NUOVE INDAGINI DI VINCENZO TUFANO SUL CASO ”ORME UNGULATE ” DI ALVIGNANELLO ( CASERTA)

zona Fiume Volturno

Referto stilato da Vincenzo Tufano in data 17 Marzo 2019.

 

 

 

Campione biologico squamoso rinvenuto a 50 metri dal Fiume Volturno.

 

                               

La pelle del mostro?

 

Venerdi’ 15 Marzo durante una delle mie esplorazioni a tappeto mi sono imbattuto, dopo circa un’ora di indagine, in quella che in apparenza sembrava essere una poltiglia senza senso sparsa a circa 50 metri dal Fiume Volturno per 10 metri, in un punto isolato del ”canale”, precisamente in direzione Castel Campagnano. In un’ attenta analisi della stessa, nell’ apparente gelatina melmosa, spiccava una sostanza differente, a scaglie e squamosa. Il tutto era circondato da una struttura sintetica che sembrava tenere insieme un secondo composto biologico, molto più simile a una crema viscida. Al tatto, usando un piccolo bastoncino, era evidente. Ma la cosa più anomala era che l’intero composto era combusto, arso, come se fosse stato sottoposto a una forte fonte di calore e puzzava di bruciato. Dopo circa 30 minuti infatti cominciò a sgretolarsi sino a divenire una poltiglia impalpabile simile alla polvere, vanificando così ogni possibilità di eventuali indagini scientifiche. Fortunatamente avevamo fatto delle foto quando ancora il tutto era visibile, e inviai il materiale documentale a un esperto Zoologo di Napoli. Il giorno dopo mi disse di aver fatto il possibile e di aver analizzato le foto, stilando un parziale referto che confermava le mie impressioni iniziali. Due dei composti non erano identificabili dalle sole foto, ma vi era un terzo che dalle analisi fotografiche era ”compatibile solo con un qualcosa di simile alla struttura squamiforme e a scaglie tipica dei grandi rettili” ( coccodrilli, alligatori, Draghi di Comodo, ecc). Se e ripeto se questo campione appartiene alla creatura, ( in quanto il primo sito di ritrovamento orme segnalatomi il 4 Febbraio si trova a 200 metri da qui) possibile che si sia ferita in seguito a un’ustione, rilasciando parte della sua epidermide a terra insieme alla struttura sintetica che fungeva da collante, da benda? Potrebbe essere una possibilità da prendere in considerazione soprattutto per le future indagini che andranno a esplorare meglio ogni punto, centimetro per centimetro senza lasciare nulla al caso. Grazie a una vasta coordinazione di ricerca che ingloba collaboratori non solo qui sul posto (scelti da me in modo oculato e secondo dei dettami precisi) ma anche esperti in varie regioni d’Italia, è stato possibile  collegare i punti e identificare delle similitudini incredibili tra i casi di Alvignanello e decine di altre manifestazioni alienologiche. Ci troviamo probabilmente, dai dati raccolti, davanti a una creatura anfibia, che lascia tracce della sua presenza soprattutto lungo i corsi d’acqua ( fiumi, laghi, ruscelli). Una sorta di nuova specie bipede descritto da alcuni testimoni come un ”coccodrillo umanizzato” di enormi dimensioni, e per molti studiosi del fenomeno un’entità proteiforme, in grado cioè di mutare il suo aspetto base,  rifuggendo alle attenzioni e agli sguardi indiscreti e insistenti dei curiosi. Nella maggior parte dei casi questo essere non sembrerebbe ostile o aggressivo. Le orme apparse ad Alvignanello non rappresentano  un unicum nella casistica ( vedi il mostro uomo/coccodrillo del lago Kwania, ”Africa”, oppure l’ Uomo lucertola della Contea di Lee County, ecc),  verosimilmente quindi gli spostamenti di queste creature abbracciano in modo periodico molti siti e località a livello mondiale. Certo, vi sono degli epicentri portanti dove il fenomeno si ripete ad intervalli quasi regolari, e uno di questi è Alvignanello, la Terra millenaria dei serpenti centenari, delle Janare e delle entità mutaforma.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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Una risposta

  1. La creatura è certamente l’Homo Saurus le cui tracce e numerose testimonianze sono state oggetto di studio dell’USAC (Centro Accademico Studi ufologici) di S. M. Maddalena (RO), diretto dal Prof. Sebastiano Di Gennaro, il quale ha raccolto nel suo libro “Homo Saurus” tutte le analisi e studi sulla creatura aliena, presente dalla seconda metà degli anni ottanta fino al novanta nel Po e nei canali attigui.

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