MAZZARELLA, direttore del Festival della Vita. L’evento è stato promosso dall’Associazione “LiberaLibri” di Caserta. Il progetto culturale del “Festival della Vita” è uno strumento del messaggio che la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) emana in occasione della Giornata annuale nazionale per la Vita e di promozione di una rete tra diverse espressioni della società, impegnate quotidianamente nei diversi campi del sapere umano, a dare il proprio contributo per una Vita sempre più autentica e vissuta nella consapevolezza del prezioso dono che ognuno di Noi ha ricevuto da Dio. Abbiamo incontrato la professoressa Mazzarella alla vigilia del suo intervento alla libreria Feltrinelli e le abbiamo posto alcune domande relativamente al tema dell’incontro: “Una nuova società …… per una nuova educazione”. D) Professoressa Mazzarella perché i ragazzi di oggi pretendono tutto e subito. Sono maleducati, viziati, superficiali. Non hanno più rispetto per niente e per nessuno. Sono bulli. Non sanno sopportare neanche il più piccolo stress. All’occorrenza si ubriacano e si fanno una canna. E quando sono ubriachi o fatti vanno in macchina ad alta velocità e provocano incidenti mortali?. R) “La famiglia, la scuola e le associazioni educative disattendono ai loro doveri. Il consumismo ha divorato la famiglia. La famiglia è sgretolata e ha perso i valori portanti. Partecipando circa due anni fa a un Convegno di Pediatria a Roma, alcuni pediatri sottolineavano che molte famiglie chiedevano una cura efficace di pochi giorni perché il fine settimana si doveva uscire. Quindi non curare per ristabilire ma per potersi divertire a spese del proprio figlio. L’esempio sbagliato di genitori, professori, e degli adulti porta così a una crescita senza valori. I valori stessi sembrano non più esistere”. D) Secondo certe statistiche i giovani di oggi sono degli scansafatiche, perché non hanno voglia né di lavorare né di studiare, non hanno più valori, non sono capaci di affrontare le difficoltà, neanche quando diventano giovani adulti, non sanno vivere: dove iniziano e dove finiscono le colpe dei genitori?. R) “I giovani visti come scansafatiche sono tali perché gli adulti si sostituiscono ai propri figli, e gli stessi figli sono fatti crescere senza regole precise. Le figure degli adulti sono ombre. Non si è autorevoli come adulti. I  genitori, noi adulti, non abbiamo compreso l’importanza del ricambio generazionale  non dando gli strumenti per l’autonomia dei figli. Anche le istituzioni hanno le loro colpe le quali non proteggono i giovani nella delicate fase di transizione a partire dall’ingresso nella scuola. La società perde l’opportunità della partecipazione giovanile in maniera piena. Partecipare vuol dire vuol dire esprimere opinioni da ascoltare, vuol dire partecipare alle decisioni, vuol dire essere autonomi e come individui contribuire al ben-essere collettivo della comunità”. D) È al primo posto in tutti i sondaggi che indagano sui valori che le giovani generazioni ritengono essenziali, eppure sembra destinata all’estinzione. Stiamo parlando della famiglia la cui fine sembra ormai annunciata. Ma è davvero così o si tratta di una provocazione? R) “La famiglia non va intesa necessariamente come gruppo legato da legami di sangue ma la famiglia va anche intesa come legame relazionale-psicologico-emotivo e questo richiede una costruzione giorno per giorno di dialogo, esempio, affettività”. D) Secondo Lei, che conosce molto bene famiglie e giovani e le tematiche relazionali fra di loro e gli insegnanti, c’è una via d’uscita, un modo per salvare la famiglia e, quindi, anche dei figli? R) “Una via d’uscita c’è e passa per educazione, ritorno ai valori del bene, pedagogia del buono e bene, affettività, sicurezza come inclusione e presenza costante, queste sono le basi per poter far crescere i nostri figli verso un futuro e non verso una estinzione della persona umana”.

Nunzio De Pinto

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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