+ VANGELO (Lc 1,46-55)

Giovedì 22 dicembre 2016

IV Settimana di Avvento

 

 

+ VANGELO (Lc 1,46-55)

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.

 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Maria disse:

«L’Anima mia magnifica il Signore

e il mio Spirito esulta in Dio, mio Salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua Serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno Beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente

e Santo è il suo Nome;

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che Lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva detto ai nostri padri,

per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Questo cantico di lode è la massima gratitudine espressa da una creatura verso il Creatore. Ed è grande questa gratitudine nella misura dell’umiltà contenuta. Davanti a Dio è grande la piccolezza della creatura, la consapevolezza della limitatezza dinanzi all’infinita maestà di Dio.

Nel Magnificat la Vergine Maria esprime con una profonda umiltà le parole più appropriate per esprimere la grandezza di Dio.

Da un lato c’è la Creatura che riconosce quanto ha ricevuto gratuitamente da Dio, dall’altro c’è la bontà di un Padre che non dimentica gli esseri razionali e per salvarli invia sulla Terra il suo più grande dono: il proprio Figlio.

La Fanciulla Maria è la prescelta per dare un Corpo all’invisibile, Dio ha posato gli occhi sull’umiltà della sua Serva.

L’umiltà profonda di Maria Santissima non era solamente frutto della sua Immacolata Concezione, Ella partecipò attivamente con la pratica perfetta di tutte le virtù, cominciando proprio dall’umiltà. Tutta la vita della Madonna trascorre in questa atmosfera di grandezza e di umiltà.

Possono coesistere queste facoltà dove c’è l’assenza dell’orgoglio e della superbia, e solo la Madonna è la Creatura che visse in pienezza in questo stato spirituale. Dio poteva creare una Creatura meravigliosa, unica e perfetta, e La plasmò.

Nel Magnificat è contenuta la ragione profonda di ogni umiltà. Maria in questo cantico di glorificazione dell’Onnipotenza di Dio osserva che Egli ha posato gli occhi “sull’umiltà della sua Serva”: per questo in Lei ha fatto “grandi cose l’Onnipotente”. Non si attribuiva meriti, come di solito si esprimono gli orgogliosi e quanti si stimano eccessivamente.

La Vergine Santa non cercò mai alcuna gloria per sé.

Questo atteggiamento è alla base della vita spirituale autentica, è la principale e massima indicazione che deve esprimere l’anima vicina a Dio. Ogni cattolico di qualunque grado mostra in quale modo si è trasfigurato o elevato spiritualmente, dalla manifestazione di questa eccelsa virtù.

E la persona umile non si autocelebra, quasi sostituendosi a Dio, anche quando parla delle cose di Dio. La Vergine riconobbe principalmente la sua condizione di Serva dinanzi al Creatore, poi Lo ha ringraziato per avere compiuto in Lei meraviglie di Grazie. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”.

La virtù dell’umiltà che traspare evidente nella vita della Vergine è verità, è riconoscere quello che veramente siamo e valiamo davanti a Dio e davanti agli altri. È anche lo svuotarci di noi stessi e lasciare che Dio operi in noi con la sua Grazia.

Molto spesso Gesù non compie nulla neanche nelle persone che pregano perché non vi trova le giuste disposizioni, non Lo attraggono senza la presenza essenziale dell’umiltà. Questa virtù non cresce o si forma in noi da sola, solo attraverso il nostro sforzo quotidiano di rinnegarci, di non esaltarci, di non considerarci migliori, di rispettare gli altri, può attirare lo sguardo del Signore.

Quando Gesù trova le caratteristiche derivanti dall’umiltà, dona il suo Spirito che santifica e perfeziona. Non c’è santità di vita senza l’umiltà. In qualsiasi ruolo sociale e stato di vita si può praticare grandemente l’umiltà.

L’umiltà poggia sulla consapevolezza del posto che occupiamo al cospetto di Dio e degli uomini, e sulla saggia moderazione dei nostri sempre smisurati desideri di gloria.

Questa virtù non ha nulla da spartire con la timidezza, la pusillanimità, vigliaccheria o la mediocrità. Non si oppone all’essere consci dei talenti ricevuti, né al metterli a frutto con rettitudine d’intenzione.

Chi è umile non prova piacere a mettersi in mostra.

Sa bene che non per brillare o ricevere elogi si trova nel posto che occupa, bensì per servire, per svolgere una missione. Se il cristiano si trova ai primi posti, occupando in qualsiasi settore della vita una posizione di preminenza, sa che le doti per cui uno eccelle sono date da Dio per il bene degli altri.

L’umiltà in particolare è il vero fondamento della carità, intesa come amore, bontà, misericordia, generosità. Le dà concretezza e la favorisce. La vera carità ha la sua sede nell’umiltà. È proprio l’umiltà il fondamento di tutte le virtù e senza di essa nessuna virtù potrebbe svilupparsi.

L’umiltà non rimpicciolisce il cuore ma lo allarga.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *