MAFIA, DIRE NO SCORTA A SAVIANO E CAPACCHIONE È ISOLARLI E..

Il diritto di critica puó e deve essere esercitato contro chiunque, senza eccezione alcuna, altrimenti non sarebbe tale. Nella categoria dei crticabili rientra ovviamente anche Roberto Saviano. I suoi libri, i suoi articoli, le sue apparizioni in tv, le sue esternazioni possono piacere o meno e raccogliere consensi e dissensi, come puntualmente accade. Altra cosa invece é trasformare il dissenso in odio e tentare di delegittimare Lui e gli altri cronisti che tentano di contrastare mafie, camorre, malaffare. Quel senatore di provata fede verdiniana che si chiama Vincenzo D’Anna e che chiede la revoca della scorta che “blinda” le vite di Saviano e della giornalista Rosaria Capacchione, oggi senatrice  del Pd, é qualcosa che va decisamente oltre il diritto alla critica. Quelle scorte sono state assegnate dalle Autorità dello Stato sulla base di relazioni che non lasciavano spazio a dubbi: Saviano e Capacchione erano e sono nel nel mirino, e non solo simbolico, della camorra. Delegittimarli significa anche isolarli, colpire la loro serietá professionale per tentare di minare la credibilitá delle loro inchieste e quelle dei pochi cronisti che non hanno rinunciato ad “Illuminare” le periferie del crimine. Non contento il senatore verdiniano ha rincarato la dose e ha tuonato contro quelli che fanno i soldi scrivendo sulla camorra. Non so quanto abbiano messo in banca coloro che hanno il “Vizio” di rompere le scatole alla camorra e ai suoi protettori, ma sicuramente sarebbe interessante sapere quanto abbiano accumulato coloro che con la camorra hanno fatto affari e guadagnato consensi elettorali. Leonardo Sciascia, in altre stagioni e in altri contesti, denunciava i guasti provocati da quelli che soleva definire i “Professionisti dell’antimafia”, ora sará il caso di tornare ad occuparsi di quelli che non hanno mai smesso di essere in servizio permanente effettivo: i professionisti delle anti anti mafie. Ogni riferimento alle vicende di questi giorni è puramente casuale, come si usava scrivere nei titoli di coda dei primi film dedicati alla mafia!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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