Salire: un’esigenza dello spirito!

Domenica 12 maggio 2024 — Ascensione del Signore / B
Salire: un’esigenza dello spirito!
1) Secondo una concezione spontanea e universale, riconosciuta
anche dalla Bibbia, Dio abita in un luogo superiore e l’uomo, per
incontrarlo, deve elevarsi, salire. È quanto leggiamo in Esodo 19,3: a
Mosè viene proibito di salire verso il monte Sinai: “Delimita il monte
tutt’intorno e di’ al popolo: Non salite sul monte. Chiunque vorrà
salire sarà messo a morte”. Prima di avvicinarsi a Dio bisogna
purificarsi! Non solo Dio abita in alto, ma ha scelto i luoghi elevati
per stabilirvi la sua dimora. Gerusalemme è in alto, non “si va” ma “si sale” alla casa di Dio. Nella
Bibbia abbiamo altri esempi di ascensioni al cielo. Questo è accaduto a Chanòkh (Gn 5,24), a Elia
(2Re 2,11), come anche a imperatori del mondo antico: da Alessandro Magno a Cesare, da Apollonio
di Tiana a Maometto… Chi compie opere grandiose non può morire come un comune mortale ma
viene assunto in cielo tra nuvole e tuoni. Vedremo che l’Ascensione di Gesù è diversa!
Andate… Predicate…
2) Abbiamo diversi e differenti racconti dell’Ascensione (Lc 24,50; Mc 16,19; At 1,9). L’evangelista
Luca ci racconta due volte l’Ascensione di Gesù, ma con sfumature diverse. Nel vangelo, Marco e
Luca raccontano il finale glorioso della vita pubblica di Gesù; negli Atti, invece, l’Ascensione è
presentata come il punto di partenza dell’espansione missionaria della chiesa. Quei due imperativi
“Andate … Predicate…” dicono agli apostoli che devono continuare la missione e la predicazione di
Gesù. Come a loro, anche a noi è chiesto di non restare a guardare il cielo, ma di preparare il ritorno
glorioso del Signore risorto, con una vita buona e operosa! L’Ascensione non è la festa della
contemplazione celeste ma dell’impegno terrestre!
… la buona notizia!
3) Ci viene proposto l’ultimo brano, l’ultimo pezzo del vangelo di Marco, che però non è stato scritto
da lui. Il vangelo di Marco termina al cap. 16,8 con l’annuncio della Risurrezione di Gesù, ma senza
le prove delle apparizioni. Questo destò scandalo nella comunità primitiva, per cui negli anni
seguenti vennero aggiunte ben tre successive finali a questo vangelo, quella che leggiamo è una di
queste. Quindi non è dell’evangelista Marco, ma è indubbiamente frutto dell’esperienza della
comunità cristiana. Secondo l’autore di questo brano, Gesù dice: “Andate in tutto il mondo e
proclamate il vangelo a ogni creatura!”. La missione dei credenti è di andare a proclamare la buona
notizia. Quale? Dio non è buono, è ESCLUSIVAMENTE buono. Dio ama tutti in maniera
incondizionata e questo va proclamato ad ogni creatura.
L’Ascensione è una festa?
4) Iniziamo con una domanda: chi di noi sarebbe contento di perdere il padre o la madre o l’amico?
Davvero possiamo rallegrarci della scomparsa di Gesù? Dobbiamo sforzarci di capire, perché le verità
del cristianesimo non si comprendono subito e tutte con l’acqua del battesimo, o con le risposte del
catechismo, ma si assimilano lentamente, con il trascorrere del tempo, e soprattutto in compagnia
del dolore. Se una madre si ritrova il figlio morto tra le braccia, con maggiore facilità potrà
comprendere il dolore di Maria ai piedi della croce; se un amico ha fatto l’esperienza di sentirsi
tradito e abbandonato dagli amici, con maggiore facilità potrà comprendere il dolore di Gesù
abbandonato e tradito da Giuda; solo ad una certa età comprenderemo meglio il mistero della
Trinità, forse quando diventeremo più padri o più madri; infine, quando vedremo il nostro corpo
sempre più vecchio e malato, avvizzito e cadente fino alla morte, allora con maggiore facilità
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comprenderemo queste parole “Credo nella vita eterna, nella risurrezione dei morti”. Così avviene
per la festa dell’Ascensione: è falso fare festa senza prima avere sofferto il dolore del distacco !
Non un movimento ascensionale, ma un’estensione in amore
5) “Non posso credere all’Ascensione come la racconta il vangelo!” mi confidava un mio allievo.
Bisogna riconoscere che si tratta di una “festa difficile”. In un’interpretazione letterale, Gesù parte,
scompare nel cielo, i credenti restano orfani; anche il cero pasquale viene spento, come se la luce
di Gesù non brillasse più tra noi! Eppure, Gesù dice il contrario: “Non vi lascio orfani. Io sono con voi
tutti i giorni, sino alla fine del mondo!”. E allora? L’Ascensione non è uno spostamento verticale e
astrofisico verso l’alto, ma un’estensione orizzontale in potenza, in qualità, in efficacia, di Gesù, che
“riempie di sé ogni cosa” (Ef 4,10). Gesù è asceso al cielo, ma non in senso spaziale; il cielo è, in tutte
le culture, il segno del divino, ma Dio è in cielo, in terra, in ogni luogo: è onnipresente. Proprio perché
Gesù è “asceso”, può ora raggiungere tutti e salvare ognuno. Ecco perché l’Ascensione è una festa:
mentre prima Gesù-uomo poteva essere presente solo in Israele, parlare a pochi, ora invece Gesùrisorto
può raggiungere e salvare tutti, grazie alla sua ubiquitante capacità salvifica. Bisogna
smettere di parlare in termini di geografia astronomica e iniziare a riconoscere questo Dio nascosto
ma presente dappertutto! Gesù non ci ha lasciati, è con noi per sempre; noi lo abbandoniamo
qualche volta, ma egli non ci abbandona mai! BUONA VITA!
Le Sante Radici – השׁרשים הקדשים
Per contatti: francescogaleone@libero.it
ATTENZIONE!!!
A quanti sono interessati, ricordo che domenica 12 maggio 2024, potremo
fare visita alla Sinagoga di Napoli:
ore 10.30 : punto di raccolta: libreria Feltrinelli, in piazza dei Martiri, e poi tutti
insieme in Sinagoga, via Cappella Vecchia 31, Napoli.
Se riesce più comodo, ci possiamo incontrare alle ore 9.00 davanti alla
Parrocchia Salesiana e da lì, poi, tutti insieme alla funicolare centrale.