+ VANGELO (Mt 13,54-58)

Venerdì 1 maggio 2015

IV Settimana di Pasqua

 

San Giuseppe Lavoratore

 

Non è costui il Figlio del falegname?

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è Costui il figlio del falegname? E sua Madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Parola del SignoreGesù con gli apostoli

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Prima di commentare la Parola e spiegare alcune frasi, trascrivo e invito a meditare un articolo di ieri della giornalista Fasano.

«Una bambina di 11 anni davanti a un quaderno aperto su una pagina bianca. Non le serve nemmeno chiudere gli occhi per tornare dove i ricordi la vogliono portare. Si lascia guidare, evoca immagini, segue pensieri, e in un attimo è di nuovo lì, annaspa in mezzo alle onde.

La penna scivola veloce sul foglio: “Vengo dal Gambia e ho attraversato il mare per venire in Italia” racconta la prima riga. “Molte persone sono morte, i miei migliori amici, mia sorella e mio fratello sono morti fra le onde per arrivare in Italia…”.

Qualcuno la vede mentre scrive, non la interrompe. Perché per lei scrivere è anche un po’ salvarsi, è il suo messaggio nella bottiglia da affidare alla vita. E quando si alza e se ne va, chi legge quel messaggio resta senza fiato. “Vi supplico, fratelli e sorelle, basta arrivare in questo modo” è la traduzione più fedele del suo inglese un po’ incerto.

“Vi prego, vi prego, vi prego. Vi dico queste parole perché so cosa ho visto e ho visto molte cose che non posso raccontare. Quel che posso dire a chi di voi sta per arrivare è: non fatelo, per favore, fratelli e sorelle…”.

E ancora: “Attraversare il mare è molto, molto pericoloso. Vi prego, basta”. Il finale dice: “Questa lettera è scritta dalla vostra giovane sorella (nome e cognome, ndr). Addio e grazie per averla letta”.

La piccola autrice di tutto questo ha messo i piedi sulla terraferma a Reggio Calabria la mattina del 14 aprile. Sola come non lo era mai stata. Era partita da un villaggio sperduto del Gambia, appunto, con sua madre, suo padre, il suo fratellino e la sua sorella maggiore. Sono morti tutti, e la sorella più grande (pochi anni più dei suoi) ha usato tutta la forza che aveva per salvare lei.

L’ha spinta in su, l’ha tenuta a galla come ha potuto, con la forza della disperazione, e le sue braccia hanno smesso di muoversi proprio quando la nave Orione si avvicinava. Mentre annegava forse ha capito che la sua sorellina era salva, che lei non stava morendo invano.

Gli uomini della Marina militare italiana hanno issato a bordo 144 vivi e 9 morti. Ma nella stiva del barcone andato a picco, hanno raccontato tutti fin da subito, c’erano almeno 400 persone, incollate l’una all’altra come sardine e inabissate assieme a quella carretta nel giro di pochi minuti.

La rotta di quella gente -dalle loro case in qualche angolo dell’Africa sub-sahariana alla morte nel Canale di Sicilia- è la stessa tragica rotta di migliaia e migliaia di altri migranti. Ma spesso, quando sono soltanto i sopravvissuti a raccontare di 100-200-500 morti, le stragi diventano semplicemente storie che riempiono verbali.

Anche le vite perdute che racconta la nostra bambina undicenne sono una strage fantasma: soltanto parole, sue e di decine di altri scampati alla morte. E tutto questo nemmeno una settimana prima dei 750-850 annegati che hanno commosso il mondo, sempre nel Mediterraneo.

Quel “vi prego, vi prego non partite”, è la sola via di salvezza che la ragazzina del Gambia ha saputo trovare. Perché nelle poche parole che ha detto agli psicologi ha spiegato che “in mare c’è soltanto morte”».

C’è da commuoversi per quanto avvenuto di straziante alla bambina e per la considerazione della sua testimonianza. Dovrebbero leggerla tutti quelli che sono favorevoli all’immigrazione incontrollata e compiuta con carrette fatiscenti, non in grado di ospitare centinaia di persone, quasi sempre il doppio delle reali capacità.

Le parole della bambina rimasta sola al mondo, sono un potentissimo atto di accusa a coloro che hanno permesso questi sbarchi, che hanno parlato favorevolmente dell’ingresso in Italia anche di milioni di immigrati, senza curarsi delle loro condizioni fisiche, senza provvedere a mezzi di trasporto migliori per evitare qualsiasi rischio di affondamento e di morte degli occupanti.

C’è verità e amore in quanti vogliono l’arrivo di milioni di immigrati e non muovono un dito per aiutarli, per evitare le tragedie?

C’è una cultura di morte impressa nella mentalità moderna e tronfia, la quale si copre di una falsa bontà, un pietismo fariseico!

Appartiene alle persone che vivono con la mente in un altro mondo, con il corpo sono presenti ma la mente è estraniata, dissociata. Sono convinti di tutto ciò che si oppone alla logica, all’evidenza, hanno pensieri insensati e superficiali, tanto che nella loro inconsistenza -pur ricoprendo incarichi prestigiosi-, vorrebbero cambiare anche i Comandamenti o far credere che il sole è nero.

In Italia ci ritroviamo questi personaggi buffi e imbranati, chiaramente sono anticlericali, infatti vedono tutto nero, sono pessimisti cronici e stravolgono ogni verità. Sono benestanti, ci sono molti ricchi, hanno i mezzi per accogliere nelle loro case gli immigrati o pagare l’affitto per farli vivere dignitosamente nelle case arredate. Perché non fanno nulla? La loro è banale frivolezza.

Difendono l’immigrazione quasi per ottenere giustificazione della loro immoralità e della meschinità in cui vivono. Non hanno amore!

Passiamo al Vangelo di oggi. Ci presenta un episodio significativo della vita di Gesù: l’incomprensione. Già all’inizio quando si recò a Nazaret, trovò subito le dicerie inutili e prive di importanza. Ognuno giudicava secondo i pensieri che balenavano nella mente, ognuno parlava senza riflettere sulle opere compiute da Gesù a Cafarnao e che da sole testimoniavano la presenza di Dio nella sua Persona.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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